Archivio per Categoria PREVENZIONE E CURA CON LE ERBE – Alessandra Zarone

DiAlessandra Zarone

Clematis_ rimedio naturale per emicrania ed altre patologie

Clematis_ rimedio naturale per emicrania 

Clematis è il  rimedio naturale per emicrania ed altre patologie. Il nome del Genere deriva dal greco Clema = viticcio o pianta volubile, ad indicare il suo portamento ; gli inglesi chiamavano le Clematis “gioia del viandante” perché profumavano di vaniglia ed abbellivano il cammino, furono adottate, durante l’epoca vittoriana, ad ornamento di parchi e giardini.
Come quasi tutte le nostre Ranunculaceae è da ritenere, se non velenosa, almeno pericolosa per la presenza dell’alcaloide Anemonina che provoca irritazioni e vescicazioni cutanee.

Clematis in cucina:

Malgrado questo i teneri getti sono comunemente utilizzati lessati e cucinati in vario modo ; questo è possibile perché in primavera, periodo in cui sono raccolti, le sostanze tossiche sono presenti in quantità minima ma è opportuno non farne un uso esagerato.

a Vitalba necessita sempre di una bollitura per allontanare la potenziale velenosità di tutti gli esponenti della famiglia delle ranuncolacee. Bollitela con poca acqua e lasciatela scolare nello scolapasta.

L’impiego più classico, ed anche il più gustoso, è quello di succedanei degli spinaci. Soffriggete in una padella un poco d’olio dal gusto deciso e un paio di grossi spicchi d’aglio solo schiacciati. Passate poi la Vitalba lessata, aggiungete a piacere un poco di peperoncino in polvere, e prima di servire spolverate con formaggio non troppo stagionato e ancora dolce.

Una variante può prevedere l’impiego di sottili fette di una buona toma stagionata, e quindi saporita, ma dolce, da disporre sulla vitalba a cottura ultimata. Spegnete il fornello e mettete sulla padella un coperchio a tenuta; lasciate fondere il formaggio che dovrà ricoprire interamente la verdura e servite.

Per un condimento particolare per la pasta operate come segue: raccogliete cime di ortiche, getti di vitalba e foglie giovani di malva in pari quantità. Lessate il tutto e fate ben scolare premendo la massa sul fondo del colino. Dopo aver fatto soffriggere un po’ d’aglio aggiungete e fate saltare la parte terminale del prosciutto che più non riuscite ad affettare passato nel tritacarne, quando è ben rosolato, aggiungete la verdura lessata finemente triturata a mano. Portate a cottura aggiungendo un poco di brodo e, se volete, insaporite con un bicchiere di vino bianco.

Medicina popolare:

La medicina popolare la utilizzava come diuretico ma, vista la sua tossicità, è bene sostituirla con altre piante con lo stesso effetto ma innocue; per uso esterno le parti verdi della pianta, raccolte in primavera, triturate e introdotte nelle narici sarebbero un valido rimedio contro le emicranie ostinate; i rami flessibili vengono usati nella costruzione di cesti . Nel linguaggio dei fiori ha evocato vari simboli tra cui l’intelligenza limpida e onesta.
Simili alla Vitalba e con le medesime caratteristiche sono la C. flammula L., con foglie bipennate, e C. viticella L. , con fiori violetti e frutti con coda non piumosa. “Quel che sembrami potersi asserire si è, che dal procurarsi i vagabondi e gli accattoni col succo di sue foglie fresche alcune piaghe in varie parti del corpo, e massime nelle gambe, per eccitar compassione presso i creduli cristianelli, trasse il nome di Erba de’ pezzenti.

L’essenza floreale è adatta per :

  • Perdita di Coscienza
  • Lipotimia 
  • Stordimento
  • Malattie Neurologiche con perdita di sensibilità
  • Riabilitazione

 

La Clematis come rimedio dei fiori di Bach è indicata per quelle persone che hanno un carattere sognatore, che si distraggono facilmente e che quasi non vivono nel mondo reale perchè il loro mondo è pieno di fantasticherie e futuri ipotetici e vivono la vita reale molto marginalmente. Si tratta in pratica di persone scollegate dalla quotidianità che vivono in un mondo tutto loro, quasi virtuale. Sono potenzialmente molto creative se solo fossero più ancorate alla realtà e non vivessero nella fantasia.

Sono persone che si disinteressano del presente e la vita è incentrata su ciò che potrebbe essere, sognando successi futuri che però non arrivano perchè mancano di senso pratico. Sono inoltre persone disordinate, dispersive, inconcludenti e questo loro stato mentale le porta ad essere apatici, pigri e con scarse emozioni.

Le persone Clematis sono disordinate, soggette ad incidenti ed infortuni e fanno cadere spesso le cose perchè molto distratte e quindi maldestre; parlare con loro è sconfortante perchè fanno le domande ma non ascoltano le risposte; appaiono spesso sonnolenti, distaccati, sbadati.

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DiAlessandra Zarone

Naturopatia Desio: Farfaraccio_ Rimedio naturale per la tosse e non solo

Naturopatia Desio: Farfaraccio_ Rimedio naturale per la tosse e non solo 

ll Farfaraccio bianco, è un rimedio naturale per la tosse e non solo.

nome scientifico Petasites albus (L.) Gaertn., 1791) è una pianta erbacea, rustica con numerosi capolini bianchi, appartenente alla famiglia delle Asteraceae.

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Farfaraccio nell’antichità:

Sembra che sia stato Dioscoride Pedanio (Anazarbe in Cilicia, 40 circa – 90 circa), medico, botanico e farmacista greco antico che esercitò a Roma ai tempi dell’imperatore Nerone, a nominare per primo queste piante col nome di Petasites riferendosi alle grandi foglie simili al petàsos un cappello a grandi falde usato dai viaggiatori del suo tempo.Dioscorides01

Nome ripreso più volte in tempi moderni da vari botanici (Tournefort, Adanson o Gaertner) e comunque consolidato, come genere, da Linneo nel 1735 e collocato nelle “Corimbifere”.

Etimologia:

Il nome specifico (albus) fa riferimento alla colorazione dei fiori.Il binomio scientifico attualmente accettato (Petasites albus) è stato proposto da Carl von Linné (Rashult, 23 maggio 1707 –Uppsala, 10 gennaio 1778), biologo e scrittore svedese, e da Joseph Gaertner (Calw, 12 marzo 1732 – Tubinga, 14 luglio 1791), botanico tedesco, in una pubblicazione del 1791. In lingua tedesca questa pianta si chiama Weiße Pestwurz; in francese si chiama Pétasite blanc; in inglese si chiama White Butterbur.

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Con grande rizoma strisciante, è alta fino ad un metro. Le foglie sono grandi, rotonde o cuoriformi. I capolini di colore biancastro, hanno fiori tubulosi riuniti in una spiga apicale. Fiorisce in primavera. Comune lungo i ruscelli, i corsi d’acqua e i prati umidi. Vengono usati i piccioli delle foglie più grandi, carnosi e la raccolta può essere effettuata largamente purché si rispetti il fusto e si lascino le foglie apicali.

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Cosa contiene:

Sono presenti nelle foglie inulina, un glucoside, resine, colina, olio essenziale, sali.

Rimedio naturale per tosse, mestruazioni, ferite, ulcere:

Nella medicina popolare queste piante vengono usate per le loro proprietà vulnerarie (guarisce le ferite), sedative (calma stati nervosi o dolorosi in eccesso), bechiche (azione calmante della tosse) ed emmenagoghe (regola il flusso mestruale). Le foglie hanno la proprietà di calmare la tosse, mentre invece appena raccolte vengono applicate sulle ulcere per ottenere una rapida cicatrizzazione.

Utilizzi alimentari:

L’uso alimentare è limitato ai carnosi piccioli delle foglie che, dopo cotti, vengono mangiati come asparagi, conditi con olio e aceto. Sono ottimi anche tagliati a pezzi non eccessivamente grandi per la preparazione di minestroni di verdura.

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DiAlessandra Zarone

Naturopatia Desio: Achillea_ rimedio naturale per regolarizzare il ciclo mestruale ed attenuare i fastidi della menopausa

 Achillea_ rimedio naturale per regolarizzare il ciclo mestruale ed attenuare i fastidi della menopausa

Achillea, rimedio naturale per regolarizzare il ciclo mestruale ed attenuare i fastidi della menopausa,  era molto apprezzata dagli antichi greci che le diedero il nome dell’eroico Achille, che pare avesse appreso le proprietà terapeutiche dell’erba dal centauro Chirone e se ne fosse servito per medicare un compagno ferito dopo una battaglia. Il nome della specie, millefolium, fa riferimento all’aspetto piumoso delle foglie fitte e frastagliate.

Achillea nel mondo antico:

I fusti di Achillea ptarmica erano usati in Cina per consultare il Libro dei Mutamenti (I Ching): erano lanciati in aria e a seconda di come si disponevano toccando terra si interpretava il responso. Nel XVIII secolo veniva usata, mescolata a grasso, per disinfettare le ferite.

In Irlanda era usata per scacciare il malocchio e per cure di bellezza. Alcune specie di achillea entrano nella composizione del tè svizzero, altre si coltivano a scopo ornamentale. Un tempo i contadini avvolgevano i manici degli attrezzi di lavoro con gambi di achillea per averla sempre a portata di mano nel caso di punture di insetti o piccole ferite durante il lavoro e per conservare il vino mettevano i semi di achillea nelle botti.

Come raccogliere e conservare Achillea:

Il momento migliore per la raccolta è il periodo della fioritura, da giugno a settembre, quando cominciano ad essiccare sia le foglie che i fiori: questi vanno raccolti proprio quando il sole è cocente e il loro potere aromatico e terapeutico è massimo.
Fare essiccare foglie e fiori all’ombra e conservare in recipienti a chiusura ermetica.

Costituenti principali:

Olio essenziale contenente camazulene, canfora, beta-pinene, cineolo, borneolo, cariofillene; lattoni esquiterpenici,il principio amaro achilleina, flavonoidi
(apigenina-7-O-glucoside, luteolina, rutina), acido caffeico e salicilico, tannini, betaine.

Proprietà terapeutiche:

Colagoghe, digestive, antispasmodiche, espettoranti, antiseborroiche, astringenti, sedative.

  • Per uso esterno viene impiegata per detergere le piccole ferite, ha un’azione benefica sugli arrossamenti e le infiammazioni cutanee ed è cicatrizzante (per tale motivo in alcune regioni viene chiamata ‘erba dei tagli’).

 

  • Amaro- tonico e antispasmodico delle vie digerenti
  • In caso di colite e nefrite
  • Per regolarizzare il ciclo mestruale ed attenuare i fastidi della menopausa
  • Come depurativo, stimolante ed emostatico
  • Per le screpolature 
  • Per le varici 
  • Per lo stomaco
  • Per le emorroidi

 

Avvertenze: non sono descritti effetti collaterali importanti dopo somministrazione di estratti di achillea, ma in seguito ad esposizione cutanea in soggetti sensibili si potrebbero sviluppare reazioni allergiche; sono frequenti le ipersensibilità crociate con altre piante che appartengono alla famiglia delle Compositae.
Un uso eccessivo e protratto potrebbe provocare maggiore sensibilità cutanea ai raggi solari.
Non sono note interazioni dell’achillea con farmaci somministrati contemporaneamente.
Non deve essere somministrata durante la gravidanza, l’allattamento e nei bambini al di sotto dei due anni.

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DiAlessandra Zarone

Prunus Avium_rimedio naturale

Prunus Avium_rimedio naturale

Puoi prevenire  i reumatismi con Prunus avium (L.)  1755) chiamato anche ciliegio  degli uccelli o ciliegio selvatico . E’ un albero appartenente alla famiglia delle Rosacee, originario dell’Europa (dalle Isole Britanniche fino alla Russia, passando per Francia, Penisola Iberica, Italia, Germania fino a tutto l’est in zone montuose) e in alcune zone montane fredde dell’Asia minore (presente in scarsa misura con ecotipi leggermente differenti da quelli europei). In Italia è presente naturalmente dalle zone alto collinari sino a quelle montuose, talvolta al confine della zona tipica delle latifoglie, presentando una buona resistenza al freddo. Assieme al Prunus cerasus esso è una delle due specie di ciliegio selvatico che sono all’origine delle varietà di ciliegio coltivato che produce tipologie di ciliegie che vanno dal graffione bianco piemontese, al Durone nero di Vignola.

Etimologia:

Prunus avium significa “Ciliegio degli uccelli” in Latino, una traduzione fatta da Linneo dei nomi dati dai danesi e dai tedeschi alla specie (Fugle-Kirsebær, Vogel-Kirsche, rispettivamente). In inglese, il nome Bird Cherry si riferisce al Prunus padus.
È un albero a foglia caduca alto fino a 15-20 metri; i suoi rami hanno la corteccia grigia mentre quella del fusto è rossastra, liscia, lucida e si stacca in strisce orizzontali. Le foglie, raggruppate spesso all’estremità dei rametti, sono pendule e hanno un lungo picciolo. L’infiorescenza è data da corimbi all’apice di piccoli rametti; i fiori hanno lunghi peduncoli e presentano cinque sepali, ovali e ottusi all’apice. I cinque petali, di colore bianco, sono ovali, arrotondati all’apice e ristretti a cuneo alla base. Il frutto è una drupa sferica di colore rosso chiaro con poca polpa e contiene il nocciolo oblungo. Cresce nei boschi in particolare nella zona montana.

Il Ciliegio selvatico  nell’antichità:

Plinio il Vecchio distingue tra Prunus, l’albero, e Cerasus, l’albero delle ciliegie. Plinio aveva già descritto un certo numero di coltivazioni ed alcune specie citate, Aproniana, Lutatia, Caeciliana, eccetera. Plinio le distingue per il sapore da dolce a aspro.Egli afferma che prima che il console romano Lucio Licinio Lucullo sconfiggesse Mitridate nel 74 a.C., Cerasia … non fuere in Italia, “Non vi erano ciliegie in Italia”. Secondo lui fu Lucullo ad introdurle dal Ponto e nei 120 anni trascorsi da allora il ciliegio si era espanso attraverso l’Europa fino alla Britannia.
I semi di un certo numero di specie di ciliegie sono stati tuttavia trovati in ritrovamenti archeologici dell’età del bronzo ed in siti archeologici romani in tutta Europa. Il riferimento a “dolce” e “aspro” sostiene la moderna teoria che “dolce” fosse riferito al Prunus avium; non vi sono altri candidati trovati tra le ciliegie.
Nel 1882 Alphonse de Candolle affermò che semi di Prunus avium furono ritrovati nella cultura terramare del nord Italia (1500-1100 a.C.) e in alcuni villaggi archeologici svizzeri di palafitte.

De Candolle riguardo Plinio afferma:
« Poiché questo errore è perpetuato dalla sua ripetizione incessante nella scuola classica, si deve affermare che gli alberi di ciliegio (almeno quelli di Prunus avium) esistevano in Italia prima di Lucullo, e che il famoso gourmet non ha bisogno di andare così lontano per cercare le specie dai frutti con il sapore amaro. ». De Candolle suggerisce che quello che Lucullus portò era un particolare tipo di Prunus avium del Caucaso. L’origine del P. avium è ancora una questione aperta. Le moderne ciliegie coltivate differiscono da quelle selvatiche per la dimensione del frutto più grande, 2–3 cm di diametro. Gli alberi sono spesso coltivati in terreni duri per mantenerli più piccoli e per facilitare il raccolto.

Proprietà medicamentose:

Nella pratica erboristica corrente si usano i peduncoli dei frutti ancora acerbi per le loro proprietà diuretiche, antiuriche, antigottose, aromatiche, astringenti, mentre per uso esterno vanta proprietà rinfrescanti ed antiflogistiche.
Per uso esterno, il Ciliegio è indicato per infiammazioni alle articolazioni, gli arrossamenti della pelle, la cellulite e per rassodare la cute del viso.
. I principi attivi caratterizzanti sono: sali di potassio e magnesio, polifenoli, flavonoidi, acido malico, tannini, vitamina C e vitamina A.

Vuoi approfondire le tematiche trattate? soffri di reumatismi?Posso aiutarti con una corretta alimentazione in sinergia con rimedi erboristici, contattami per una consulenza qui,basta un click.

DiAlessandra Zarone

Naturopatia Desio : Spagyria e utilizzi pratici

Naturopatia Desio : Spagyria e utilizzi pratici:

Per curare la malattia è necessario agire con la Spagyria innanzitutto sulle parti piú sottili dell’uomo.
La Spagyria afferma che vi è una unità fondamentale, un’ origine comune tra le differenti manifestazioni della natura, e considera pertanto le relazioni che intercorrono fra il microcosmo (l’uomo), il macrocosmo locale (i tre regni minerale, vegetale e animale) ed il macrocosmo (il cosmo).

 

Microcosmo e  Macrocosmo:

Al momento del concepimento, l’anima dell’uomo risuona con tutto il macrocosmo, con la posizione degli astri e con il momento presente che rimane impresso come caratteristica nell’essere.
Attraverso questa “fotografia” la persona risuonerà in sincronia con la posizione degli astri rientrando in determinati tipi di corporature, caratteri e psicologia.

Come ho espresso nel mio precendente articolo sulla  Spagyria (clicca qui) , essa svela gli occulti processi della Natura,definiti “mysteria” attraverso l’Arcanum, che Paracelso definisce un’entità leggera che “può essere trasportata dagli astri come una piuma al vento“, ossia è soggetta ai loro influssi.

Rimedi spagirici :

Mi avvalgo  spesso di rimedi spagirici per problematiche di  ansia e stress. Di seguito vi riporto un caso risolto attraverso la Spagyria. Monica mi contatta perchè soffre di ansia, stress e nervosismo. L‘analisi spagyrica fa emergere che Monica è stata concepita  nel segno acquario, con decano in Luna. Il pianeta dominante dell’Acquario è Urano, il cui simbolo grafico è di complessa interpretazione ma sembra riferirsi all’espressione di una energia potente che trasforma e rigenera il ciclo della vita.
Urano è il simbolo astrologico dei mutamenti più radicali, della forza del nuovo che irrompe e spezza l’ordine precedente, sovverte i vecchi schemi. Urano è il cielo stellato per i greci, ma la radice Ur richiama anche l’idea del fuoco e della folgore. Urano ha un’influenza simile a Saturno sul Sistema Nervoso, porta predisposizioni a disturbi spasmodici come choc, crampi, epilessia, spasmi, rotture.

Caratteristiche acquariane:

Chi è stato concepito nel segno dell’Aquario esprime ideali e cerca di creare relazioni e situazioni alle quali tutta la collettività può accedere liberamente, giovandosene. E’ caratterizzato da un forte  senso umanitario, da un idealismo un po’ ingenuo ma sincero, dal  senso di uguaglianza e fratellanza.  Si realizzano appieno attraverso l’unione con gli altri, con una sensibilità volta a recepire le differenti realtà. Sono  narcisisti e consapevoli delle proprie capacità intellettive, amano esprimersi andando alla ricerca del sensazionale, hanno il senso della drammaticità degli eventi e sanno esprimerlo sotto ogni forma di creatività. Sono sinceri, generosi, mai invidiosi, curiosi, audaci e capaci di affrontare ogni tipo di cambiamento anche se questo comporta una sfida. Tentano continuamente di superarsi, poiché sanno adattarsi ai cambi repentini, vivendo appieno la modernità.  Hanno fede nel futuro e una visione positiva del mondo, che non si lascia inquinare né dalle delusioni, né dalle altrui interferenze. Idealisti anche in amore, cercano affinità  profonde, complicità e amicizia. Più cerebrali che passionali, vivono grandi emozioni, ma guai a intaccare la loro autonomia o a interferire nei loro progetti.

Urano e Luna determinano:

Urano determina influssi sull’apparato scheletrico, milza, epifisi.
Luna determina influssi su apparato nervoso,cervello, stomaco, utero.

 

Gli elementi dominanti in lei sono :

Aria, di natura pesante e densa, umida,ciò fa sì che le sue idee si concretizzino nel mondo materiale, con molto successo.
Ha la luna in prima decade, quindi : predomina l’elemento acqua , determina in lei una natura fredda e umida, che la rende flessibile, generatrice di idee ed azioni feconde .

Analisi degli quattro elementi ippocratici:

Nell’analisi ippocratica, prevalgono Umido e Caldo, ossia Acqua + Aria: che conferiscono a Monica un temperamento sanguigno, questo però oscilla con un altro temperamento, quello Linfatico (caratterizzato da componente Umido-Freddo, Acqua).
Per tenere in equilibrio il sistema linfatico, che determina un eccesso di acqua, una tendenza al sovrappeso, alla ritenzione idrica, occorre, secondo Paracelso ed Ippocrate:

Consumare molto zafferano, anacardio, sedano, verdure fresche, anguria, radici.

 

Le suggerisco rimedi spagyrici quali:

  • Estratto spagyrico di Equiseto
  • Estratto spagyrico di Melissa
  • E 63 Alma
  • E 65  Alma

In alternativa:

  • Solunat n 5
  • Solunat n 14

 

 

Nell’arco di tre mesi, Monica ha ritrovato equilibrio, tranquillità e serenità interiore.

Perchè ulizzare rimedi spagyrici e non i tradizionali rimedi erboristici allopatici?

Perchè ogni  persona risuona in sincronia con la posizione degli astri rientrando in determinati tipi di corporature, caratteri e psicologia, questi rimedi sono appositamente in linea con la tipologia descritta.

Se ti ritrovi  nelle problematiche descritte e desideri conoscere quali sono le piante adatte a te, perchè  risuonano con i tuoi astri, la tua tipologia ed Archetipo, contattami qui (basta un click) per un consulto spagyricoippocratico .

DiAlessandra Zarone

Naturopatia Desio: Agrifoglio_ rimedio naturale

Agrifogliorimedio naturale 

L’agrifoglio è un rimedio naturale per edemi, ascessi e altre problematiche 

una pianta magica fin da prima dell’avvento del Natale cristiano, si dice che proteggesse dai demoni e portasse fortuna. I suoi primi utilizzi risalgono all’Irlanda dove anche le famiglie più povere potevano permettersi di utilizzarlo per decorare le proprie abitazioni.

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Tradizioni germaniche:

I pagani (principalmente la tradizione germanica della festa di Yule), celebravano la rinascita del sole al solstizio d’inverno (analogamente ai Saturnali e al Sol Invictus dei Romani). La rinnovata ascesa del sole in cielo che iniziava al solstizio era simbolicamente inscenata come una battaglia tra la quercia estiva e, appunto, l’agrifoglio invernale.

Le rosse bacche dell’agrifoglio rappresentavano la fertilità durante la profonda oscurità invernale, una promessa di ritorno di luce e calore.
I cristiani, nel tentativo di soppiantare le festività pagane sovrapponendo a queste dei nuovi significati, posero il Natale proprio il 25 dicembre, semplicemente sovrapponendosi (e in realtà mantenendo) la precedente antica tradizione.
Visto che molti simboli della tradizione precedente, come l’agrifoglio, persistevano alla tentata cancellazione cristiana (essendo simboli non legati al cristianesimo il primo approccio provato fu l’eliminazione), la nuova religione cercò di ridefinire nel tempo il loro significato originale .

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Folklore:

Nelle credenze popolari, l’Agrifoglio benefico è sempre stato temuto da streghe e spiriti maligni. Insieme al Bosso, era ritenuto uno scaccia guai molto apprezzato. Possedere l’Agrifoglio, significava avere su se stessi e sulla propria casa parte delle forze benefiche di cui era fornita la pianta. Veniva infatti appeso nelle stalle e nelle case per tenere lontani sortilegi e malattie. In l’inverno gli antichi popoli Druidi decoravano le loro abitazioni con rami di Agrifoglio provvisti di bacche, per onorare gli spiriti della foresta. D’inverno nel periodo delle feste si ornavano le chiese con fronde di Agrifoglio, che poi i contadini portavano a casa, credendo che servissero contro i fulmini e gli incantesimi. Ancora oggi, alla vigilia di Natale, viene regalato e appeso alle porte (insieme al Vischio), come augurio di bene, per propiziarsi la sorte e attirare la fortuna. L’usanza di utilizzare l’Agrifoglio come decorazione natalizia nacque da una superstizione secondo la quale i folletti delle case amavano architettare scherzi durante le feste di Natale. Per difendersi da tali scherzi si appendevano ramoscelli di Edera e Agrifoglio sulle porte, sui camini e alle travi delle case. La pianta, nel linguaggio simbolico, rappresenta dunque la difesa, la precauzione, la previdenza e la resistenza. Secondo un’antica leggenda l’Agrifoglio sarebbe nato dalle orme di Cristo. Le sue foglie spinose e le bacche scarlatte come gocce di sangue furono considerate simbolo della passione del Salvatore. Per questa ragione la pianta di Agrifoglio è chiamata anche “Spina di Cristo” (Christ’s Thorn). Il Mattioli scriveva che le fronde spinose dell’Agrifoglio proteggevano la carne salata dai topi e da altri roditori: per questo motivo la pianta era anche detta Pungitopo maggiore.

Considerata dalla tradizione magica pianta di genere maschile perché collegata all’elemento fuoco e al pianeta Marte. Per questo motivo, se era portata addosso, la pianta avrebbe donato fortuna soprattutto agli uomini (il corrispondente femminile è l’Edera). Le si attribuivano protezione, sogni magici e il potere contro il fulmine. Era considerata la pianta protettiva per eccellenza, capace di difendere e proteggere dai fulmini, dai veleni, dagli spiriti cattivi e dagli stregoni malvagi se veniva piantato intorno alla casa. Se invece si lanciava l’Agrifoglio contro una bestia feroce, questo aveva la facoltà di calmarla immediatamente, anche se l’animale non veniva colpito.

 

Medicina popolare:

L’acqua di Agrifoglio (infuso o distillato) era spruzzata sui neonati in segno di protezione. Un antico rito magico per realizzare un desiderio, consisteva nel raccogliere, dopo la mezzanotte di un venerdì, nove foglie di Agrifoglio nel più completo silenzio, scegliendo una pianta non troppo spinosa. Si dovevano poi avvolgere le foglie in un panno bianco e annodare per nove volte le due estremità del panno.

La medicina popolare attribuisce alla pianta proprietà sudorifere e antireumatiche. Era utilizzata dalle popolazioni rurali per le malattie cutanee, come espettorante nella tosse, nel catarro cronico dei bronchi, nelle coliche, nelle gastralgie, nell’itterizia e nel vaiolo. Non sempre però l’uso dell’Agrifoglio era privo di effetti collaterali, perché anche le parti verdi della pianta possono presentare una certa tossicità. L’infuso di foglie venne usato nelle febbri intermittenti e nelle forme reumatiche per le sue proprietà febbrifughe e toniche. Per uso esterno l’Agrifoglio veniva utilizzato come risolvente applicando le foglie fresche contuse sui “tumori bianchi”, negli edemi, nella pleurite, negli ingorghi e nelle ostruzioni ghiandolari. Le popolazioni della Foresta Nera bevevano l’infusione delle foglie secche di Agrifoglio come succedaneo del tè; in modo analogo quest’ultima abitudine richiama quella dell’uso del maté, che è una specie di Agrifoglio sudamericano.

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Agrifoglio e usi mondiali:

In India le foglie sono considerate emollienti e diuretiche, le bacche purgative, emetiche e diuretiche. Presso le popolazioni indiane del Nord America una tisana ricavata dalla cenere delle foglie era usata per curare la tosse convulsa.

Agrifoglio negli antichi erbari:

Le foglie fresche triturate erano impiegate come risolutivo: se ne facevano dei cataplasmi nei rigonfiamenti ghiandolari, negli edemi, negli ascessi. Mattioli invece asserisce che il decotto di corteccia e radici possiede azione risolvente sugli indurimenti e guarisce le lussazioni: “Vale la decottione delle radici per mollificare le giunture indurite per diflogagione: imperoché risolve e mollifica le durezze, e l’enfiagioni, e restaura le rotture dell’ossa.” Il celebre Paracelso prescriveva il decotto di foglie per la cura dei reumatismi e delle forme artritiche. Alla fine del ’700 il Durante apprese da un empirico il loro valido uso contro le febbri intermittenti, proprietà questa che fu confermata più tardi da diversi Autori. Tra la fine del XVII e l’inizio del XIX secolo, le foglie ebbero reputazione tra i migliori febbrifughi, considerate efficaci quanto quelle della china nelle febbri intermittenti; vennero prescritte anche nel reumatismo e nella gotta. Le bacche hanno proprietà purgative ed emetiche in dosi medicinali, ma essendo velenose se ne sconsiglia vivamente l’uso.

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DiAlessandra Zarone

Depurazione epatica

Depurazione epatica

Angela, una ragazza molto tormentata, mi contatta per risolvere disagi connessi a problemi gastro intestinali e depurazione epatica.

Il suo messaggio psicosomatico è connesso a una non metabolizzazione di eventi risalenti all’infanzia e alla attuale sua  vita di giovane donna impiegata.Tali eventi  che hanno scatenato fortissimi attacchi di rabbia, con conseguente somatizzazione a livello di stomaco, intestino e fegato.

Le suggerisco l’assunzione di integratori spagyrici quali:

  • Orovita Melissa:
  • Solunat nr 8
  • Solunat nr 16,
  • Solunat nr 19

 

 

A ciò suggerisco di abbinare una tisana per la sua atonia digestiva, composta da Angelica radici semi, finocchio semi, cardamomo frutti in proporzioni uguali.
Le suggerisco l’assunzione di  fiori Himalayani, fiori di Bach e Australiani.

Alimentazione consigliatale:

Colazione:

Latte di mandorle, latte di riso,miele biologico, cereali integrali,miele di castagno, fichi d’india, litchi, giuggiole, lime, the verde , non zuccherare le bevande, se possibile, evitare zucchero bianco e sostituire con zucchero Panela oppure succo d’acero, oppure miele grezzo biologico.

A metà mattina: 1 banana oppure 5-6 mandorle

Pranzo/cena:

Cereali integrali, verdura cotta e cruda di stagione, evitare totalmente le insalate miste a base di tonno, uova, formaggi mais ecc perché creano fermentazione, integrare con con pesce azzurro ( tre volte settimana) e carni magre ( 1- 2 volte a settimana), eliminare le carni grasse, i cereali raffinati, prediligere riso integrale e pasta integrale. Evitare la frutta dopo i pasti. Limitare gli insaccati e i formaggi grassi, le carni grasse. Uova, ortaggi, frutta secca in piccole quantità.

No a : cavoli e zucca, ceci, fave, piselli, fagioli, lenticchie.

Sì’ a: avocado, carote, asparagi. Condire con olio di oliva, limone, evitare salse preconfezionate, cibi fritti.

Scegliere un pasto con le seguenti opzioni:

cereali + verdura

pesce/carne + verdura

uova + verdura

Formaggio magro + verdura

A merenda: centrifugati di fragole, kiwi, more, mirtilli.

 

 

Angela ha risolto le sue problematiche in tre mesi, ora è serena e si sente rinnovata nel corpo e nello spirito.

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DiAlessandra Zarone

Ginepro_ rimedio naturale per nevralgie e dolori reumatici

 Ginepro_rimedio naturale per nevralgie e dolori reumatici 

Ginepro, Juniperus communis, è un rimedio naturale per nevralgie, dolori reumatici :

Ha proprietà aperitive e diuretiche. Di questa pianta si usa il galbulo. Si prepara un macerato alcolico lasciando i galbuli in vino o alcool. Nella tintura usata esternamente, questi composti conferiscono parte del suo potere antinfiammatorio in caso di nevralgie o dolori reumatici. L’altra componente viene assegnata al pinene, che è stato scoperto inibire in vitro la sintesi di alcune citochine infiammatorie a livello delle cellule della cartilagine umana o condrociti. Preparati di ginepro sono buoni balsamici polmonari, facilitano l’eliminazione dell’acido urico e di liquidi in eccesso, aiutano in caso di digestione lentainfiammazioni del tratto uro-genitale.

Origini celtiche:

Sembra che il nome del genere derivi da due vocaboli celtici gen = cespuglio e prus = aspro, con probabile allusione alle foglie pungenti e all’asprezza delle “bacche”.
Esse impiegano due anni per raggiungere la completa maturazione tanto che si possono vedere, contemporaneamente sulla pianta, sia quelle bluastre ormai mature che quelle verdi che matureranno l’anno successivo.
Le bacche erano utilizzate nella produzione di liquori e come aromatizzanti nella preparazione di molte ricette tipiche, dalla Lapponia alla Sicilia.
Il loro sapore dipende sia dal luogo sia dal periodo di raccolta, le migliori sono quelle mediterranee raccolte in autunno, ma anche dalla loro freschezza e spesso quelle essiccate sono insipide ed inservibili.

Ginepro e tradizione antica:

Un macerato di bacche essiccate, nell’acqua del bagno, è un ottimo rimedio nelle affezioni reumatiche . Anticamente si credeva di poter tenere lontana con esso la peste e gli spiriti maligni tanto che, ancora verso la metà del XVIII secolo, a Velletri furono bruciati quaranta sacchi di bacche per difendere la popolazione dal flagello. Nelle zone alpine i viandanti infilavano un ramo di ginepro nel cappello per non piagarsi i piedi. Secondo la tradizione la croce di Cristo fu costruita con il suo legno aromatico che viene bruciato, come incenso, nelle sere di Natale, S. Silvestro ed Epifania. “Dalle coccole peste e fermentate nell’acqua si ottiene una bevanda spiritosa, salubre e di pochissima spesa. Chiamasi perciò il Vino de’ poveri. Dessa è tanto più grata, quanto è più vecchia. Infuse nell’acquavite danno un eccellente rosolio stomacale, e distillandole un olio essenziale.”

Ginepro non deve essere usato in caso di:

  • Infiammazione delle alte vie urinarie
  • Gravidanza ed allattamento 
  • Insufficienza renale grave

 

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DiAlessandra Zarone

Riequilibrio femminile e Ayurveda

Riequilibrio femminile e Ayurveda

Nei testi antichi di medicina ayurvedica, i fibromi sono connessi al termine  mamsarbuda, che  significa “crescita nei muscoli e tessuto connettivo”. Il fibroma è la crescita del tessuto connettivo dell’utero.

I fibromi uterini sono considerati  un disordine kapha da accumulo, ma spesso coinvolgono pitta e anche spostamenti di vata, nel qual caso il paziente può essere considerato come pre-canceroso. Pertanto, il trattamento deve essere profondo per bilanciare il tri-dosha e deve essere sufficientemente sostenuto nel tempo per sradicare il lento kapha. I fibromi possono essere sciolti con la giusta alimentazione e i cambiamenti dello stile di vita .

I sintomi :

  • Disagio addominale
  • Dolori alla schiena
  • Minzione frequente
  • Dolore durante il ciclo mestruale
  • Movimenti intestinali
  • Dolore durante i rapporti sessuali

Le cause:

  • Obesità
  • Alterazione dei geni
  • Aumento del livello di ormoni come estrogeni e progesterone

I dati della scienza medica:

Al giorno d’oggi un numero di donne soffre a causa della formazione di fibromi uterini. I fibromi sono tumori non maligni dell’utero, che colpiscono circa il 20% della popolazione femminile di età superiore ai 35. I fibromi possono variare di dimensioni, forma, posizione e numero, alcuni causando sintomi quali pressione e allargamento uterino, mentre altri sono piccoli.
I fibromi uterini sono composti da fibre muscolari dense disposte in strati circolari, e incapsulati in uno strato di muscolatura liscia, possono essere situati all’interno dell’utero (intrauterino), nella parete dell’utero (miometrio), o all’esterno dell’utero (extrauterino). I fibromi intrauterini possono inibire la fertilità. I fibromi miometriali possono causare pressione sugli organi adiacenti, e in alcuni casi, possono influenzare la funzione renale facendo pressione sugli ureteri. I fibromi extrauterini si trovano sotto la membrana sierosa dell’utero, e possono essere sopra o vicino alle tube di Falloppio e possono influenzare la fertilità.
Sebbene le cause specifiche dei fibromi rimangono incerte, è noto che essi dipendono dalla eccessiva produzione di estrogeni. La mancanza di movimento, l’assunzione di cibo in eccesso, una bassa funzionalità tiroidea possono contribuire alla fibromialgia, così come stress e tristezza associati a problemi di maternità.
I sintomi più importanti di fibromi uterini sono:
Menorragia, sensazione di pressione addominale e congestione pelvica, frequenza urinaria, allargamento addominale, mal di schiena, e dismenorrea.

I fattori di rischio principali dei fibromi comprendono:

  • Il consumo regolare di caffè
  • L’obesità,
  • L’uso di contraccettivi orali.

Il rischio di fibromi diminuisce con ripetute gravidanze.

Trattamenti ayurvedici:

 

Il trattamento primario dei fibromi consiste nel   controllare le emorragie, tonificare l’utero e abbassare il relativo eccesso di estrogeni.
Sebbene i fibromi abbiano un’ eziologia distinta, sono spesso legati a una stagnazione pelvica sottostante e rappresentano un accumulo di rifiuti e tossine.

Bisogna ridurre le tossine epatiche, decongestionare la pelvi, assumere rimedi che aumentino la circolazione sanguigna dell’utero, assumere analgesici utilizzati per il trattamento della dismenorrea.

 

Impacchi di olio di ricino infuso con Pokeroot (Phytolacca decandra) tintura, il 20% v / v. L’olio medicato viene strofinato sull’intera zona uterina prima di andare a letto. Tale rimedio contiene il complesso B, vitamina E, vitamina C, bioflavonoidi, ferro e inositolo che liberano l’eccesso di estrogeni dal fegato.

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DiAlessandra Zarone

Abete Bianco: rimedio naturale per infiammazioni alle articolazioni

Abete Bianco: rimedio naturale per  infiammazioni alle articolazioni

L’Abete Bianco è un rimedio naturale per  l’osteoporosi.Infatti,tra le proprietà dell’Abete  Bianco vi è  quella di fissare il calcio nelle ossa, stimolare l’ accrescimento staturo-ponderale e l’ eritropoiesi. E’ indicato soprattutto in età pediatrica. Indicato anche per :
Organotropismo
Scheletro
Tessuto linfatico
Midollo osseo
osteoblasti, eritroblasti.

 

Proprietà dell’Abete Bianco:

 

  • Rimineralizzante
  • Favorente la crescita 
  • Stimolante l’ appetito 
  • Eritropoietica

Quando assumere Abete bianco:

  • Infezioni recidivanti vie aeree (rinofaringiti, tonsilliti, otiti, bronchiti).
  • Ritardo nel consolidamento delle fratture
  • Inappetenza
  • Osteoporosi 
  •  Carie dentaria
  •  Gengivostomatite

Un pò di storia:

Per gli antichi Greci l’abete bianco era sacro ad Artemide, dea della Luna e protettrice delle nascite.
Il profondo rapporto che le popolazioni dell’Europa celtica hanno con l’abete è dovuto al fatto che le conifere (sempreverdi) sono associate all’idea dell’immortalità, concetto base di genti magiche e guerriere che credono nel perenne flusso vitale che permea di sÈ ogni manifestazione sensibile.

Simbolo dell’unione tra uomini e piante, l’abete è posto a guardia del solstizio d’inverno, giorno in cui si rinnova l’anno, albero della fertilità e della nascita.

Nelle tradizioni nordiche è legato alla Luna e alla dea, simbolo di promessa di vita e fertilità future, di rinnovamento non sottostando al ciclo stagionale di morte e rinascita come le piante a foglia decidua.

I Celti delle Orkney, in Scozia, accolgono ancora i neonati con torce d’abete, “segnano”, dopo il parto, mamma e bambino girando, con una torcia accesa, tre volte attorno al letto.

 

Tradizione floklorica:

Quest’albero è così correlato al mondo invisibile che è spesso utilizzato come un canale per trasmettere messaggi alle divinità. Tale usanza è legata alla tradizione che narra come nella foresta di Broceliade, in Bretagna, crescesse, presso una sorgente, un abete chiamato albero di Barenton, in grado di incanalare un potenziale magico importante. Su quest’albero, secondo la leggenda, era solito arrampicarsi Merlino e le persone di religione celtica lo utilizzavano come tramite per inviare messaggi agli dei, forse perchè dalla sua resina si otteneva un incenso da bruciare nel corso delle cerimonie.

Presso Glanudim, in Provenza, è stato trovato un altare su cui è incisa una conifera, invece delle normali dediche, ed esempi di questo tipo si sono rinvenuti anche nei Pirenei francesi, con numerosi altari dedicati al culto degli alberi.
Altro esempio è l’ara romano-britannica di Newcastle-on-Tyne, dedicata alle Madri, con inciso un triangolo che racchiude una pigna d’abete.
L’abete è l’albero di Natale odierno, di tradizione germanico-scandinava.

Il costume pagano di recarsi nel bosco, nel periodo del solstizio invernale e tagliare un abete rosso per decorarlo con ghirlande, candele e uova dipinte, sotto cui si dava il via a banchetti ed eccessi di ogni genere, non era ben visto dal Cristianesimo e solo alla fine del XIX secolo fu introdotto in Francia e poi negli altri Paesi europei.

Il folklore, soprattutto quello germanico, riteneva che il “Genio della Foresta” abitasse nel tronco di un vecchio e maestoso abete e pertanto si tendeva a non abbattere alberi di una certa dimensione, che erano rispettati.
Nel Medioevo, le donne erano battute con rami d’abete per stimolare la fecondità e in Savoia era considerato neutralizzatore di negatività e malocchio e protettore dai fulmini.

 

Utilizzi antichi e  moderni:

Nel Rinascimento gli abeti sono molto conosciuti e apprezzati come piante medicinali. La scorza e le foglie sono ritenute disseccative. La polvere delle foglie bevuta con vino rosso o con acqua ferrata (al peso di una dramma) restringe i flussi e la dissenteria, bevuta con uova fresche, ferma la “scolation delle reni”.
Ne trattano molti autori, oltre al citato Durante, troviamo Ruel (1474-1537), Fuchs (1501-1566) e Mattioli. Anche esternamente svariati sono gli impieghi terapeutici dell’abete e dell’olio d’avezzo, così sedersi su una tavola calda d’abete giova al “tenesmo e all’uscita del budello”; il lacrimo modifica la matrice se impiegato come fomento, giova alle fratture, al prurito dei genitali, alle otiti, chiude le ferite “massime quelle della testa, purchè non sia la membrana scoperta”, consolida le fratture, mitiga i dolori della podagra, della sciatica e dei dolori artritici, scioglie le cicatrici. La resina, di questa come di altre conifere, era applicata localmente per trattare il catarro, per la cura delle ferite, contusioni, ecchimosi, ascessi, distorsioni e fratture. La resina mescolata con foglie fresche d’ortica, ridotte in poltiglia, era applicata sulle piaghe. Si scioglieva del sego con della resina e dello zucchero, l’unguento, così preparato, era spalmato sulle mani e sui piedi screpolati.

I rami più flessibili erano usati per allestire ghirlande in occasione di feste particolari.
I rametti erano (e in alcune aree lo sono ancora) usati per decorare le tombe, il due novembre.
La resina, che prende il nome di “pece di Borgogna” (conosciuta anche come “pece dei Vosgi” e “pece bianca”) è simile alla resina di pino, ma se ne distingue per una maggiore purezza e per una quantità minore di terpeni. Alla droga sono riconosciute proprietà rubefacenti. Preparazioni a base di pece di Borgogna sono impiegate esternamente per il trattamento dei geloni e per lenire i dolori articolari e muscolari.
Dell’abete bianco si impiegano le foglie, la resina e le gemme.

Le foglie si raccolgono in estate e si asciugano rapidamente all’ombra. Gli “aghi” di abete contengono piceina, olio essenziale, vitamina A, vitamina C. Alla droga sono riconosciute proprietà balsamiche, antisettiche e antireumatiche. Preparazioni di foglie di abete bianco sono impiegate nel trattamento delle affezioni dell’apparato respiratorio e per lenire i dolori articolari e muscolari.

Dalla resina di abete bianco, che scola dalle incisioni fatte sul tronco, si ricava la “trementina di Strasburgo” (nota anche come “trementina d’Alsazia”, “trementina dei Vosgi” e “trementina cedrina”). La trementina d’Alsazia è un liquido di consistenza sciropposa dal gradevole odore di trementina, ma che ricorda anche quello della melissa e del cedro. Contiene principalmente olio essenziale (a sua volta costituito da fellandrene, cadinene, acetato di pinene, limonene, ecc.), acidi resinosi, in particolare acido abietinico, sostanze amare. Alla trementina di Alsazia è riconosciuta la proprietà di espellere i calcoli epatici.
La resina è dispersa in acqua calda e con i vapori si eseguono fomenti contro la bronchite. Per lo stesso scopo è impiegata anche la resina dell’abete rosso.
Le gemme sono raccolte in marzo, contengono resina, olio essenziale (particolarmente ricco di pinene e limonene).
Alle gemme resinose sono riconosciute proprietà balsamiche, bechiche, stimolanti, diaforetiche, diuretiche.
Preparati di gemme sono impiegati per il trattamento della tosse, delle affezioni catarrali dell’apparato respiratorio e per tonificare e attivare la circolazione.

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DiAlessandra Zarone

Naturopatia Desio: Uncaria Tomentosa e sistema immunitario

 Naturopatia Desio: Uncaria Tomentosa e sistema immunitario:

 

Uncaria Tomentosa rientra nei rimedi per il sistema immunitario, poichè  agisce sui globuli bianchi dotati di attività fagocitaria. I globuli bianchi rappresentano la prima linea di difesa dell’organismo contro gli agenti estranei.
Essi svolgono le loro funzioni nel tessuto connettivo, nel quale migrano grazie alle proprietà ameboidi (spingono delle porzioni del citoplasma cellulare verso l’esterno, come dei falsi piedi), dopo aver attraversato la parete dei vasi sanguigni. Il sangue circolante rappresenta infatti il loro mezzo di trasporto dagli organi dove sono prodotti al tessuto connettivo, dove svolgono la loro funzione e muoiono.

Il termine immunità deriva dal latino, e significa “protezione“. Il sistema immunitario è quindi un apparato protettivo, che difende l’uomo dalla nascita in poi.
Il suo compito principale è quello di proteggere il nostro corpo da agenti infettivi, come virus, batteri e parassiti, capaci di superare barriere cutanee e mucose. Esso è in grado inoltre di identificare la eventuale presenza di cellule, appartenenti all’organismo, ma deviate dalla norma (cellule tumorali), e di eliminarle.

Il medicamento degli indigeni delle foreste amazzoniche :

Esistono due specie di Uncaria, la tomentosa e la guianensis, molto simili tra loro, vengono usate, senza distinzione, come medicamento dagli indigeni della foresta da oltre 2000 anni.

Quando utilizzare Uncaria:

Secondo i curanderos peruviani questa pianta può essere utilizzata per curare ferite profonde, dolori alle ossa, problemi renali, patologie degenerative, per ristabilire le donne dopo il parto e come contraccettivo.In particolare, per i brasiliani, l’unghia di gatto è un rimedio popolare contro il cancro, soprattutto delle vie urinarie.

Studi condotti sull’Uncaria hanno evidenziato la sua utilità in caso di dolori di origine infiammatoria acuta e cronica (osteoarticolari,viscerali e mestruali, gengiviti, emorroidi), di disturbi gastrointestinali, di ulcere gastroduodenali e nelle malattie da raffreddamento e virali (faringiti, laringiti, influenza).

La parte dell’Uncaria che viene usata come droga è la corteccia .

In alcuni studi è stato inoltre evidenziato che il contenuto alcaloideo varia nella pianta, sia qualitativamente che quantitativamente, in funzione delle fluttuazioni stagionali.
Da quanto detto emerge l’importanza della standardizzazione di qualsiasi prodotto derivato dall’ Uncaria, se se ne vogliono sfruttare in particolare alcune proprietà.
L’interesse dei ricercatori si è focalizzato negli ultimi venti anni sugli alcaloidi pentaciclici ossindolici contenuti nel genere, di cui è stata evidenziata la potente azione immunostimolante.
La frazione glicosidica, in particolare i glicosidi dell’acido quinovico, mostra invece importanti proprietà antiinfiammatorie ed antivirali. La stimolazione aspecifica del sistema immunitario si traduce in un sostanziale aumento dell’ attività fagocitaria dei macrofagi del sistema reticoloendoteliale e dei granulociti neutrofili e in un aumento della reattività delle cellule immunitarie nei confronti di antigeni diversi (virus, batteri ecc.). La pianta è stata ed è tuttora usata come terapia adiuvante nelle forme classiche di terapia antineoplastica (chemio e raggi gamma).

In pazienti sottoposti a chemioterapia, il trattamento con preparati di Uncaria tomentosa, titolati nel contenuto di alcaloidi ossindolici, ha ridotto il numero di pancitopenie (tipico effetto collaterale della chemioterapia), determinando una minor incidenza di infezioni da compromissione del sistema immunitario. In pazienti con AIDS è stata notata una generale trasformazione positiva del decorso della malattia, traducibile in un aumento delle cellule Natural Killer e dei linfociti T4 ed un miglioramento delle infezioni opportunistiche.
Vuoi rinforzare il tuo sistema immunitario? contattami per una consulenza erboristica associata ad una corretta alimentazione.

DiAlessandra Zarone

Naturopatia Desio: Carota

Naturopatia Desio: Carota:

La carota, nella tradizione araba ha evocato il simbolo della Bontà. Favorisce l’alito fresco e la salute della bocca.

Le proprietà curative:

E’ un ottimo, cicatrizzante, diuretico, evacuante, lassativo e depurativo. Di questa pianta si usa l’infiorescenza, radice e foglie.

Il decotto di fiori essiccati si utilizza con il clistere ed ha un doppio scopo lassativo e rinfrescante intestinale. Il decotto della radice si beve a scopo diuretico.

Un impiastro di foglie e radici si applica su ferite e ustioni.

La carota è coltivata per il fittone radicale di colore bianco nelle varietà da foraggio ed arancio nelle varietà da ortaggio (cristalli di caroteni nei cromoplasti delle cellule parenchimatiche). La carota è ricca di vitamina A (Betacarotene), B, C, PP, D ed E, nonché di sali minerali e zuccheri semplici come il glucosio. Per questo motivo il suo consumo favorisce un aumento delle difese dell’organismo contro le malattie infettive.


La carota è molto usata in cosmesi perché antiossidante e ricca di betacarotene, perciò stimola l’abbronzatura prevenendo la formazione di rughe e curando la pelle secca e le sue impurità; la sua polpa è un ottimo antinfiammatorio molto adatto a curare piaghe, sfoghi cutanei e screpolature della pelle.

La carota cura i polmoni:

È molto indicata per la cura delle affezioni polmonari e nelle dermatosi; quale gastro-protettore delle pareti dello stomaco è un ottimo antiulcera.

Rimedio anti invecchiamento:

Fra le altre molteplici proprietà curative, la carota ha quelle di prevenire l’invecchiamento della pelle, facilitala secrezione del latte nelle puerpere, tonifica il fegato, regola il colesterolo. Altri benefici riconosciuti sono la facilitazione della diuresi, la tonificazione dei reni, l’innalzamento della emoglobina, la regolazione delle funzioni intestinali. Infine, favorisce la vista portando sollievo ad occhi stanchi ed arrossati ed è indicato nella prevenzione della cataratta e del glaucoma.

Essenza floreale di Carota:

Calma il sistema riproduttivo . E’ Utile per gli occhi, la colonna vertebrale e rafforza il sistema immunitario. Purifica le energie della  colonna, del sacro e del cranio. Aiuta le persone molto mentali, che si preoccupano oltre il dovuto o si lasciano coinvolgere troppo dall’ego. L’essenza  consente di riconnettersi al proprio divino sè.

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DiAlessandra Zarone

Naturopatia Desio: Frassino_ il padre degli alberi

Naturopatia Desio: Frassino_ il padre degli alberi:

Il Frassino, padre degli alberi era considerato un albero sacro presso i Celti. Era simbolo di spiritualità, rinnovamento e risurrezione, capace di donare alte percezioni e curare le malattie infantili. Era associato alla divinità nordica Yggdrasil , ad  Urano e Marte.

Leggende mitologiche:

L’immagine più grandiosa del mitico Albero del mondo, dell’Asse del mondo che s’innalza fino al cielo e giunge negli inferi sostenendo e rigenerando l’universo, è quella del frassino Yggdrasill descritto nell‘Edda di Snorri Sturluson, un testo che, pur risalendo all’inizio del XIII secolo, riflette tradizioni antichissime ed è un riassunto in
prosa della mitologia nordica.

Yggdrasill «è fra tutti gli alberi il maggiore e il migliore; i suoi rami sovrastano il cielo». È sorretto da tre possenti radici che si spingono in diverse direzioni. La prima arriva nella terra degli Asi, degli dei celesti: sotto di essa vi sono una fonte e una bella sala dove risiedono tre fanciulle, le Nome, che «danno agli uomini la vita» determinandone
il destino, e si prendono cura dell’albero perché non secchi né marcisca, attingendo ogni giorno alla fonte l’acqua sacra e pura con la quale, mescolata all’argilla che si trova nelle vicinanze. L’albero è fonte della saggezza cosmica, tant’è vero che Odino apprende i misteri della vita universale, rappresentati dalle rare, re stando appeso per nove notti senza cibo né bevanda su Yggdrasill e superando tre prove iniziatiche.

La tradizione medievale:

Nella Descriptio insularum aquilonis di Adam (XI secolo D.C.), canonico e magister scholarum di Brema, viene ricordato un tempio di Uppsala, nella Svezia pagana:
«In questo tempio, completamente rivestito d’oro, si venerano le statue delle Tre Divinità :Thor, Odino e Freyr. Nei pressi si leva un enorme albero che allarga i suoi rami ed è verde d’inverno come d’estate.Nessuno sa di che specie d’albero si tratti.

Frassino e alfabeto Ogham:

Nell’alfabeto arboreo celtico Ogham il frassino era il terzo albero della serie e designava il mese che precedeva l’equinozio di primavera. Per questo motivo, fino a un secolo fa, in Francia si usava accendere il fuoco nuovo con il suo legno chiedendogli di far scendere le prime piogge di primavera affinché rianimassero la vegetazione dopo il
lungo inverno.

Proprietà curative:

Ippocrate e Teofrasto lo consideravano diuretico, Dioscoride e Plinio sostenevano
che può guarire i morsi di vipera, confermato nel rinascimento dal Mattioli.
Nel 1712 si scoprono le proprietà febbrifughe della corteccia e nel 1939 quelle contro il reumatismo e la gotta.

 

  • Il decotto delle giovani radici raccolte in primavera o in autunno ha proprietà antidropica.
  • Il decotto della polvere ottenuta dalla corteccia dei giovani rami di 3-4 anni raccolta alla ripresa vegetativa e fatta essiccare all’ombra, ha proprietà toniche, eupeptiche, antidiarroiche e febbrifughe; per uso esterno viene utilizzato come cataplasma dalle proprietà astringenti.
  • L’infuso delle foglie raccolte a fine primavera-inizio estate ed essiccate al sole, viene utilizzato come emolliente.
  • L’infuso di frutti raccolti d’estate è diuretico, lassativo, sudorifero, antireumatico, con proprietà curative della gotta per l’eliminazione degli acidi urici e nella cura delle cistiti.

 

  • Il decotto di manna, ricavata dal succo zuccherino che sgorga dalle lesioni della corteccia e che si rapprende rapidamente a contatto dell’aria, raccolto in estate, è un blando purgante, ha anche proprietà bechiche e anticatarrali; può essere usato come collirio nelle congestioni oculari; pezzetti di manna sciolti in bocca lentamente hanno proprietà espettoranti.
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DiAlessandra Zarone

Piante astringenti

Le piante astringenti:

Cosa sono le piante astringenti? Vediamo di cosa si tratta.

Un astringente è una sostanza che attenua le funzioni dei tessuti.

L’astringenza è data dalla presenza di tannini, che astringono la superficie della pelle e delle mucose, formando una sottile membrana.

I tannini sono utilizzati per la coagulazione della sanguinazione capillare, per le escrezioni plasmatiche (siero) e la guarigione di ferite. Sono nello stesso tempo dei germostatici.

Quando si utlizzano:

  • Infiammazioni dell’alto tratto digestivo
  •  Diarrea a seguito di infiammazioni gastrointestinali
  •  A livello topico: lesioni aperte, emorroidi, scottature di 3° grado 

Controindicazioni:

Nella maggior parte dei casi assumere subito dopo i pasti principali. In alcuni casi di infiammazione gastrica l’utilizzo a breve termine lontano o prima dei pasti è giustificato. Non usare a lungo termine (4-6 settimane di seguito).

Alcuni esempi di rimedi naturali astringenti:

  • Acacia catechu (Acacia)
  •  Agrimonia eupatoria (Eupatoria)
  • Alchemilla vulgaris (Alchemilla)
  • Bidens spp. (Bidens)
  • Carduus benedicta (Cardo santo)
  • Quercus spp. (quercia)

 

 

Astringenti e resine:

 

Il potere astringente è dato dalla presenza di resine, gommoresine, oleo gommoresine. Le piante a resina sono generalmente antimicrobiche, stimolanti della leucocitosi locale, astringenti, rubefacenti.

 

Altri esempi:

  • Commiphora myrrha (Mirra)
  •  Propolis
  • Calendula officinalis (estratto)
  • Styrax benzoin
  •  Resine di conifere

 

Puoi affrontare le problematiche descritte con rimedi naturali adatti a te, prenota    una consulenza naturopatica.

DiAlessandra Zarone

Il potere curativo delle piante amare

Piante amare:

Oggi vi parlerò delle piante amare, definite così in quanto:

Aumentano la secrezione gastrica (prima dei pasti) e tonificano il sistema digestivo. Una parte sono anche ottimi epatici.

 

Il meccanismo d’azione degli amari provoca:

  • Stimolazione dei recettori per l’amaro sulla lingua .
  • Stimolazione del vago, rilascio di gastrina, stimolazione secrezioni gastriche e salivari, che a loro volta stimolano.
  • Secrezioni da parte del pancreas, cistifellea, duodeno, ecc.
  • Riducono infezioni enteriche e dispepsia.
  • Riducono la fermentazione, specialmente durante le febbri quando il tratto gastrointestinale è meno attivo a causa della ridotta perfusione ematica.
  • Riducono l’iperattività ad allergeni ed antigeni.
  • Aumentano il flusso di bile.
  • Aiutano a regolare le secrezioni di insulina/glucagone
  • Stimolano l’appetito contribuiscono alla rigenerazione delle pareti intestinali.
  • Promuovono l’assorbimento di grassi e vitamine A, D, E, K.
  • Promuovono una leggera leucocitosi.
  • Riducono la temperatura corporea (aumentano il flusso ematico al fegato).

 

Sono adatte per:

Anoressia e cattiva digestione
• Disturbi epatici e biliari (azione coleretica)
Disturbi della glicemia
Gastrite cronica e ulcera gastrica
Intolleranze alimentari e allergie
• Condizioni di debilitazione associate ai disturbi sopra elencati
Condizioni febbrili
Ittero

 

Le piante amare possono risultare utili anche in casi di disturbi non direttamente gastrointestinali:

 

emicranie e cefalee
problemi infiammatori, soprattutto cutanei
• condizioni di ipersensibilità ed allergia

Controindicazioni:

• Ulcera duodenale
• Condizioni descritte come ‘caldo-fredde’ nelle medicine tradizionali

 

Alcuni esempi di rimedi  amari:

• Puri: trifoglio, genziana, centaurea, ruta, curcuma, assenzio
• con mucolasi: tussilago, canapa
• con astringente: asclepia

 

 

Quale problematica  stai incontrando? per poterti aiutare contattami per una consulenza naturopatica.

DiAlessandra Zarone

Fegato : il ruolo chiave secondo la Medicina Cinese

Il fegato e la Medicina Cinese:

In questo articolo cercherò di sintetizzare il ruolo fondamentale svolto dal Fegato nella Medicina Cinese.

  • Governa il flusso del Qi.
  • Il fegato equilibra il dinamismo del Qi di tutto.
    l’organismo, regolandone il flusso di ascesa, discesa, uscita ed ingesso.

A questa funzione fanno riferimento altre sub-funzioni, tra cui:

  • Regolarizza il Qi, prevenendo stagnazioni od ostruzioni.

 

  • Facilita la circolazione del sangue e i fluidi corporei.
  • Questi due elementi appartengono allo Yin, che per natura è fermo, la loro propulsione è attivata dal Qi che viene gestito dal fegato direttamente.
  •  Facilita le attività di sintesi e trasporto di milza e stomaco. Il fegato collabora con le funzioni di questi due organi perché il moto discendente e ascendente
    del Qi facilità le loro attività.
  • Influenza la secrezione biliare. La bile deriva dall‟eccesso di Qi epatico, quindi il controllo del Qi influisce anche su questo aspetto .
  •  Regolarizza gli stati emotivi dell’individuo.
  • Influenza i cicli mestruali e  eiaculazione, entrambe attività normalizzate dal
    flusso del Qi.
  • Accumula il sangue
  • Regola il volume del sangue e previene il sanguinamento. In questo modo regola la quantità di Qi afferente allo Yang prevenendo gli eccessi, contemporaneamente, attraverso il controllo del volume ematico, riesce a dare risposta alla domanda di sangue da parte dei tessuti.

Il fegato a livello organico pertiene allo Yin, a livello funzionale pertiene allo Yang:

  • Il fegato a livello organico pertiene allo Yin, a livello funzionale pertiene allo Yang.
  • Il fegato è associato ai tendini, che si riflette nel buono stato delle unghie. Il buono stato dei tendini dipende dal nutrimento apportato dal sangue epatico. Con buon nutrimento i tendini sono flessibili e resistenti, mentre con nutrimento scarso, i tendini si indeboliscono e le giunture vengono colpite da tremolii.

 

La rabbia è connessa la fegato:

Viene associato alla rabbia, provocando la sua ascesa e conseguente fuoriuscita, la funzione regolatrice del Qi da parte del fegato blocca questo problema e ne riporta i valori a livello di normalità.

Il fegato è associato agli occhi. Il meridiano regolare Jueyin ascende verso il capo fino a congiungersi nel bulbo oculare. Il Qi sale attraverso il canale epatico (meridiano epatico) per mantenere le funzionalità sensoriali.

In deficit di sangue epatico, l’occhio avvertirà secchezza, sovraesposizione visiva e offuscamenti.

Il fegato è associato alle lacrime:

Il fegato è associato alle lacrime, secrete dagli occhi. In condizioni di normalità epatica, le lacrime detergono e idratano l’occhio senza uscirne, mentre in condizioni anomale (deficit di sangue epatico), l’ occhio apparirà secco e insorgeranno pruriti.

La bile si origina dall’eccesso di Qi epatico:

La bile si origina dall’eccesso di Qi epatico, quindi la produzione in termini di qualità e volume della bile da parte della cistifellea viene regolata dal buon funzionamento del fegato.

 

Dietetica Cinese e riequilibrio dei cinque elementi:

La dietetica cinese è un aspetto del complesso terapeutico proprio della Medicina Tradizionale Cinese. La dietetica cinese si occupa dell’utilizzo a fini terapeutici degli alimenti siano essi assunti in forma unica o in combinazioni con altri alimenti o con rimedi propri della farmacologia cinese e nell’ambito della medicina tradizionale cinese, ha un’importanza fondamentale. Nelle corti imperiali dell’antichità il dietologo era di importanza inferiore solo al medico ed era tenuto nella massima considerazione tant’è vero che la scienza della quale era depositario venne trasmessa in forma scritta nei testi classici di M.T.C. (Medicina Tradizionale Cinese) a cominciare dal caposaldo Huang Di Nei Jing, scritto attorno al II secolo a.C. Di dietologia si parla anche nel testo di Zhang Zhong Jing, lo Shang Han Za Bing Lun (Trattato sulle malattie febbrili da penetrazione del freddo) nel quale vengono trattate le malattie determinate dalla penetrazione del Freddo e dove vengono descritti i corretti comportamenti alimentari per la soluzione dei quadri clinici descritti dal grande medico del III secolo d.C. Consigli dietetici vengono forniti anche nel testo Shennong Ben Cao Jing (Trattato di Farmacologia di Shennong) risalente al I secolo a.C. e nell’opera di Sun Si Miao, il Bei Ji Qian Jin Yao Fang apparsa alla fine del VII secolo a.C.

 

Se sei coinvolto in prima persona in problematiche epatiche, puoi prenotare una consulenza in Dietetica Cinese. Tale consulto e’ rivolto a tutti coloro che desiderano ripristinare l’equilibrio dei cinque elementi: legno  fuoco terra metallo acqua, attraverso l’assunzione di alimenti corretti, in sinergia prodotti erboristici adatti alla tipologia a cui appartengono. In base alle sintomatologie psicosomatiche, è possibile comprendere dove è insorto il disequilibrio .

DiAlessandra Zarone

Otite e rimedi naturali

Otite e rimedi naturali:

E’ possibile trattare l’otite con rimedi naturali. Ma vediamo ora come si manfesta :

L’otite è un processo infiammatorio dell’orecchio che, in base alla sede in cui si localizza, si distingue in: otite esterna (infiammazione del condotto uditivo, la parte più esterna dell’orecchio), che colpisce soprattutto i giovani d’estate, a causa dei germi e dei funghi presenti nelle piscine e nel mare. Questi, in un ambiente umido, hanno vita facile, causando l’infezione. L’otite esterna può essere causata anche da una pulizia non adeguata delle orecchie. A tal proposito, è sconsigliato l’utilizzo dei classici bastoncini di cotone che possono irritare l’orecchio. L’otite media, invece, colpisce soprattutto i bambini ed è la forma più grave di otite, poiché causata da batteri o virus. Il motivo per cui sono i più piccoli ad ammalarsi più frequentemente è fisiologico: la tromba di Eustachio, il condotto che collega l’orecchio medio alla faringe, è più corto nei bambini e, di conseguenza, batteri e virus si annidano più facilmente.

 

Le cause più frequenti di otite:

Infezioni delle alte vie respiratorie (riniti, adenoiditi, tonsilliti), in cui la tuba di Eustachio può chiudersi e le secrezioni dell’orecchio si accumulano favorendo la colonizzazione da parte di batteri, virus e funghi; uno stato allergico locale; le lesioni da grattamento del condotto uditivo (es. cotton-fioc), le malattie cutanee (es. eczema e psoriasi), le alterazioni della funzionalità della tuba (non funzionando il sistema ciliare che dovrebbe eliminare le secrezioni prodotte dal condotto uditivo, queste si accumulano), la scarsa igiene e la vita in comunità (soprattutto per quanto riguarda i bambini che, andando all’asilo o a scuola, sono più soggetti a varie infezioni di diverso genere).

La visione Psicosomatica:

L’ otite rappresenta un conflitto legato al tema dell’ascolto, bisogno di non sentire, conflitto e confusione.
La persona che ne soffre in maniera ricorrente é profondamente e inconsciamente infastidita perchè costretta ad ascoltare cose che la disturbano.
È un’individuo esposto ad opinioni, a critiche, a lamenti e rimproveri che a causa di una propria limitazione caratteriale e/o emotiva non riesce a distaccarsi e sottrarsi a questa limitante situazione.
Molte otiti nell’età adulta hanno infatti come fattore scatenante un forte stress lavorativo: sul luogo di lavoro spesso il soggetto non sopporta più toni e parole con cui altri gli si rivolgono (spesso da parte dei capi ma ancora piu spesso da parte dei colleghi).

 

Alcuni rimedi erboristici:

  • Collisonia canadensis T.M.
  • Ribes nigrum M.G .1 DH

L’olio di Verbasco è utile in caso di infezione, alleviando il dolore. Applicare localmente.
Melissa è un buon rimedio per le infezioni grazie alle proprietà antivirali e antisettiche che combattono l’infezione . Applicare melissa nell’orecchio. Mescolare un po ‘ di aglio o zenzero tritato finemente con il miele e consumare la miscela sia con acqua calda o tè per ottenere risultati migliori .

Le foglie di Basilico sono un ottimo rimedio rimedio . Il succo delle foglie di Basilico viene applicato nelle orecchie e serve come un detergente e disinfettante per combattere i batteri e virus presenti all’interno.

 

Se sei interessato a questa problematica, prenota il tuo consulto naturopatico.

DiAlessandra Zarone

Depurati con la Spagyria

Depurati con la Spagyria:

La Spagyria ha origini antichissime, difatti le Erbe e piante officinali hanno accompagnato l’uomo per tutto il corso della sua storia.
Il più antico documento medico occidentale, per ora rintracciato, è il Papiro di Ebers, risalente al 1500 a.C.

Cenni storici:

Gli Egizi facevano largo uso di rimedi vegetali, in particolar modo conoscevano le proprietà delle erbe e piante officinali di tipo aromatico, che impiegavano nel processo di mummificazione.
Nell’Antica Grecia, le conoscenze sulle erbe e piante officinali si mescolarono con le teorie medico-filosofiche e si basavano soprattutto sulle nozioni contenute nei testi medici scritti da Ippocrate (V secolo a.C.) e in quelli botanici di Teofrasto e successivamente di Dioscoride.

A quest’ultimo si deve il primo trattato di botanica farmacologica dell’antichità: l’opera De Materia Medica, ancora oggi, è preso a modello nella stesura degli erbari contemporanei.
Già nel I secolo d.C. vennero realizzati gli orti medicinali, dove si coltivavano piante sfruttate dalla Medicina Umorale di Ippocrate, perfezionata a Roma dal medico Galeno.

Le piante alleate per la purificazione del corpo, da iniziare con la Primavera,  sono il carciofo, l’ortica e il tarassaco, note per la loro attività depurativa la quale sostiene la funzionalità di organi emuntori come il fegato, i reni la pelle e l’intestino. Non dimentichiamo però betulla, pilosella e uva ursina piante alleate delle vie urinarie e della circolazione linfatica.

Rimedi su misura per te:

Non tutte le erbe posso andare bene per tutti. Difatti la Spagyria ha rivalutato uno dei principi di Ippocrate, secondo il quale l’organo umano può essere curato da ciò che più gli è simile, quindi meglio assimilabile. Pertanto si ritiene che gli organi dell’uomo si ritrovino nelle forme e nei colori di alcuni prodotti della natura e che la rassomiglianza fra gli uni e gli altri indichi la presenza del medesimo archetipo regolatore, il cui potere può essere estratto e introdotto nell’organo carente di tale potere, quindi malato, per ripristinarne le funzioni.

Il pensiero paracelsiano:

 

  • Paracelso afferma che vi è un “Liber naturae“in  cui occorre imparare a leggere il libro della natura per leggere in noi stessi. La base di ogni terapia consiste nella corrispondenza esatta di uomo interiore e di un uomo esteriore, poichè l’anatomia cosmica corrisponde all’anatomia umana.
  • Per Paracelso la natura aiuta se stessa, nel senso che essa è la tempo stesso origine e rimedio della malattia e conoscere la natura significa per Paracelso conoscere come essa opera nella malattia.

La natura è un insieme di forze in perpetua trasmutazione:

La natura è un insieme di forze in perpetua trasmutazione. La Spagyria svela gli occulti processi della Natura,definiti “mysteria” attraverso l’Arcanum, che Paracelso definisce un’entità leggera che “può essere trasportata dagli astri come una piuma al vento“,ossia è soggetta ai loro influssi. Attraverso la connessione astro e arcanum, si stabilisce il rapporto dell’astro con la malattia. La Spagyria opera come mediatrice cosciente fra uomo e natura.Cio’ consente il riequilibrio originario e il ripristino del flusso vitale.
Niente e’ nel cielo che non sia agente anche nell’uomo” continua Paracelso.
Le radici agiscono sul cervello, le foglie e il fusto sugli organi del torace, i fiori sugli organi riproduttivi, frutti e semi sugli organi del ricambio. Inoltre le radici sono legate a Saturno, il gambo a Marte, le foglie alla Luna, i fiori a Venere, i frutti a Giove e i semi a Mercurio. Le radici sono poi associate all’elemento terra, le foglie all’elemento acqua, i fiori all’elemento aria e i semi all’elemento fuoco.

Ogni specie vegetale ha un’anima ove è prevalente un archetipo o pianeta, che le conferisce particolari virtù curative.
Se desideri iniziare un programma di depurazione primaverile, attraverso la Spagyria, contattami qui.

DiAlessandra Zarone

Alchimia e Spagyria

Alchimia e Spagyria:

Alchimia e Spagyria sono parte di uno dei nostri strumenti olistici, in cui applichiamo è il concetto alchemico al fine di comprendere la persona nella sua totalità.
In questo consulto, la simbologia e l’analogia sono fondamentali :
« Tutto ciò che è in alto è come ciò che è in basso, tutto ciò che è in basso è come ciò che è in alto. E questo per realizzare il miracolo di una cosa sola da cui derivano tutte le cose, grazie ad un’operazione sempre uguale a se stessa. »(Ermete Trismegisto “La tavola di Smeraldo”).

 

 

Spagyria e Archetipo:

Con la Spagyria si entra in contatto con l’Archetipo delle piante che risuonano con la sua personale frequenza astrale.
Le piante conducono alla guarigione, poiché sono in sintonia con gli influssi planetari del momento in cui la persona è stata concepita.
E’ dunque possibile ripristinare l’armonia del corpo – microcosmo e macrocosmo attraverso l’analisi dei pianeti, secondo quanto trattato nelle opere paracelsiane .

 

 

Qualche cenno storico:

La Spagyria si basa sulla convinzione che nell’uomo sano le forze dense e sottili sono in perfetto equilibrio e chela malattia interviene quando tale equilibrio è spezzato.
La malattia dipende dunque da squilibri energetici che si manifestano sollo in un secondo momento anche sul piano fisico..Per curare la malattia è necessario agire innanzitutto sulle parti piú sottili dell’uomo.
La Spagyria afferma che vi è una unità fondamentale, un’ origine comune tra le differenti manifestazioni della natura, e considera pertanto le relazioni che intercorrono fra il microcosmo (l’uomo), il macrocosmo locale (i tre regni minerale, vegetale e animale) ed il macrocosmo ( al momento del concepimento, l’anima dell’uomo risuona con tutto il macrocosmo,con la posizione degli astri e con il momento presente che rimane impresso come caratteristica nell’essere.

 

 

Attraverso questa “fotografia” la persona risuonerà in sincronia con la posizione degli astri, rientrando in determinati tipi di corporature, caratteri e psicologia.Così come l’uomo anche le piante e i minerali subiscono l’influenza del macrocosmo e viceversa..
L’elisir spagyrico è in grado di ridare alla persona la frequenza necessaria per rientrare in contatto con l’equilibrio.

 

Se sei interessato ad una consulenza spagyrica,contattami  qui .

DiAlessandra Zarone

Naturopatia Desio: Faggio, antico rimedio

Naturopatia Desio: Faggio, antico rimedio celtico

Il Faggio è un antico rimedio, riginario dal centro d’Europa, l’ovest della Russia e la zona del Caucaso, questo albero fiero, che può raggiungere i 30 metri, in Inghilterra veniva chiamato “madre della foresta”. ll Deus Fagus , “il divino faggio”, Beech, Sex Arbor , nelle iscrizioni dei Pirenei, e un dio anonimo rappresentato da una conifera su un altare a Tolosa, probabilmente scelto fra gli alberi liguri di culto, tale culto continuato dai Celti in epoca romana.

 

Eamhancholl, Beech, faggio, era conosciuto per la sua generosità, dava protezione e nutrimento, le sue ghiande erano mangiate e per non morire di fame, si facevano amuleti di buon auspicio da portare con sé. Era connesso al tempo, alla saggezza e al sapere scritto, con questa pianta si facevano legnetti con cui scrivere,chiamata dagli anglosassoni “Boc”, difatti i primi libri “books” furono scritti con i legnetti di faggio. Tutto ciò che veniva scritto acquisiva il potere magico degli dei, si scrivevano desideri o incantesimi su un pezzetto di corteccia e si bruciava il tutto, si credeva che ciò avrebbe realizzato il desiderio.

Mattioli riconosceva alle foglie del faggio proprietà astringenti. Queste, comuni a tutte le fagacee, sono in relazione alla presenza di tannini che si trovano in buona quantità nelle piante di questa famiglia.

 

Eccellente rimedio spagyrico:

Legato al pianeta Saturno, stimola la concentrazione e lo sviluppo interiore.
Il faggio possiede molte virtù benefiche che influenzano positivamente sia la nostra psiche sia la nostra salute fisica.
La sua sola presenza è infatti in grado di trasmettere vibrazioni positive, una carica energetica che dona pace e calma a chi gli sta intorno.
Queste vibrazioni pare abbiano anche effetti vivacizzanti sulla nostra creatività.
a corteccia, il legno le foglie e i semi hanno proprietà astringenti, antisettiche, depurative e disinfettanti.

Sono ottimi infatti per impacchi depurativi per la pelle del viso o come astringenti per gli eccessi di sebo. Volendo preparare un infuso, troveremo molto gradita la sensazione rinfrescante, tonificante e calmante che è in grado di offrire. Ottima per le calde giornate estive.

Utilizzi nella medicina popolare:

Gli infusi di foglie di faggio venivano utilizzati per alleviare le scottature o le infiammazioni, così come per gli orzaioli o le infezioni alle vie respiratorie. Il decotto di corteccia serviva in caso di febbre mentre dal carbone e dalle ceneri del suo legno si ricavavano unguenti utili contro le infiammazioni, con particolari proprietà balsamiche ed espettoranti.

I frutti potevano essere tostati e utilizzati per ottenere una bevanda calda con un processo simile a quello del nostro caffè.

 

Proprietà fitoterapiche:

Il faggio è ricco di ferro, calcio, potassio, tannini, flavonoidi, creosoli e fenoli, minerali e elementi essenziali al nostro organismo e come aiuto nella lotta ai radicali liberi .

Le gemme hanno proprietà stimolanti le cellule epatiche, come coadiuvanti nella riduzione del colesterolo, come diuretici e stimolanti renali,difatti è indicata insufficienza renale, litiasi renale, ed anche obesità da ritenzione idrica, frena la produzione d’istamina e quindi è adatto per le allergie.
.
Il Faggio è usato anche come antidolorifico, curativo, antinfiammatorio,
cicatrizzante.
Si possono succhiare dei rametti freschi della pianta per attenuare i dolori alla milza e al fegato. Con il decotto del carbone di faggio si cura il “fuoco di Sant’Antonio” ed infine con la polvere di legno, prodotta dai tarli, se usata come il talco allevia l’infiammazione della cute, si usa inoltre per la prevenzione e la cura delle piaghe da decubito per accelerare la cicatrizzazione e prevenire l’infezione.

In floriterapia:

Il faggio è un albero raffinato e quasi perfetto: possiede un legno con grandi venature e senza nodi che può essere lucidato con ottimi risultati, la corteccia è liscia, le foglie sono eleganti, pieghettate, di un verde intenso. Tuttavia, la tendenza al perfezionismo può a volte trasformarsi in un atteggiamento critico o intollerante, come quello che caratterizza il soggetto Beech nello stato disarmonico . Bach disse in merito a questa pianta:
Per coloro che sentono il bisogno di vedere più bontà e più bellezza in tutto quanto li circonda, e, sebbene molte cose appaiono sbagliate, riescono a cogliere quello che c’è di buono in esse. Questo, al fine di essere più tolleranti, più comprensivi e più miti nei confronti di ogni creatura e dei modi in essa sta lavorando per arrivare alla sua perfezione finale”.

Ti è piaciuto il mio articolo? se sei coinvolto in una o più tematiche trattate, contattami per una consulenza naturopatica.

DiAlessandra Zarone

Naturopatia Desio: Il concetto di Naturopatia

Naturopatia Como: Il concetto di  “Naturopatia”:

Il termine “naturopatia” fu coniato nel 1895 dallo statunitense John Scheel, medico a
New York.
Il significato odierno più accreditato della parola “naturopatia” è “sentiero della natura” per mantenere o ripristinare lo stato di benessere.

Non è chiaro se il termine sia derivato da Nature’s Path (Sentiero della natura) da cui,
in seguito, Naturopathy; più discussa rimane l’attribuzione dell’etimo a natura e al
greco pathos (simpatia, empatia, sentimento, sofferenza) ovvero “empatia con la natura”.

Obbiettivi della Naturopatia:

  • Sostenere le forze auto-guaritrici dell’organismo
  • Identificare e curare la causa del disagio o della malattia
  • Curare la persona e non la malattia
  • Fungere come insegnante del corretto stile di vita
  • Prevenire le malattie ritrovando l’equilibrio con i cicli della natura.

 

 

Gli strumenti della Naturopatia:

La Naturopatia è un’insieme di scienze fra loro strettamente collegate che se ben condivise portano il Naturopata ad avere una visione d”insieme del paziente decisamente utile per il ripristino ottimale delle sue condizioni energetiche e fisico-psichiche.
Lo studio della Naturopatia contempla sia elementi di carattere generale riconducibili alla medicina classica quali: l’anatomia, la fisiologia, la genetica di base e la patologia generale sia elementi di carattere decisamente alternativo riconducibili alla medicina tradizionale cinese, alla fitoterapia, all’aromaterapia, alla floriterapia,
all’omeopatiia e via discorrendo.

La visione che noi proponiamo è incentrata sulla consapevolezza che esiste un’unità inscindibile non solo tra psiche e soma, fra cellula e organismo, ma più profondamente tra macro e microcosmo, fra uno e tutto.
Ogni elemento dell’universo è in relazione con tutti gli altri, in una relazione di interdipendenza.

La visione di Gurdjeff:

Come afferma lo studioso George Gurdjieff :” La vita organica sulla terra è sottoposta a influenze simultanee provenienti da fonti varie e da mondi diversi … esse agiscono tutte contemporaneamente, ma con la preminenza dell’una o dell’altra a seconda dei momenti. Tutta la materia del mondo che ci circonda, il cibo che mangiamo, l’acqua che beviamo, l’aria che respiriamo, le pietre di cui sono costruite le nostre case, gli stessi nostri corpi, ogni cosa è attraversata da tutte le materie esistenti nell’universo .

nel vero senso della parola. Le stesse forze, le stesse leggi che reggono la vita dell’universo agiscono in lui.” Tutta la materia del mondo che ci circonda, il cibo che mangiamo, l’acqua che beviamo, l’aria che respiriamo, le pietre di cui sono costruite le nostre case, gli stessi nostri corpi, ogni cosa è attraversata da tutte le materie esistenti nell’universo … L’uomo è un universo in miniatura nel vero senso della parola. Le stesse forze, le stesse leggi che reggono la vita dell’universo agiscono in lui.”

 

Le cause di malessere sono:

  • Ambientali : dipendono dalla geografia, dal clima e dalla società.
  • Di regime: dietetiche ( eccesso, scarsità,cattiva scelta dei cibi ) e comportamentali ( sforzi, intemperanze, traumi psichici).
  • Traumatiche: derivanti dal parto, da eventi traumatici, da una vita troppo stressante.

La terapia deve essere rivolta alla totalità del corpo, intervenendo con un regime equilibratore.

La concezione psicosomatica olistica:

La concezione psicosomatica olistica si serve del metodo “analogico” per cogliere i legami di senso che unisce fenomeni apparentemente distanti come mente e corpo, energia e materia.
Il simbolo diviene il tramite di questo processo analogico. L’etimo greco significa ”unire insieme”e rimanda alla funzione del connettere, collegare, consente di cogliere il lato nascosto delle cose inaccessibile alla coscienza e rappresenta la manifestazione di un “mistero”.
Il simbolo diviene il tramite di questo processo analogico.
L’etimo greco significa ”unire insieme” e rimanda alla funzione del connettere, collegare, consente di cogliere il lato nascosto delle cose inaccessibile alla coscienza e rappresenta la manifestazione di un “mistero”.

 

Biologico e psichico, corpo e mente coesistono come due facce di una stessa medaglia: nel biologico è scritta la storia dell’universo ed è presente quell’intelligenza creatrice che informa di sé l’intera realtà.
Il linguaggio del corpo è lo stesso linguaggio dell’inconscio che si muove sul registro dell’analogia e del simbolo.
Osservare e descrivere il funzionamento del corpo significa rintracciare il senso profondo, il linguaggio specifico di ciascun organo che rimanda ad un insieme di significati universali.

Se desideri una consulenza naturopatica,volta alla prevenzione contattami qui .

DiAlessandra Zarone

Naturopatia Desio: Cipresso

Naturopatia Desio: Cipresso:

Cipresso – Cupressus sempervirens L. – Cupressaceae

Fioritura: febbraio-maggio – Parti raccolte: foglie, rametti giovani, galbuli – Tempo balsamico: primavera.

 

Il Cipresso nell’antichità:

Il cipresso della Bibbia e della civiltà mediterranea è una conifera sempreverde dal portamento affusolato, probabilmente originaria dall’altipiano dell’Iran e attualmente coltivata in tutta l’area del Mediterraneo. A maturità forma un cono globoso, usato dagli Egizi per le sue proprietà astringenti, emostatiche e antinfiammatorie. Dalle foglie e dalla corteccia si estrae per distillazione un olio essenziale giallognolo impiegato in profumeria ed efficace per sedare mediante inalazioni una tosse convulsiva. In un testo medioevale si legge: “Contro le emorroidi, quando queste corrono troppo sia fatta una fermentazione di frutti e di foglie di cipresso cotte in acqua piovana, ed in quella stessa acqua si immerga il paziente e gli si da poi dell’acqua del decotto da bere: tutto ciò è molto utile”.

Proprietà medicamentose del Cipresso:

Le parti utilizzate dalla farmacopea popolare erano i ramoscelli freschi, da raccogliere in primavera e i galbuli ancora verdi e carnosi, per le proprietà astringenti, antidiarroiche, antisettiche, antiemorroidali, antireumatiche, vasocostrittrici.

Il Cipresso nella storia antica:

I Persiani vi coglievano il simbolo vegetale del fuoco per la sua forma evocatrice della fiamma e sostenevano che fosse il primo albero del Paradiso.
A queste caratteristiche simboliche corrispondono quelle medicinali grazie alle foglie e ai frutti che contengono, oltre a un elevato tasso di tannino, un olio essenziale molto aromatico con il quale i Romani preparavano profumi. La fama funeraria del cipresso (Cupressus sempervirens) è nata invece
dai poeti greci e latini che cominciarono a considerarlo l‘albero
dei defunti.

Il Cipresso nelle Metamorifosi di Ovidio:

 

Ovidio racconta nelle Metamorfosi che il giovinetto Ciparisso viveva in compagnia di un grande cervo dalle coma d’oro: monili adorni di gemme gli scendevano sul petto, sulla fronte gli pendeva,legata a un laccetto, una borchia d’argento, e sulle tempie
scintillavano due orecchini di perle che portava fin dalla nascita.

Tintura Madre di Cipresso:

 

Per il complesso dei suoi costituenti ha soprattutto un’azione vasocostrittrice e protettiva dei capillari. La tintura di cipresso, utilizzabile in infuso o decotto, è indicata per curare flebiti, varici, emorroidi, mentre l’essenza dei rami è antisettica e spasmolitica, utile come sedativo della tosse.


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DiAlessandra Zarone

Le proprietà sconosciute del Rosmarino

Effetti terapeutici dell’Essenza floreale:

Il Rosmarino è una pianta sottovalutata e banalizzata, dalle proprietà sconosciute. Non tutti sanno che l’essenza floreale di Rosmarino protegge contro la sensazione di essere impotente, combina l’energia e rafforza la vitalità . Nello stato di squilibrio, la persona , non è connessa  con il proprio corpo, ed è caratterizzata da una  mancanza di fisico, calore  e  vitalità nel corpo, l’assunzione di tale essenza,consente di riconnettersi al corpo e di percepire una piacevole sensazione di calore.

La sua azione si rivolge tramite il cuore e si riversa sull’intero organismo influendo sul pericardio. Si impiega nelle debolezze generali, sia fisiche che psichiche,sia nei casi di perdita di memoria e nelle affezioni del sistema nervoso. 

Qualche cenno di Spagyria:

La funzionalità secondaria mercuriana lo rende un ottimo antisettico polmonare. L’estratto spagyrico di rosmarino in unione alla menta e alla lavanda,svolge un’azione stimolante a livello psico-corporeo.

Il Rosmarino nella tradizione popolare:

Il rosmarino (Rosmarinus officinalis) non è soltanto una delle erbe principali della festa del Precursore, usata insieme con l’iperico, la lavanda e la ruta per la cosiddetta «acqua di San Giovanni», ma una pianta che fin dall’antichità ha ispirato leggende, tradizioni e medicamenti miracolosi. Il suo nome latino, rosmarinus, lo collega  al mare: secondo alcuni etimologi deriverebbe da rosrugiada, e maris, del mare. Secondo altri da rosa e maris, e significherebbe «rosa del mare». Ma vi è anche chi sostiene che ros derivi da rhus, arbusto, arboscello: dunque rosmarino significherebbe «arbusto del mare». In ogni modo il suo fiore azzurro rammenta proprio il colore dell’acqua marina.

Nel linguaggio amoroso dei fiori evoca un cuore felice, e se lo si regala trasmette il messaggio: «Sono felice quando ti vedo».

Tradizione ermetica:

Secondo la tradizione ermetica è la pianta del terzo decano dei Gemelli e presiede alle mani e ai loro mali. Per questo motivo nei riti di purificazione le abluzioni manuali con soluzioni al rosmarino erano la condizione per ogni guarigione. Lo si usava anche nelle cerimonie religiose in luogo dell’incenso.

Il Rosmarino era simbolo di immortalità:

Per gli Egizi era simbolo di immortalità, tant’è vero che usavano metterne una manciata in mano al defunto per facilitarne il viaggio nell’oltretomba. I Romani, invece, incoronavano con rosmarino le statuette dei Lari, geni familiari della casa.

L’uso funerario dell’erba si diffuse in gran parte del mondo mediterraneo
ma anche nel Nord, tant’è vero che una volta nell’Europa settentrionale si accompagnavano i morti al cimitero con un suo rametto in mano, mentre da noi si componevano le corone funerarie con alloro, mirto e rosmarino.

Il simbolismo del Rosmarino:

Il simbolismo di rinascita e d’immortalità della pianta ha ispirato una serie di credenze sull’influsso benefico che eserciterebbe sulla psiche e sul corpo. Nelle campagne bolognesi dell’Ottocento si pensava che i suoi fiori, posti a contatto con la pelle, specialmente all’altezza del cuore, donassero la felicità: una credenza antichissima, testimoniata
dal suo nome dorico, makarites, ovvero «beato».

 

Le foglie, a loro volta, messe sotto il letto, avrebbero avuto la virtù di evitare brutti sogni mentre il profumo della pianta, posta in un vaso alla finestra o vicino alla porta, avrebbe allontanato gli effluvi che portavano malattie. Fu usato quale pianta di buon auspicio nel giorno delle nozze perché simboleggiava anche la Sincerità. La pianta proteggeva infine contro i fulmini: opinione che dev’essere nata dalla figura di donna, descritta nel Corpus hermeticum, che regge una folgore in una mano.

Le leggende medievali:

Nel Medioevo le credenze sulle virtù magiche del rosmarino con il legno del quale si fabbricavano scatole e oggetti vari,considerati talismani e amuleti, e persino cucchiai, che avrebbero impedito gli avvelenamenti, e pettini per proteggersi dalla calvizie.
In Inghilterra si ritiene ancora oggi che un rametto, portato all’occhiello di un abito, favorisca qualunque impresa.
Una leggenda andalusa racconta che anche il Rosmarino avrebbe celato fra i suoi rami la Madonna e Gesù Bambino durante la fuga in Egitto impedendo ai soldati di Erode, che li stavano inseguendo, di catturarli.
Grazie alle sue qualità magiche e sacrali si attribuivano al Rosmarino fin dall’antichità stupefacenti proprietà medicinali.

Fu infatti ideata  l’Acqua della regina d’Ungheria, che disse: «Io, donna Isabella, regina d’Ungheria, di anni 72, inferma nelle membra e affetta da gotta, ho adoperato per un anno intero la presente ricetta donatami da un eremita mai da me conosciuto, la quale produsse su di me un così salutare effetto che sono guarita e ho riacquistato le forze, sino al punto di sembrare
bella a qualcuno”.

L’Aceto dei quattro ladri a base di Rosmarino:

Utilizzato durante l’epidemia di peste che colpì Tolosa fra il 1628 e il 1631. Secondo quanto attestano i registri della città, quattro ladri arrestati in flagrante mentre stavano saccheggiando le case degli appestati furono costretti a confessare, dietro promessa di aver salva la vita, qual era la misteriosa sostanza che li preservava dal contagio.
Ma appena ne rivelarono la formula furono impiccati.

 

Se desideri approfondire questo argomento, contattami.

DiAlessandra Zarone

Le virtù sconosciute del Tarassaco

 Il Tarassaco possiede virtù sconosciute:

 

Il Tarassaco ha virtù sconosciute….forse non sapete che  l’essenza floreale,  libera dalle tensioni muscolari, mentali ed emotive. Facilita l’apertura spirituale attraverso il rilassamento del corpo fisico. Tarassaco viene consigliato a tutte le persone che hanno bisogno di imparare a rilassare le proprie tensioni. Questa Essenza è consigliata agli sportivi e a tutti quelli che effettuano un lavoro sul corpo (massaggi, rieducazione ..).

Cenni storici :

Nonostante si ritenga che il suo utilizzo terapeutico sia recente, il suo nome però fa supporre che fosse già conosciuto in epoca antica. Infatti non si hanno testimonianze che il Tarassaco fosse apprezzato come medicina prima del XV secolo (viene segnalato per la prima volta in Europa nell’Ortus Sanitatis del 1485; mentre negli erbari cinesi è menzionato a partire dal VII secolo). Tarassaco deriva dalla parola greca “taraxacos”, che significa “ti guarisco” o “io guarisco”, etimologicamente una combinazione di taraxis (sconvolgimento, problema, disordine) e axas (rimedio); forse ciò dimostra come già i greci apprezzassero le virtù di questa piccola pianta. Tra il XVI e il XIX secolo, il suo utilizzo fu talmente diffuso in erboristeria tanto da dare origine ad una vera e propria terapia a base di tarassaco, la “tarassoterapia”, perché in base alle molte qualità possedute da questa modesta ma utilissima pianta, si possono disintossicare e purificare tutti gli organi del corpo, escluso il sistema nervoso centrale. Con il tempo le sue virtù sono state notevolmente ridimensionate, ma la specie è ancora oggi ai primi posti nella lista delle piante officinali maggiormente utilizzate.

Tarassaco e purificazione naturale:

Di sapore amaro e dolce, rinfrescante, il Tarassaco il riduce l’eccesso di Acqua, riequilibra il Fuoco e stabilizza l’Aria; trova posto nel trattamento di malattie sia acute che croniche. Agisce a livello di fegato, vescica biliare, stomaco, pancreas, reni, intestino. Nessun’altra erba, tranne forse l’ortica, possiede un’azione depurativa e vitaminizzante tanto potente.

 

Svolge un’azione depurativa molto marcata; stimola le secrezioni di fegato, pancreas e intestino; stimola la produzione e il deflusso della bile; grazie alle sue qualità depurative tonifica il fegato ed è utile nelle insufficienze epatiche e nelle cure disintossicanti primaverili; regola le alterazioni del flusso biliare ed è un preventivo o coadiuvante nei calcoli alla cistifellea; elimina e dissipa gli accumuli di calore;

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Stimola la diuresi grazie all’elevata presenza dei Sali di potassio; stimola l’appetito e favorisce la digestione. Utile nell’inappetenza, nelle dispepsie, per riequilibrare l’apparato gastroenterico, come coadiuvante nel ridurre il sovrappeso, nei disturbi reumatici, nei problemi della pelle (in particolare se dovuti al fegato, come gli  secchi). L’uso regolare di tanto in tanto mantiene gli organi interni puliti e in buona salute; la sua funzione disintossicante si riflette anche sulle pelli impure e malsane rendendole fresche e luminose.

 

Il Tarassaco è simbolo anche dell’impermanenza della vita materiale: il fiore dura poco, a volte solo un giorno, e il soffione viene spazzato via anche da una leggera brezza.

Ogni tanto è bene riflettere sul fatto che tutto ciò che esiste è destinato prima o poi a finire, a trasformarsi in qualcos’altro, a ritornare nella corrente dell’energia dell’Universo

 

 

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DiAlessandra Zarone

Naturopatia Desio :Bacche commestibili curative

Naturopatia Desio: Le bacche commestibili curative:

Corniolo,Corbezzolo, Aronia, Berberis, Olivello spinoso

  • Corniolo

Fra le bacche commestibili e curative, il Corniolo deriva dal latino cornus, affine al greco krános di genere femminile usato al posto dell’equivalente e più antico kráneia. Anche il latino cornus è un vocabolo di genere femminile e significa, oltre a corniolo, anche asta, nonché giavellotto fatto con legno di corniolo, in quanto il legno del cornus è durissimo (come un corno? detto cornu, che però è un vocabolo di genere neutro), adatto per essere lavorato al tornio.
Che il vocabolo cornus sia di genere femminile lo dimostra la nomenclatura di Linneo, che battezzò questa pianta non come Cornus mas oggi in uso, bensì Cornus mascula. Questa nomenclatura del tutto esatta dal punto di vista grammaticale possiamo reperirla in svariate edizioni cronologiche delle opere di Linneo, sia in Systema naturae che in Systema vegetabilium secundum classes, ordines, genera, species.
Ha proprietà astringenti e febbrifughe, antibatteriche, cicatrizzanti, cura i reumatismi,
 per l’azione tonico-astringente dei frutti, si utilizza contro enterite, nella cura delle malattie della pelle. L’azione tonico-astringente rende il frutto un ottimo rimedio per curare dermatiti, dolori articolari e disturbi del metabolismo.

 

Radici, corteccia e germogli venivano impiegati per curare la febbre con azione analoga al legno di china.

Si usa preparare con i frutti marmellate che risulta abbiano potere astringente.

  • Corbezzolo

Corbezzolo o arbutus unedo, arbusto sempreverde di grandi dimensioni e officinale, caratteristico della macchia mediterranea, con foglie lanceolate verde scuro e lucide, fiori pendenti a campanula bianchi o rosa invernali che compaiono sulla pianta insieme a grosse bacche gialle, rosse e arancioni, commestibili. Le api dal nettare di corbezzolo ricavano un ottimo miele. Soffrendo il freddo va posto in posizione riparata.

Ha proprietà antisettiche, antinfiammatorie, è ricco di vitamina E, è un antidiarroico, migliora  la circolazione sanguigna, ha azione antispasmodica delle vie urinarie, disinfiamma il fegato ed ha potere diuretico.

  • Aronia melanocarpa

E’ uno splendido arbusto deciduo di medie dimensioni di origine americana, con foglie ovali appuntite, di colore verde nella bella stagione, rosso ruggine in autunno, piccoli fiori bianchi estivi a cui seguono polpose bacche nerastre commestibili coperte da cera, riunite a grappoli come le ciliegie, dal sapore simile ai mirtilli, con cui si possono fare ottime marmellate.

Queste bacche ornamentali ed edibili permangono sulla pianta per tutto l’inverno e sono molto gradite agli uccellini. Contiene flavonoidi, vitamina K, E, protegge dalla radiazioni, grazie alla presenza di antociani.

  •  Berberis

Berberis thunbergii . E’ un piccolo arbusto molto decorativo a foglie decidue originario del Giappone, color porpora in primavera e autunno se poste in pieno sole, piccoli fiori gialli primaverili e rami molto spinosi. In estate maturano piccole bacche commestibili a forma di oliva color corallo con proprietà diuretiche e antinfettive, con cui si può produrre un aceto. E’ ricco di vitamina C.

 

Contiene isoquinoleinaberberina, con conseguente proprietà antimicrobica su virus, funghi, clamidia.

In Iran e Turchia le bacche vengono consumate nel riso pilaf, mentre in Russia si è soliti preparare una marmellata con le bacche di Berberis.

  • Olivello spinoso

Olivello spinoso, o hippophae rhamnoideso, arbusto deciduo di grandi dimensioni con rami spinosi e foglie grigio-argento, simili a quelle dell’oleandro o dell’ulivo, si può trovare spontaneo in Italia. Produce piccole bacche di colore arancione intenso, se nei paraggi ci sono sia la pianta maschio che femmina, che ricoprono i rami per tutto l’inverno; sono commestibili e officinali con proprietà ricostituenti, lenitive e cicatrizzanti.

  •  Giuggiolo

Il giuggiolo (Ziziphus jujuba Mill.) è una pianta a foglie decidue della famiglia delle Ramnacee, noto anche come dattero cinese,natsume o tsao (cinese semplificato: cinese tradizionale: pinyin: zǎo).

Si ritiene che il giuggiolo sia originario dell’Africa settentrionale e della Siria, e che sia stato successivamente esportato in Cina e in India, dove viene coltivato da oltre 4000 anni. I romani lo importarono per primi in Italia, e la chiamarono ziziphum (dal greco ζίζυφον, zízyphon).

Il brodo di giuggiole è ricco di vitamina C e zuccheri, risulta dolciastro ed estremamente gustoso.

Ha azione  lenitiva ed antinfiammatoria, è utilizzato per la preparazione di decotti espettoranti ed emollienti. I semi contengono composti organici con proprietà sedative.
In cosmesi, il Giuggiolo vine utilizzato nella preparazione di  maschere emollienti ed idratanti per pelli secche.

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DiAlessandra Zarone

Melograno, antico rimedio

Melograno, antico rimedio

Il melograno è un antico rimedio. I Latini chiamavano il frutto malum punicum, melo fenicio, perché si diceva che provenisse dall’area siro-fenicia dove una mitica Side,
altro nome greco della melagrana, veniva considerata l’eroina fondatrice di Sidone che ne aveva ripreso anche etimologicamente il nome.
L’alberello, detto botanicamente Punica granatum, proviene in realtà da una zona che si estendeva dal Punjab, in India, ai territori a sud del Caucaso; ma fin dall’antichità si era diffuso in Asia Minore e poi nei Paesi mediterranei.

Attributo della Grande Madre, regina del Cosmo, nel suo duplice ruolo di Colei che dà la vita e Colei che la toglie, la melagrana era simbolo sia di Fecondità sia di Morte, tant’è vero che si sono trovate melegrane di argilla nelle tombe greche dell’Italia meridionale.
Secondo un mito greco il primo melograno nacque dalle stille di sangue di Dioniso. Quando uscì dal rifugio che era stata la coscia del padre Zeus, il piccolo, come s’è raccontato più diffusamente nel capitolo dedicato alla vite, fu catturato dai Titani che, ispirati dalla gelosissima Era, lo fecero a pezzi e poi lo misero a bollire in un paiolo. Dal sangue che si era sparso spuntò un albero, il melograno;
Ma in epoca arcaica il melograno era associato a un essere femminile,
Rhoió, uno dei nomi greci della pianta: era figlia di Stàfylos, il Tralcio d’uva, a sua volta figlia di Dioniso. Il padre irato l’aveva rinchiusa in una larnax, un recipiente di argilla, e gettata in mare. Dopo un fortunoso viaggio era approdata sull’isola di Deio dove aveva generato Anios, che a sua volta aveva generato Oinó, Spermó, Elaìs,ovvero Vino, Grano e Ulivo.
L’iconografia classica ritrae spesso Core con il fiore o il frutto del melograno per simboleggiare la sua funzione di Signora dei morti. Con la melagrana appare in una serie di terrecotte provenienti dalle isole di Rodi, Cos, Melos e dalla Sicilia e dall’Italia meridionale.
Da Locri, dove un santuario extraurbano era dedicato a Persefone, proviene una figura di dea giovinetta, con il fiore e il frutto del melograno,che è stata interpretata come Core.

Anche nell’Antico Testamento, pur in un contesto teologico totalmente diverso, il frutto del melograno ha simboleggiato la Femminilità.
(«Come specchio di melagrana la tua gota attraverso il velo», dice ce il Diletto all’Amata nel Cantico dei Cantici), ma anche la Fecondità e la Prosperità.

Il Melograno,  segno della Benedizione divina:

Nell’Esodo il Signore ordina ad Aronne di far ricamare sul bordo dell’ Yefod, che indosserà nelle funzioni sacerdotali, «melegrane di porpora viola, di porpora rossa e di scarlatto» intorno al suo lembo,e in mezzo sonagli d’oro. A sua volta Salomone fece scolpire melegrane sui capitelli della sua reggia, evocandovi non soltanto il simbolo della Benedizione divina ma anche quello della Regalità a causa della sua coroncina.
Nel Rinascimento la granata, che sotto la sua scorza raccoglie armonicamente i grani color del rubino, era considerata sacra a Giunone come «conservatrice dell’unione dei popoli», visti come tanti
chicchi, e suscitatrice di concordia nella grande famiglia sociale.

Proprietà curative del Melograno:

E’ buona fonte di vitamina C, fornendo tra il 10-20% della dose giornaliera raccomandata. Le proprietà antiossidanti potenti del frutto sono state attribuite al suo alto contenuto di polifenoli solubili.

Studi scientifici hanno dimostrato che l’attività antiossidante dei fiori di melograno è superiore di due o tre volte a tè o vino rosso. Il succo è cardioprotettivo, riduce l’accumulo di colesterolo, riduce la pressione arteriosa, l’ossidazione delle LDL, e la progressione delle lesioni carotidee.

In uno studio controllato con placebo in doppio cieco randomizzato presso l’Istituto di Medicina Preventiva Research a Sausalito, CA, ibevitori di succo di melograno con malattia coronarica hanno avuto un miglioramento del 17% del flusso ematico a fronte di un peggioramento del 18% nel gruppo di controllo. Il gruppo di studio ha concluso che gli antiossidanti del succo di Melograno può aiutare a prevenire la formazione di depositi di grasso sulle pareti delle arterie. Negli studi sugli effetti antitumorali del frutto, è stato scoperto che può prevenire il cancro al seno e quello prostatico, la leucemia.

Essenza floreale di Melograno:

Nei sintomi di squilibrio: scissione della donna tra la devozione ai valori della famiglia e l’ impegno sociale/ lavorativo, crisi della femminilità nelle diverse fasi della vita come menopausa, gravidanza.
Equilibrio: riallineamento con l’Io femminile, si sceglie il proprio percorso di donna e le proprie scelte in modo chiaro e in armonia con la propria essenza, gioia del ruolo femminile.

L’essenza di Melograno è indicata per  risolvere conflitti femminili tra vita professionale e privata e per esprimere femminilità, armonia ed equilibrio anche durante gli ultimi mesi di gravidanza.

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DiAlessandra Zarone

Calendula Arvensis: rimedio naturale per patologie epatiche e biliari

Calendula Arvensis: rimedio naturale per patologie epatiche e biliari:

La Calendula, Calendula arvensis è un antico  rimedio naturale:

Di questa pianta si usa le infiorescenze. Si tratta di un antico rimedio erboristico dalle proprietà cheratolitiche, cicatrizzanti di cui si usano le foglie fresche, che vengono contuse ed applicate localmente per eliminare dai piedi calli e duroni.
Il succo fresco delle infiorescenze si applica sulle scottature.
Si usa l’infuso delle infiorescenze per impacchi a scopo cicatrizzante.

Possiede un’azione generale colereticaemmenagoga, antidismenorroica.
Localmente è molto valida come antiinfiammatoria, antisetticacicatrizzante. E’ inoltre decongestionante, lenitiva ed idratante. Per uso interno contro amenorrea, irregolarità mestruale, dismenorrea. Utilizzata per le patologie epatiche e delle vie biliari. 

La Calendula, antico rimedio presso Romani ed Aztechi:

, dal momento che questo era molto costoso e più raro. I fiori, inoltre, venivano spremuti freschi per trarne un succo per tinture gialle.

Tra gli Aztechi era viva la leggenda che la Calendula fosse nata dal sangue dei guerrieri caduti nella battaglia contro Fernando Cortez.

La Calendula, fra Oriente e Occidente:

In India la Calendula adornava il tridente di Mahadeva .

Grazie al suo fiore, la calendula ha riscosso da sempre molto successo come pianta ornamentale ma nei secoli passati fu coltivata anche per la sua funzione di “barometro” naturale.

Già nel Medioevo, infatti, era stato notato che il fiore si apriva all’alba solo quando l’aria era perfettamente asciutta (e quindi probabilmente non avrebbe piovuto).

Secondo invece un’antica usanza germanica, le ragazze erano solite piantare la calendula nelle orme lasciate dall’amato: siccome la pianta ha una fioritura assai prolungata, si riteneva che così facendo l’affetto tra i due innamorati non si sarebbe mai spento.
Da tempo immemorabile detiene una grande importanza come pianta medicinale, ma è stata apprezzata dai Greci e nella cultura indiana e araba come erba medicinale e tintura anche per tessuti più delicati di seta e di lana, i capelli, gli alimenti e i cosmetici.

Calendula,”la pianta dai fiori d’oro”:

Gli scrittori greci parlavano di “una pianta dai fiori d’oro”.

Nella mitologia greca la pianta è associata a Afrodite che addolorata per la morte del giovane amante Adone pianse lacrime, che toccando terra, si trasformarono in calendule. Per questo motivo nel periodo ottocentesco il fiore veniva sempre associato a simbologie tristi originate da pene d’amore o da gelosia e inganni. 

 

La Calendula nella tradizione popolare:

Le streghe ponevano i fiori sotto la testa durante la notte per indurre sogni profetici. Fu l’emblema di Margherita d’Orléans, una calendula che girava intorno al sole con il motto: “Je ne veux suivre que lui seul”. Nei giochi di Tolosa si offriva al vincitore una calendula modellata in argento. 

Anche William Shakespeare decanta il fiore nel sonetto xxv “I favoriti dei grandi principi schiudono i loro bei petali come la calendula sotto l’occhio del sole“.

Una leggenda inglese narra che alcune ragazze, impazzite per la gelosia e l’invidia morendo furono trasformate in calendula.

Impacchi locali decongestionanti:

Una manciata di fiori di Calendula infusi nell’acqua molto calda del bagno
(oppure in decotto) esercita in effetto decongestionante, addolcente, idratante. Le mani screpolate traggono giovamento dall’immersione, per 10 minuti, nel decotto (ovviamente tiepido).

Impiego della Calendula nelle manifestazioni neoplastiche:

La Calendula è indicata per il trattamento di tutte le manifestazioni neoplastiche – cioè per la terapia dei tumori – da parte di illustri medici, quali il dott. W. Bohn, il dott. Halenser, il dott. Stäger, il docente universitario dott. H. Seel di Berlino, il dott. Flamm di Bad Wörishofen, il professore universitario F. Eckstein di Freiburg.

La Calendula in cucina:

Budino alla Calendula

Ingredienti per 4-6 persone

• 10 g di fiori di calendula
• 8 dl di panna
• 160 g di zucchero semolato
• 6 fogli di gelatina

Ponete i fogli di gelatina ad ammollare in acqua fredda.
Raccogliete la panna e lo zucchero in una piccola casseruola e portate a ebollizione. Spegnete la fiamma e poco dopo unite la gelatina. Lasciate raffreddare leggermente, quindi unite i petali di metà delle calendule e mescolate. Distribuite la preparazione in uno stampo da budino, lasciate raffreddare e passate in frigorifero per almeno 3 ore.
Trascorso questo tempo, immergete parzialmente lo stampo in acqua bollente, sformate la panna cotta su un piatto da portata e servite guarnendo con i petali rimasti e un fiore intero a piacere.

 

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DiAlessandra Zarone

Prevenire i problemi di prostata

Rimedi naturali per la Prostata :

I rimedi naturali preventivi per le problematiche della Prostata, consistono innanzitutto nel seguire alcune indicazioni.

Si consigliano integratori di Zinco  utili in generale per problematiche maschili sessuali, da evitare latticini per le problematiche circolatorie legate alla minuta rete sanguigna che irrora la ghiandola prostatica, che tenderebbero ad ostruirla peggiorandone il funzionamento e ingrandendola ulteriormente.

Un malfunzionamento della prostata può dipendere anche da colesterolo alto da un intestino da cui fuggono tossine, vista l’estrema vicinanza con questo, quindi molto utile potrebbe essere una disintossicazione intestinale.

 

E’ consigliato assumere 1 cucchiaio 2 volte al giorno di olio di lino perché si è visto che il liquido seminale ed il secreto prostatico hanno valori anormali di acidi grassi essenziali, ripristinabile con tale olio, e i sintomi legati all’ingrossamento della prostata sono migliorati dopo tale trattamento.

Qualche consiglio pratico per la Prostata:

E’ consigliato anche evitare di portare indumenti stretti come i pantaloni attillati che premono sulla prostata e rendono più difficoltoso il fluire di sangue e linfa, peggiorando il processo di smaltimento di tossine particolarmente critico per la vicinanza con l’intestino.

mentre tenere un livello basso di colesterolo aiuta a migliorare o a prevenire il problema.

E’ importante riequilibrare i livelli degli estrogeni, tenendoli bassi, in quanto l’assorbimento di zinco a livello intestinale, per poter poi agire sulla prostata, è inibito da alti livelli di estrogeni, mentre è facilitato dalla presenza di androgeni.

Alcuni esempi di rimedi naturali:

Vi suggerisco di assumere Serenoa Repens .

 

Altri rimedi erboristici  a base di erbe ad azione diuretica ed emolliente, in grado di attenuare la tensione ed il dolore che si instaura a livello della prostata, sono la  Sassifraga e Violacciocca .
I semi di zucca sono utilizzati da medici tedeschi per trattare la minzione difficile, accompagnata da un ingrossamento della prostata non cancerogeno. I semi contengono proprietà diuretiche e zinco in abbondanza, il quale aiuta a riparare e rafforzare il sistema immunitario. Il modo più gustoso per assaporare i semi di zucca è di mangiarli crudi. Basta eliminare i gusci e non è necessario aggiungere sale.

Alimenti consigliati:

Il pesce è un eccellente rimedio per combattere il cancro alla prostata e la crescita tumorale. Si consiglia di assumere 2 porzioni alla settimana di pesce ad alto contenuto di oli omega-3, come il tonno, lo sgombro, il salmone.

La soia riduce i problemi della prostata, fino a stroncali sul nascere. Gli alimenti a base di soia contengono fitoestrogeni, che si pensa possano contribuire a ridurre la produzione di testosterone, il quale potrebbe aggravare la crescita del cancro alla prostata. Si ritiene che i fitoestrogeni possano limitare la crescita di capillari sanguigni che si formano attorno i tumori della prostata.

Attenzione: il Peperoncino fa male alla prostata!

In Floriterapia sono indicate le essenze di Bluebell, Sturt Desert Pea, Sturt Desert Rose,Easter Lily, Queen Annes LaceFireweed.

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DiAlessandra Zarone

Rimedi naturali per il morbo di Crohn

Rimedi naturali,  cause e suggermenti:

Il morbo di Crohn e’ provocato dal fumo, infezioni virali e batteriche, alterazioni della flora intestinale e possono influire fattori psicosomatici, come stress, traumi, allergie alimentari. La malattia può essere gestita modificando le abitudini errate e adottando un giusto regime alimentare per cui: non fumate, limitate il consumo di alcol, mangiate una grande quantità di frutta e verdura che sono facilmente digeribili e sono delicati per il colon e l’intestino; consumare molte fibre, in modo da contrastare la stitichezza e consentire alle viscere di funzionare correttamente; seguire una dieta povera di grassi, ridurre lo zucchero, rimanere attivi, praticando un regolare esercizio fisico che mantiene il corpo bilanciato, brucia le calorie, aumenta l’energia e aiuta la digestione.

 

Alcuni esempi di rimedi naturali:

 

 

La vite comune o vite euroasiatica (Vitis vinifera L., 1753). In Oceania in Australia e Nuova Zelanda. Oltre alle note proprietà diuretiche, rinfrescanti, dietetiche e antinfiammatorie, le foglie e i viticci raccolti durante l’estate sono ritenuti un ottimo depurativo del sangue, particolarmente adatto ai sofferenti di gotta e artrosi, mentre i fiori e i frutti spesso sono utilizzati per aromatizzare le tisane.

 

La liquirizia (Glycyrrhiza glabra L., 1758). La tradizione popolare attribuisce alla radice di liquirizia diverse proprietà digestive, antinfiammatorie, depurative, diuretiche e protettive della mucosa. Le foglie dalle proprietà cicatrizzanti, antibatteriche e antinfiammatorie vanno usate fresche.

La cipolla (Allium cepa L.). Nel medioevo le cipolle avevano grande importanza come cibo, tanto che erano usate per pagare gli affitti e come doni. I medici prescrivevano le cipolle per alleviare il mal di capo, per curare i morsi di serpente e la perdita dei capelli. Il suo contenuto in quercetina , aiuta a ridurre l’infiammazione.

L’altea comune (Althaea officinalis L., 1753).La sua ricchezza di mucillagini la rende adatta per trattare le mucose irritate.

  • Olio di Primula: È stato verificato che gli acidi grassi essenziali hanno la capacità di ridurre i livelli di prostaglandina. L’olio di Primula è ricco di questo acido linoleico.

 

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DiAlessandra Zarone

Dermatite e rimedi naturali

Dermatite e rimedi naturali:

E’ possibile trovare una soluzione a questo problema, attraverso i rimedi naturali.

La dermatite atopica viene classificata tra quei disturbi psicocutanei che, dipendenti da fattori genetici e/o ambientali, possono tuttavia essere, scatenati, aggravati e perpetuati nella loro evoluzione da fattori psicoemozionali.

E’ stato ampiamente dimostrato che

, tramite i mediatori neuroendocrini dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, sicché è possibile che meccanismi psicoemozionali possano scatenare e/o aggravare dermatosi infiammatorie in soggetti geneticamente predisposti. Fattori emozionalmente importanti nei vissuti dei pazienti, agiscono come potenti “stressors” a livello neuropsichico modificando la risposta immunitaria: entrano in gioco così complessi fenomeni psico-neuro-endocrino-immunologici.

Dermatite e pelle:

La dermatite è una patologia che riguarda la pelle e che solitamente consiste in una reazione infiammatoria che si manifesta sotto forma di irritazione. La dermatite può essere o meno di natura contagiosa (se non lo è si parla anche di eczema). Le cause possono essere molto varie e diversificate e, in base ad esse, la dermatite assume una differente natura e, conseguentemente, richiede diversi tipi di trattamento:

  • microbica (batterica, virale, micoica, protozoica)
  • fisica (come quella conseguente a bruciature)
  • chimica (provocata da sostanze esterne, come detersivi o diluenti)
  • parassitaria (causata da parassiti specifici)

La dermatite può anche essere il risultato di uno stato di sofferenza interno all’organismo, quindi avere cause:

  • allergiche
  • autoimmunitarie

 

Il fattore psicosomatico e psicologico:

Sebbene sia determinata soprattutto da una predisposizione di tipo genetico,

.

Diversi studi hanno infatti evidenziato come tenda a comparire con particolare virulenza soprattutto nei periodi in cui il soggetto è sottoposto a forti stress emotivi (lutti, separazioni o anche semplicemente esami o nuovi lavori da affrontare). Questo vale anche per i bambini, visto che la l’irritazione di tipo atopico tende ad insorgere per la prima volta soprattutto in età infantile.

Le osservazioni cliniche effettuate dall’Istituto di psicosomatica di Parigi rilevano come, in più di un terzo di bambini sofferenti di eczema, siano emersi, a partire dalla fase di latenza, i tratti caratteristici della personalità detta allergica.

Si evidenzia una particolare tipologia di relazione oggettuale caratterizzata da: un bisogno permanente di aggrapparsi  alle persone e all’ambiente, una mancanza di personalizzazione dell’attaccamento (relazione oggettuale indifferenziata), l’evitare situazioni conflittuali, che si realizza attraverso l’annullamento della propria aggressività e la negazione di essa negli altri e la sostituzione rapida di un oggetto di attaccamento con un altro .

Il ruolo chiave dell’alimentazione:

Come per la maggior parte dei disturbi cutanei di bassa entità, l’alimentazione gioca un ruolo importante: un regime alimentare ricco di grassi saturi e zuccheri potrebbe, in qualche modo, potenziare la condizione, se la dermatite seborroica è già in atto.
È buona abitudine consumare pesce azzurro, ricco di acidi grassi polinsaturi (omega 3), che concorrono, in parte, ad alleviare il problema.

Qualche esempio di rimedio naturale:

 

  • Fiori di camomilla
    Il primo suggerimento per dare sollievo ai sintomi della dermatite è usare la camomilla. Semplicemente bollite l’acqua ed immergetevi fiori di camomilla. Fate freddare l’acqua aggiungendo anche qualche cubetto di ghiaccio. Immergi la parte interessata o tamponala con l’acqua ottenuta. In questo modo darete molto sollievo alla pelle e se ripeterete l’operazione una volta al giorno risolverete ben presto il problema. Se non avete i fiori di camomilla potete utilizzare anche le bustine in commercio, non daranno lo stesso effetto dei fiori ma sicuramente lo avrete già disponibile dal momento che è un alimento che tutti abbiamo in casa.
  • Mirtilli
    I mirtilli sono un efficace rimedio contro la dermatite. Prendete 50 gr di mirtilli metteli in un contenitore di ferro e aggiungete un litro d’acqua, riscaldate il tutto e poi lasciate riposare il composto per un’ora. Poi ribollite di nuovo per venti minuti e poi lasciate raffreddare a temperatura ambiente. A questo punto potete usare il composto per lavare la parte interessata dalla dermatite. Potete usarla anche più volte al giorno, vi aiuterà a disinfettare la parte e la manterrà in salute.
  • Olio di borragine

 

L’Olio di borragine  può essere applicato con un batuffolo di cotone sulla parte interessata. L’olio di borragine serve infatti a rivitalizzare la pelle danneggiata dalla dermatite. Inoltre calma l’irritazione ed evita quindi il fastidioo prurito legato specialmente alla dermatite seborroica.

 

Dermatite e rimedi floreali:

 

Fra i rimedi floreali  di Edward Bach , indicati per le dermatiti si utilizza  Beech ,  adatto per lo stato di irritazione e l’intolleranza che si manifesta anche a livello della pelle; Agrimony quando è presente prurito o tormento; Impatiens quando l’irritazione della pelle si manifesta in seguito ad un episodio particolare che ci ha irritato o infastidito.

Per l’eczema da contatto può risultare utile Mimulus quando la patologia esprime un modo di “prendere le distanze” da situazioni che vengono vissute come pericolose o minacciose.
Per tutti gli eczemi infetti o trasudanti, Crab Apple disinfetta, drena e purifica sia fisicamente che psichicamente.

Si utilizza anche Green Green Essence _ fra i fiori australiani Bush _ associato a SpinifexPeach Flowered Tea Tree e Bottlebrush (fiori australiani Bush) .

 

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