Archivio per Categoria CONSULTO NATUROPATICO – Alessandra Zarone

DiAlessandra Zarone

Betulla e depurazione naturale primaverile

Betulla  e depurazione naturale primaverile:

La Betulla è indicata nella depurazione naturale primaverile. Il nome Betulla ha derivazioni celtiche o latine e significa “verga”. E’ una pianta di importanza notevole, oggetto di numerose citazioni antiche, definita nel Rinascimento “Albero nefritico d’Europa”.

Betulla e Sciamanesimo Siberiano:

La betulla (Betula alba) è considerata fra gli sciamani siberiani l’Albero cosmico.  Sono probabilmente il colore bianco-argenteo del tronco, l’aerea luminosità e anche la resistenza al freddo, che le consente di giungere sino al limitare della tundra, ad aver evocato questo simbolo.

Folklore celtico:

La betulla era considerata dai Celti l’albero preposto al mese che cominciava col solstizio d’inverno: dunque, un albero “aurorale”, il primo nella foresta nordica a mettere le foglie insieme con il sambuco. Per questo motivo nei riti contadini si adoperavano verghe di betulla per scacciare lo spirito del vecchio anno.

La Betulla nella Roma Antica:

Nell’antica Roma, durante la cerimonia d’insediamento dei consoli che si svolgeva in quel periodo, i dodici littori reggevano i fasci che, formati da verghe di questa pianta, erano gli emblemi del potere coercitivo dei magistrati romani.

Simbologia medievale:

Nel Medioevo venne considerato, forse sulla scia di arcaiche tradizioni celtiche, simbolo di saggezza. Tant’è vero che la bacchetta dei maestri di scuola era costituita da ramoscelli di betulla intrecciati.

Proprietà curative e tradizione popolare :

La sua corteccia è diuretica e febbrifuga, guarisce le infiammazioni della pelle e stimola la digestione; le gemme attivano la secrezione biliare; le foglie fresche preservano dalla gotta; la linfa raccolta in primavera (detta anche «acqua o sangue di betulla») cura le problematiche dell’apparato osteo-articolare e delle vie urinarie favorendo l’eliminazione dell’acido urico. Una volta se ne estraeva persino un dolcificante e un vino dolce e frizzante.

Nel XVI secolo, Mattioli afferma che la Betulla ha grandi proprietà e virtù di “rompere i sassi” (reni-vescica). La tradizione popolare usava distendere sulle foglie seccate al forno bambini debilitati per ridare loro vigore.

 

Betulla è indicata come integratore naturale per :

Un ottimo rimedio diuretico, depurativo epato-renale, ritenzione di liquidi, iperuricemia, infezioni delle vie urinarie è Alato 7 , acquistabile qui o  in farmacia.


Se desideri un consulto naturopatico volto alla prevenzione e al riequilibrio psico- fisico, se ti ritrovi nelle patologie descritte, contattami .

DiAlessandra Zarone

Nocciolo, Corylus avellana: rimedio naturale per il fegato

 Corylus avellana: rimedio naturale il fegato

Corylus avellana è un  rimedio naturale per cirrosi epatica e altre patologie.

Il Nocciolo, il cui termine latino Corylus avellana è stato adottato in botanica, era chiamato dai Romani  abellana – dal nome della città di Abella i cui ruderi esistono ancora nei pressi di Avella, mentre Corylus deriva dal greco córys, che significa casco perché la nocciola è racchiusa in una brattea verde che somiglia a un casco ma anche a una barba; tant’è vero che la si è soprannominata “noce barbata”.

Simbologia nell’Antica Roma:

I Romani chiamavano il nocciolo nux pontica, come riferisce Plinio, sostenendo che l’albero era arrivato in Asia e in Grecia dal Ponto. I Romani donavano piante di nocciolo come augurio di prosperità e di pace.

Folklore celtico:

Per i Celti il nocciolo, chiamato Coll, dava il nome, nel calendario arboreo, al mese lunare che corrispondeva all’epoca della raccolta delle nocciole, dai primi di agosto sino alla fine del mese. Questi frutti erano considerati il simbolo della Saggezza concentrata: dolce e compatta nello stesso tempo, racchiusa in un piccolo guscio duro, ovvero impermeabile alle mutevoli opinioni del volgo. La lettera Coll rappresentava per i Bardi il nove, un numero sacro alla Muse e collegato al nocciolo perché si diceva che l’albero fruttificasse dopo nove anni. Il nocciolo dava anche il nome a un dio, Mac Coll, “Figlio di Coll”, che fu uno dei primi tre sovrani d’Irlanda sposati con la Triplice Dea, colei che concedeva Saggezza e I’ispirazione poetica. I Druidi e i Bardi usavano tavolette divinatorie di nocciolo come supporto per la loro ispirazione: vi incidevano gli ogam, le lettere magiche.

 

L’albero con i suoi frutti sferici è un simbolo della Luna.

Il Nocciolo negli antichi erbari:

Dioscoride e  Plinio, sostenevano che provocavano, oltre a emicrania e flatulenza, un ingrassamento inverosimile del corpo; ma tostati curavano il catarro e, bevuti nell’idromele, la tosse cronica. Santa Ildegarda consigliava le nocciole contro l‘impotenza, mentre il Mattioli affermava che sbucciate e mescolate col grasso d’orso fossero infallibili per la crescita dei capelli. Durante, pur ribadendo che causavano emicranie, le consigliava come astringenti e anticatarrali, e sosteneva che, mangiate al principio del pranzo, liberavano dal dolore alle reni e dalla renella.

 

Proprietà curative del Nocciolo:

Il Nocciolo è utile in caso di…

  • problematiche della pelle
  • problematiche di stomaco
  • infiammazioni dell’apparato genitale
  • infiammazioni dell’apparato respiratorio

 

Contiene  Omega-3, utili nella prevenzione delle malattie cardiovascolari e per abbassare i livelli di colesterolo nel sangue.

 

Risolvi  le problematiche trattate con rimedi naturali, prenota  una consulenza naturopatica.

 

DiAlessandra Zarone

La purificazione del corpo con i rimedi naturali

La purificazione del corpo con i rimedi naturali:

Gilbertus Anglicus (c 1180 -.. C 1250), si occupò di purificazione del corpo con i rimedi naturali.Egli è noto anche come Gilbert d’Inghilterra, è stato un medico inglese del periodo medievale. Egli è conosciuto soprattutto per il suo lavoro enciclopedico il Compendio di Medicina, (Compendio Medicinae) molto probabilmente scritto tra il 1230 e il 1250.

Nella purificazione dell’intestino, affetto da vermi e parassiti notiamo l’impiego, da parte di Gilbert, di miscele aromatiche, amare o acide, tra le quali Genziana, Serpentaria, Tithymalus (vedere anche qui)  e cucumis agrestis e clisteri di Assenzio, Lupinus, Scammonium, Aloe.

Per la purificazione del fegato affaticato, Gilbert usava la Sarracenia Trifera, l’ Electuarium psilliticum  e soprattutto la Dyantos Besonis. Erbe che non riesco a tradurvi.

Per la purificazione della milza, Gilbert dice,  che “Si tratta è un organo spugnoso contenente  la bile nera, prodotta dal fegato per la sua pulizia. Quindi la milza soffre di conseguenza di diverse malattie, quali  ostruzione, tumori, indurimento, ascessi, e talvolta flatulenza o pienezza. “I sintomi e il trattamento di ciascuna di queste patologie,
derivanti sia da calore o freddo, sono risolte con l’uso di vari rimedi erboristici composti recanti titoli di Dyasene, Dyacapparis, Dyaceraseos (una miscela di succo di ciliegia, miele, Cannella, Lentisco  e Scammonium) .

Oggi la purificazione del corpo avviene con altri rimedi, da me personalizzati in base alla tua costituzione,  ad esempio:

Tarassaco, Cicoria, Carciofo, Cardo Mariano, Bardana, Fumaria,Ortica, Frassino, Betulla e tante altre erbe.

Quali sono i criteri con cui ti suggerisco un rimedio erboristico?

  • In base alla tua costituzione ippocratica ( nel corpo circolano quattro umori: il flegma (la linfa), il sangue, la bile gialla e la bile nera. Se tra i quattro fluidi c’è equilibrio, si dà uno stato di salute, mentre con la prevalenza dell’uno o dell’altro umore, si crea uno squilibrio che determina la tendenza a malattie dell’uno o dell’altro tipo: malattie catarrali per la prevalenza del flegma, sanguigne per la prevalenza del sangue, biliose per la prevalenza della bile gialla, diatesiche per la prevalenza della bile nera…approfondisci questo argomento nel mio articolo precendente)
  • In base alle piante connesse al tuo archetipo, di cui parlo qui:  non tutte le erbe posso andare bene per tutti. Difatti la Spagyria ha rivalutato uno dei principi di Ippocrate, secondo il quale l’organo umano può essere curato da ciò che più gli è simile, quindi meglio assimilabile. Pertanto si ritiene che gli organi dell’uomo si ritrovino nelle forme e nei colori di alcuni prodotti della natura e che la rassomiglianza fra gli uni e gli altri indichi la presenza del medesimo archetipo regolatore, il cui potere può essere estratto e introdotto nell’organo carente di tale potere, quindi malato, per ripristinarne le funzioni.

 

Se vuoi approfondire questa tematica, prenota il tuo Programma Detox nel mio Studio, oppure  on line tramite Skype.

 

 

 

 

DiAlessandra Zarone

Disarmonie del 5°chakra Vishudda e rimedi naturali

Disarmonie del 5°chakra Vishudda e rimedi naturali:

Una disarmonia  alla tiroide  può essere risolto con l’aiuto di  rimedi naturali. Può essere causato da problemi all’interno della ghiandola tiroidea che provoca una scarsa circolazione dell’ormone tiroideo. I sintomi comprendono affaticamento, perdita di vitalità e di squilibrio ormonale complessiva. Quando la tiroide non viene curata per lungo tempo, l’Ipotiroidismo per lungo tempo, può provocare mixedema, con conseguente gonfiore di pelle e tessuti.

Cause:

La disarmonia ipotiroidea e’ una condizione derivante dall’inattività della tiroxina, da una carenza di iodio o da disfunzioni all’ipofisi o all’ipotalamo 

I sintomi sono :

  • Alti livelli di letargia
  • Freddo nelle mani e / o piedi
  • Costipazione frequente
  • Frequenti mal di testa
  • Anemia
  • Pelle secca
  • Squilibri del ciclo mestruale
  • L’obesità è talvolta legata alla disarmonia del 5°chakra Vishudda

 

Il trattamento ayurvedico:

Il trattamento ayurvedico è volto a riequilibrare le energie del corpo e ripristinare la circolazione della tiroxina. I preparati vegetali vengono somministrati per aumentare il fuoco digestivo a livello cellulare, ripristinando il corretto metabolismo .

Un ottimo rimedio è Alato 11, acquistabile qui o in farmacia.

 

Alimentazione e stile di vita :

  • Evitare  lo stress
  • Assumere adeguate quantità di latte .
  • Aumentare l’assunzione di riso rosso,orzo, moong dal e cetrioli .
  • L‘olio di cocco aiuta a migliorare il metabolismo del corpo in pazienti tiroidei.
  • Evitare cibi pesanti e aspri .
  • Esistono svariati rimedi erboristici da abbinare ad  una corretta alimentazione.

 

Se soffri di Ipotiroidismo, prenota una Consulenza  nel mio Studio o tramite videoconsulenza Whatsapp/Messenger.

 

DiAlessandra Zarone

Rimedi naturali per la salute dei tuoi capelli

Rimedi naturali per la salute dei tuoi capelli:

Fra i rimedi naturali per la salute dei tuoi capelli ci sono gli alimenti stessi, che producono effetti positivi nel corpo e nella salute in generale, compresi gli alimenti che sono ricchi di proteine, con basso contenuto di carboidrati e che hanno un ridotto contenuto di grassi . Ciò che si mette nel piatto non può essere messo sui capelli o sulla testa, ma può aiutare i capelli a rimanere sani più a lungo.

Cosa mangiare :

Un’altra esigenza importante nella dieta sono acidi grassi essenziali che si trovano in alimenti come noci, olio di canola, pesce e soia. Gli acidi grassi omega 3 sono considerati grassi “buoni” poiche’ presentano proprietà anti-infiammatorie e possono effettivamente svolgere un ruolo importante nella salute capelli. Nelle donne vi è un deficit potenziale, cioè una carenza di ferro che si verifica spesso durante gli anni riproduttivi, che può portare ad anemia, una riduzione dei globuli rossi che spesso non viene diagnosticata come una delle cause di perdita di capelli nelle donne.
E’ fondamentale aumentare in particolare il consumo di quella frutta e di quella verdura ricche di vitamine C, come arance, limoni,kiwi, broccoli e spinaci, visto che sono essenziali nella produzione del collagene, componente dei capelli, e di altri tessuti.

 

La visione Ayurvedica:

Secondo Ayurveda, il capello è derivato sia come sottoprodotto o prodotto come prodotto di degradazione di asthi (tessuto osseo). Qualsiasi disturbo in questo metabolismo dei tessuti , molto dipende dal fuoco digestivo, può influenzare la salute dei capelli . In una certa misura, la qualità dei capelli dipende dalla costituzione del corpo .

 

Le principali cause della caduta dei capelli:

Le principali cause della caduta dei capelli sono ormonali, carenze nutrizionali e complicazioni ad altre malattie e farmaci . La caduta dei capelli può anche derivare da una maggiore sensibilità dei follicoli piliferi agli ormoni maschili o per maggior numero di recettori ormonali maschili attaccati ai follicoli piliferi . Questa è la componente che viene ereditata attraverso i geni – definita come costituzione Pitta . Secondo l’Ayurveda , l’eccesso di Pitta dosha nel corpo è aumentato dalle condizioni climatiche calde, da eccessiva assunzione di piccante, salato e cibo acido, caldo e pungente ,, caffè, alcol , carni e fumo eccessivo . Mangiare troppo fritti, cibi grassi , grassi , acidi aggrava anche Pitta .

Vuoi approfondire questa tematica? Ti consiglierò una dieta personalizzata, in sinergia a rimedi erboristici ayurvedici oppure occidentali. Prenota subito una consulenza ayurvedica,  un consulto naturopatico o una consulenza in Alimentazione Cinese.

DiAlessandra Zarone

Ortica, rimedio naturale

Ortica, rimedio naturale 

Ortica è un rimedio naturale. E’ una pianta erbacea perenne e spontanea, frequente nei luoghi incolti, tra siepi, ruderi e macerie.
Ortica è  nota fin dall’antichità per le sue proprietà astringenti e per la polarità d’azione a livello delle pelvi. Nel secolo xvi viene utilizzato nella leucorrea e nelle metrorragie.

 

Proprietà curative dell’Ortica :


Ha azione diuretica, depurativa, antiinfiammatoria intestinale, normalizza il cuoio capelluto. Una pianta dalle molte proprietà poiché contiene proteine, zolfo, calcio, ferro e potassio. Ha azione  emostatica. Le sue radici bollite per mezz’ora nel latte sono un efficace rimedio contro i calcoli biliari; i cataplasmi di foglie pestate curano le ferite.
Il decotto d’ortica è mano santa contro tosse e raffreddori, come ricordava già Catullo.

La lozione di radici tritate in acqua e aceto, serve per per arrestare la caduta dei capelli ed eliminare la forfora. I biscotti fatti con semi pestati e lavorati con farina di segale, miele e acqua frenano l’incontinenza; i fiori a loro volta curano catarri, idropisia.

Ortica e Plinio il Vecchio:

L’ortica ha anche un’altra virtù già ricordata da Plinio: quella di eccitare alla voluttà e di facilitare i parti. In realtà il naturalista latino si limitava a scrivere che il seme bevuto con la sapa apriva l’utero in caso di contrazioni isteriche, mentre le foglie sfregate sui genitali spingevano le femmine dei quadrupedi riluttanti ad accoppiarsi: forse perché li infuocavano .

Castore Durante dice che…

Castore Durante, medico e botanico rinascimentale, credeva alle sue virtù afrodisiache: “Le frondi delle ortiche, cotte in vino e bevute provocano l’orina, purgano i lombi e eccitano venere”.

Se desideri approfondire le tematiche emerse, prenota un consulto naturopatico o un Programma Detox.

DiAlessandra Zarone

Lino, antico rimedio naturale per bronchi ed intestino

Lino, antico rimedio naturale per bronchi ed intestino:

Il Lino, è un antico rimedio naturale per bronchi ed intestino. E’ considerato simbolo solare e dunque del divino, il lino è stato adottato dai sacerdoti in India, in Egitto, in Asia Minore, in Roma e nella cristianità.

Il Lino nella cultura mediterranea:

A Roma lo indossarono per un certo periodo soltanto le vestali come simbolo di purezza. La dea egizia Iside fu detta “linigera” perché i suoi sacerdoti vestivano di lino Il lino oggi più coltivato è il Unum usitatissimum, un’erba annuale dal fusto eretto, ramificata soltanto superiormente, alta fino a un metro, con foglie lisce al margine e fiori sommitali con petali azzurri.

Il Lino nell’Historia Naturalis:

Plinio lo apprezzava moltissimo, tanto da intitolare una sezione della sua Naturalis Historia «Caratteristiche e proprietà sorprendenti del lino», enumerandovi quelle che considerava proprietà meravigliose, prima fra tutte la sua utilizzazione come tessuto per le vele veniva usata per confezionare gli stoppini delle lucerne.

Castore Durante, medico e botanico, cita il Lino:

Era ed è apprezzato per le sue proprietà curative. «Il seme del lino pesto» scrive Castore Durante «e mescolato con pepe e mele, messo alla quantità d’una noce, mitiga la tosse e provoca gli appetiti venerei. Cotto in acqua melata e bevuto, giova all’infiammationi interne, e mitiga ogni sorta di dolori. Tolto con mele in forma di lettuario,purga il petto, facendo sputare, e lenisce la tosse.

I semi di lino sono emollienti, lassativi, vermifughi; leniscono le infiammazioni di bronchi, denti, pelle, intestino.
La farina ottenuta con la loro macinazione, una polvere di color giallo- bruno, untuosa al tatto, serve per preparare quei cataplasmi che da applicare sul petto.

Folklore:

In Germania,quando un bambino stentava a crescere o a camminare, nella notte solstiziale di San Giovanni Battista lo si metteva tutto nudo su un prato, poi si seminava il lino su di lui e sull’erba.

Soffri di problematiche bronchiali e intestinali? contattami per una consulenza naturopatica volta al riequilibrio naturale, tramite una corretta alimentazione (ne parlo qui e qui   in sinergia con i  rimedi erboristici più adatti alla tua tipologia. Leggi il mio articolo sull’importanza della personalizzazione dei rimedi  in base alla tua persona.

 

 

DiAlessandra Zarone

Il melo_rimedio naturale per colesterolo

Il melo_rimedio naturale per colesterolo :

Il melo, rimedio naturale per colesterolo ed altre patologie, è strettamente connesso alla Grande Madre. Ciò traspare anche in alcuni miti celtici dove la mela o un ramo dell’albero viene portato al protagonista da una messaggera dell’altro mondo. Quando Condla, il figlio di Conn Cetchathach, viene invitato a partire per l’Aldilà da una fanciulla di meravigliosa bellezza, il padre si rivolge ai Druidi perché lo trattengano:
«Allora il Druida cantò un incantesimo contro la voce della donna sicché nessuno udì più la voce di lei e Condla non vide più la donna a partire da quel momento. Ma la donna, prima di svanire per l’incantesimo del Druida, riuscì a lanciare una mela a Condla; il quale non prese né cibo né bevanda perché gli sembrava che nulla fosse più degno di essere consumato all’infuori della sua mela. La mela non diminuiva, per quanto egli ne mangiasse, e restava intera ». Quel frutto a poco a poco fu in grado di neutralizzare l’incantesimo: quando la fanciulla si presentò per la seconda volta, egli balzò sulla barca di cristallo per partire con lei.

Il significato celtico del Melo:

Il significato celtico del Melo è pienezza, purezza, buona volontà.I Celti decoravano le stanze nuziali con rami di melo, per propiziare la fertilità e la rinascita. A tal proposito venivano bruciate delle mele durante i rituali funebri, quale cibo per il defunto. Il legno di melo veniva altresì bruciato nei riti di fertilità, per propiziare il ritorno della Primavera e infondere prosperità e salute sulle famiglie celtiche.

La mela simboleggia la vita:

La mela come frutto della vita e della scienza appare in un testo del XV secolo, il Libro di Fermoy: «Poi remarono per molto tempo fino a quando non apparve loro un’altra isola meravigliosa dove sorgeva una magnifica foresta di meli odorosi. Un bellissimo fiume divino scorreva in mezzo alla foresta. Quando il vento scuoteva le cime degli alberi, la musica cantata da loro era più melodiosa di ogni altra cosa. Gli Ui Corra mangiarono qualche mela e bevvero un poco al fiume di vino. Immediatamente furono sazi e non sentirono più né ferita né malattia.

La simbologia greco-romana:

La rotondità della mela ha ispirato il simbolo del globo terrestre e in senso traslato della Sovranità. Per questo motivo gli imperatori romani, che si vantavano fra l’altro di discendere da Venere, portavano una mela d’oro, raffigurazione dell’orbis terrae.

Proprietà curative :

Da Ippocrate, fino al XVII secolo era considerato da sempre uno dei frutti più salutari e utili, come testimoniano lo stesso Plinio e nel Rinascimento vari autori, dal Mattioli al Durante, che la raccomandavano anche come antidoto efficacissimo contro gli avvelenamenti. Oggi i frutti sono impiegati soprattutto nell’industria dolciaria, mentre hanno conservato un posto modesto nella fitoterapia, usati soprattutto come antidiarroici e astringenti.
E’ un frutto ricco di vitamine dei gruppi A, B e C, è sconsigliata ai diabetici. Contiene pectina e per questo combatte il colesterolo, l’arteriosclerosi, previene l’infarto e le malattie cardiache, migliora la circolazione sanguigna e la pressione arteriosa. Favorisce l’assorbimento del ferro.

Puoi approfondire le tematiche trattate,prenotando ora una consulenza naturopatica.

DiAlessandra Zarone

La Primavera come manifestazione divina

La Primavera come manifestazione divina

La Primavera è una manifestazione divina: con i suoi prati in fiore è connessa a simboli e miti che rimandano alla Grande Madre, chiamata nella Grecia arcaica Core: colei che doveva essere la divinità del prato fiorito mediterraneo prima di diventare Persefone, la figlia di Demetra.

La Primavera nei tempi antichi:

Nei tempi antichi, le donne si recavano in primavera nei prati per raccogliere i fiori da portare in offerta a Era, un’altra epifania della Grande Madre, in un tempio di Argo dov’era onorata come Àntheia, «la dea dei fiori». Il culto si diffuse in tutti i suoi santuari, come quello alla foce del Seie, dove gli incensieri, a forma di calice floreale emergente da un volto femminile, o le antefisse templari, testimoniano dello stretto legame fra Tessere femminile e il fiore.

Le divinità dei fiori:

Alle divinità dei fiori, da Core a Era, da Afrodite a Demetra, erano dedicate anche feste come le Anthesfória che, da quanto riferisce Polluce, prevedevano, oltre alla raccolta di fiori , detta “anthologia”, da cui antologia o florilegio, raccolta di composizioni, di testi scelti e alla loro offerta, l’esecuzione di una nenia liturgica eseguita con flauti. Quella liturgia venerava la manifestazione dell’energia divina nelle sembianze della Grande Madre che informava la vegetazione.

Tra i rimedi primaverili, ve ne sono alcuni di grande efficacia:

Oggi vi parlerò di….

Veronica Persica,Veronica Comune

La Veronica persica è una pianta erbacea annuale. I fusti sono prostrati ed eretti nella parte fiorale. Le foglie sono semplici, ellittiche ad ovali con margine dentato e piuttosto pelose. I fiori sono portati da lunghi peduncoli e nascono all’ascella delle foglie e sono colore blu e bianco. La caratteristica di questa pianta è che i fiori si richiudono nelle giornate nuvolose o con poca luce.

Dagli antichi era chiamato erba sacra ed era usata nella preparazione di medicamenti per gli occhi. Plinio il Vecchio dice che il fiore era considerato un simbolo di salvezza dal dolore e da ciò che potesse incupire la vita. Nella medicina popolare della Turchia varie specie di Veronica, fra cui Veronica persica, sono utilizzate come blando diuretico, antireumatico e per lavare le ferite.

Proprietà medicamentose:

  • Toniche
  • Espettoranti 
  • Amaro-toniche 
  • Digestive
  • Sudorifere 
  • Antireumatiche

Primula, Primula vulgaris

Questo fiore giallo, dai capini penduli, assomiglierebbe secondo la tradizione popolare alle chiavi di san Pietro, tant’è vero che nella regione inglese del Somerset è chiamato anche bunch of keys, «mazzo di chiavi».
La primula più diffusa nel nostro Paese è quella vulgaris i cui fiori presentano invece il capino eretto. Sia l’una sia l’altra, come le circa 200 specie, è apprezzata anche per le non poche proprietà medicinali.
L’infuso di radici, foglie e fiori cura vertigini, palpitazioni, emicranie.
Il cosiddetto vino di primula, che si ottiene mettendo i fiori in una bottiglia e coprendoli di vino bianco, favorisce la buona circolazione.
I fiori essiccati forniscono un tè aromatico ma privo di azione eccitante. Servono inoltre a profumare la birra e a migliorare il bouquet del vino; canditi, sono dolci deliziosi.

Proprietà curative:

  • Antispasmodiche (attenua gli spasmi muscolari, e rilassa anche il sistema nervoso)
  • Calmanti (agisce sul sistema nervoso diminuendo l’irritabilità e favorendo il sonno)
  • Diuretiche
  • Lassative
  • Pettorali e sudorifere (agevola la traspirazione e favorisce la sudorazione).

Nel passato veniva usata più largamente contro l’emicrania e i reumatismi.

Veronica Persica e Primula Veris sono parte del mio repertorio floriterapico.

Puoi approfondire le tematiche emerse con una consulenza naturopatica o un Programma Detox per accogliere la Primavera con animo rinnovato.

 

DiAlessandra Zarone

Naturopatia Como: Cicoria_ rimedio naturale per depurarsi dalle tossine

Naturopatia Como: Cicoria_ rimedio naturale per depurarsi dalle tossine:

Cicoria è un importantissimo rimedio naturale per depurarsi dalle tossine. Il nome ha radici così antiche da non poterne rintracciare la provenienza e, tanto meno, il significato; i Greci la chiamavano kichora e ne conoscevano le grandi virtù terapeutiche.

Cicoria contiene preziosi sali minerali e vitamine:

Ogni sua parte è benefica e salutare, le foglie, ricche di sali minerali e vitamine, giovano al fegato; per l’alto contenuto di nitrato di potassio e principi amari è depurativa del sangue, buon digestivo e leggero lassativo, utile nei casi di dermatosi pruriginose dovute a problemi epatici.

Forse non sapete che…

Il decotto di fiori è un eccellente impacco per le piccole imperfezioni della pelle.
Il botanico tedesco Conrad di Megenberg, vissuto nel XIV secolo, chiamò la cicoria “sponsa solis“, sposa del sole, e nella tradizione popolare di tutta la Germania era nota come erba del sole o del solstizio.
Per assicurarsi  l’amore di colui che si ama bisogna raccoglierla usando particolari accorgimenti: non si deve sradicare con le mani ma con una moneta d’oro nel giorno dei santi Pietro e Paolo, il 29 giugno.

Secondo un’antica leggenda bavarese una giovane principessa venne abbandonata dal suo sposo, sedotto da una ninfa.
Dopo giorni di lacrime e dolori, la principessa, poco prima di morire, esclamò: “Vorrei morire e non lo vorrei, per rivedere il mio amato dappertutto”, il suo desiderio venne esaudito ed è per questo che il fiore della cicoria è chiamato wegwarte :” Guardiana delle strade”, essa è donna gentile che attende sempre con dolore il suo amante.
Secondo un’interpretazione la ninfa, rivale della principessa, simboleggia la notte che ogni sera attira nelle sue braccia il sole, il principe, il quale con il nuovo giorno ritorna alla sua sposa, l’aurora, simboleggiata dal fiore della cicoria che si apre al primo raggio.
Nel linguaggio dei fiori rappresenta la Frugalità e la Temperanza.

A scopo gastronomico si utilizzano le foglie della rosetta basale, sia in insalata che lessate e condite nel solito modo.
Se vuoi approfondire la tematica della depurazione naturale, di cui parlo nel mio articolo , prenota la tua consulenza nel mio Studio o via skype.

DiAlessandra Zarone

Naturopatia Desio: Consulto alchemico – spagyrico

Naturopatia Como: Consulto alchemico – spagyrico:

Il Consulto alchemico-spagyrico è uno degli strumenti “olistici” del naturopata è l’applicazione del concetto alchemico nella comprensione della persona nella sua totalità.

In questo consulto la simbologia e l’analogia sono fondamentali. « Tutto ciò che è in alto è come ciò che è in basso, tutto ciò che è in basso è come ciò che è in alto. E questo per realizzare il miracolo di una cosa sola da cui derivano tutte le cose, grazie ad un’operazione sempre uguale a se stessa. »
(Ermete Trismegisto “La tavola di Smeraldo”).

A contatto con l’Archetipo:

Con la Spagyria si entra in contatto con l’Archetipo delle piante che risuonano con la sua personale frequenza astrale. Le piante conducono alla guarigione, poiché sono in sintonia con gli influssi planetari del momento in cui la persona è stata concepita.
E’ dunque possibile ripristinare l’armonia del corpo – microcosmo e macrocosmo- attraverso l’analisi di pianeti, secondo i trattati di Paracelso.

La Spagyria:

La Spagyria si basa sulla convinzione che nell’uomo sano le forze dense e sottili sono in perfetto equilibrio e che la malattia interviene quando tale equilibrio è spezzato.
La malattia dipende dunque da squilibri energetici che si manifestano solo in un secondo momento anche sul piano fisico.
Per curare la malattia è necessario agire innanzitutto sulle parti piú sottili dell’uomo.
La Spagiria afferma che vi è una unità fondamentale, un’ origine comune tra le differenti manifestazioni della natura, considera pertanto le relazioni che intercorrono fra il microcosmo (l’uomo), il macrocosmo locale (i tre regni minerale, vegetale e animale) ed il macrocosmo (il cosmo).

Cosa accade al momento del concepimento:

Al momento del concepimento, l’anima dell’uomo risuona con tutto il macrocosmo, con la posizione degli astri e con il momento presente che rimane impresso come caratteristica nell’essere.
Attraverso questa “fotografia” la persona risuonerà in sincronia con la posizione degli astri rientrando in determinati tipi di corporature, caratteri e psicologia.

Il corpo e le leggi dell’Universo:

Il corpo, per sua costituzione, è sano e perfetto, ciò che lo rende malato, è l’influsso delle disarmonie spirituali (o delle cattive disposizioni, nel caso di affezioni ereditarie). All’interno dell’uomo, come su tutta la superficie del corpo, è riprodotto un firmamento con tutte le stelle attraverso una mimesi in perfetta concordanza con il firmamento del cielo. Paracelso quindi indaga in due direzioni: da una parte va alla ricerca dei segni esterni, scoprendo gli effetti individuali, sensibili e psicofisici della malattia; dall’altra procede parallelamente alla ricerca degli effetti invisibili ed insondabili presenti in quella parte uguale per tutti gli esseri animati ed inanimati, la parte eterea o corpo astrale, che rispecchia fedelmente le leggi dell’universo. Quest’ultima parte è chiamata anche limbus, lembo dell’universo, proprio per evidenziarne i parallelismi.
Gli effetti della malattia si compiono sulla parte psicofisica dell’individuo, ma l’origine proviene dal limbus, cioè dalla parte invisibile e celeste.
La terapia paracelsiana consiste nella scoperta dei rimedi erboristici  adeguati ai singoli mali.

A chi è rivolto il consulto alchemico-spagyrico:

E’ rivolto a colui che desidera entrare in contatto con l’Archetipo delle piante che risuonano con la sua personale frequenza astrale, ripristinando l’armonia del corpo – microcosmo e macrocosmo, attraverso l’analisi di pianeti, secondo i trattati di Paracelso.

Prenota ora la tua  consulenza nel nostro Studio o via skype.

DiAlessandra Zarone

Naturopatia Como : Consulto Ippocratico

 

Il temperamento è un aspetto della personalità alquanto trascurato dalla psicologia moderna.
Non c’è molto accordo tra gli psicologi su che cosa debba intendersi per temperamento, e su come esso si distingua dal carattere. Tuttavia, il concetto di temperamento è uno dei più antichi nella storia della psicologia e non sembra affatto il caso di accantonarlo, poiché esso consente di raggiungere risultati non trascurabili nella comprensione delle differenze individuali. La collocazione ideale del temperamento è tra la costituzione (fisica) ed il carattere (psichico), ed esso sembra costituire un ponte tra la struttura costituzionale e gli aspetti comportamentali.
La descrizione dei temperamenti umani risale ad Ippocrate e alla sua scuola, intorno al 400 a.C.: ne troviamo la trattazione nel Corpus Hippocraticum, l’insieme di opere attraverso cui il grande medico greco diffuse le sue conoscenze.
Per la medicina antica, alla base dei temperamenti umani era la teoria dei quattro umori, che nasce per spiegare lo stato di equilibrio o di squilibrio del corpo, individuando in esso la causa dello stato di salute o di malattia.

Secondo tale dottrina,nel corpo circolano quattro umori:

  • il flegma (la linfa)
  • il sangue
  • la bile gialla
  •  la bile nera

Se tra i quattro fluidi c’è equilibrio, si dà uno stato di salute, mentre con la prevalenza dell’uno o dell’altro umore, si crea uno squilibrio che determina la tendenza a malattie dell’uno o dell’altro tipo:

  • Malattie catarrali per la prevalenza del flegma
  • Sanguigne per la prevalenza del sangue
  • Biliose per la prevalenza della bile gialla
  • Diatesiche per la prevalenza della bile nera

E’ rivolto a tutti coloro che desiderano ripristinare l’equilibrio dei quattro elementi: acqua, aria, terra, fuoco, attraverso l’assunzione di prodotti erboristici adatti alla tipologia a cui appartengono. In base alle sintomatologie psicosomatiche, è possibile comprendere dove è insorto il disequilibrio fra i quattro elementi e la preponderanza di uno o più di essi.

 

DiAlessandra Zarone

Naturopatia Desio : Programma Detox con miscela floreale

 

Le piante alleate in un Programma Detox sono il  carciofo, l’ortica e il tarassaco, note per la loro attività depurativa la quale sostiene la funzionalità di organi emuntori come il fegato, i reni la pelle e l’intestino. Non dimentichiamo però betulla, pilosella e uva ursina piante alleate delle vie urinarie e della circolazione linfatica. Non dimentichiamo però che non tutte le erbe posso andare bene per tutti!. Le pratiche di purificazione e disintossicazione personalizzate diventano a questo punto indispensabili, per mantenere la salute a tutti i livelli. Se siamo famigliari con il concetto microcosmo/macrocosmo, sappiamo che ciò che ci sta intorno può, in un continuo scambio, influenzare anche le nostre funzioni interne.

Quando vogliamo intraprendere un atto purificante/disintossicante possiamo utilizzare a nostro vantaggio la forze della Natura.

Il nostro corpo subisce le influenze delle fasi lunari: in luna calante si è più propensi alla depurazione, mentre la luna crescente è utile alla “costruzione” per cui è un periodo di rigenerazione. Di conseguenza anche la primavera e l’autunno sono periodi adatti per la disintossicazione. Il Tarassaco il riduce l’eccesso di Acqua, riequilibra il Fuoco e stabilizza l’Aria; trova posto nel trattamento di malattie sia acute che croniche. Agisce a livello di fegato, vescica biliare, stomaco, pancreas, reni, intestino. Nessun’altra erba, tranne forse l’ortica, possiede un’azione depurativa e vitaminizzante tanto potente. ; Stimola le secrezioni di fegato, pancreas e intestino; stimola la produzione e il deflusso della bile; grazie alle sue qualità depurative tonifica il fegato ed è utile nelle insufficienze epatiche e nelle cure disintossicanti primaverili.

Tutto ciò in sinergia con le essenze floreali:I Fiori non aiutano la persona a reprimere gli atteggiamenti negativi, bensì a trasformare questi ultimi nel loro lato positivo, stimolando il potenziale di autoguarigione e aiutando il corpo a liberarsi dalla malattia o dallo stress. Molti di noi attraversano fasi difficili o sono affetti da un’inspiegabile stanchezza e questo può causare in loro un atteggiamento negativo.

DiAlessandra Zarone

Mirtillo_ rimedio naturale

Mirtillo_ rimedio naturale :

Mirtillo, Vaccinium vitis-idaea (mirtillo rosso) è un rimedio naturale per l’arteriosclerosi :

Mirtillo nell’antichità:

La raccolta dei mirtilli ha tradizioni antichissime. Il mirtillo nero veniva consigliato già da Dioscoride, nel I secolo d. C., per curare la dissenteria.

 

Mirtillo contiene:

Tannini, flavonoidi, iperoside, isoquercitrina, quercitrina),iridoidi (asperuloside),derivati dell’acido caffeico (acido clorogenico), acidi fenolici (acido salicilico e acido gentisico), alcaloidi (mirtina, epimirtina) nelle foglie; antocianoidi (cianidina, malvidina), acidi organici (acido malico, acido citrico), flavonoidi, pectine, vitamine A,C e B (frutti).

Proprietà curative del Mirtillo:

Astringenti, antidiarroiche (foglie e frutti), antisettiche e antivirali (foglie), rinfrescanti, protettrici vasali e della retina (frutti).
Le foglie sono anche ipoglicemizzanti; si consigliano quindi ai diabetici, in quanto consentono di ridurre le dosi di farmaci per via orale o quelle di insulina. L’uso del mirtillo è particolarmente indicato nei casi di retinopatia diabetica, di miopia e nei casi di degenerazione della retina dovuti a ipertensione o ad arteriosclerosi.

Utilizzo:

  • In caso di pesantezza delle gambe, varici, flebiti, ulcere varicose ed emorroidi, infezioni dovute all’alterazione della flora intestinale e per migliorare l’adattamento all’oscurità: assumere a ogni pasto 5÷10 cucchiai di succo fresco ottenuto dai frutti maturi.
  • Per le emorroidi: fare degli impacchi con un decotto preparato con 70g di bacche di mirtillo in 500ml di acqua.

 

  • In caso di ossiuri, piccoli vermi presenti nell’intestino dei bambini: preparare un decotto con 50÷70g di frutti in 1 litro d’acqua per 15 minuti, filtrare e bere nell’arco della giornata.
  • Per i diabetici: preparare un decotto con una manciata di foglie essiccate di mirtilli e alcuni baccelli di fagioli in 1 litro di acqua. Berne una tazza al giorno.
  • Contro la diarrea: preparare un infuso con 30÷40g di foglie in 1 litro d’acqua. Bere una tazza dopo ogni evacuazione, finché la situazione non si normalizza.
  • In caso di eczema e ulcere varicose: effettuare frizioni con il succo fresco o il decotto dei frutti.

Avvertenze:

il mirtillo è considerato una pianta abbastanza sicura, se utilizzata alle dosi consigliate, tuttavia l’uso prolungato e l’abuso delle foglie di mirtillo può causare gravi effetti tossici, con una sintomatologia caratterizzata da ittero, anemia, cachessia e formazione di metaemoglobina.
Il mirtillo ha un effetto sull’inibizione dell’aggregazione piastrinica e pertanto potrebbe interagire con altri inibitori dell’aggregazione piastrinica, come l’aspirina, ed anticoagulanti, quali il warfarin. L’uso dei frutti freschi, al posto di quelli secchi, può provocare diarrea, anche se quelli secchi e le foglie possono essere, talvolta, irritanti per l’intestino.

Se vuoi apporfondire le tematiche trattate, contattami qui per una consulenza naturopatica.

DiAlessandra Zarone

Clematis_ rimedio naturale per emicrania ed altre patologie

Clematis_ rimedio naturale per emicrania 

Clematis è il  rimedio naturale per emicrania ed altre patologie. Il nome del Genere deriva dal greco Clema = viticcio o pianta volubile, ad indicare il suo portamento ; gli inglesi chiamavano le Clematis “gioia del viandante” perché profumavano di vaniglia ed abbellivano il cammino, furono adottate, durante l’epoca vittoriana, ad ornamento di parchi e giardini.
Come quasi tutte le nostre Ranunculaceae è da ritenere, se non velenosa, almeno pericolosa per la presenza dell’alcaloide Anemonina che provoca irritazioni e vescicazioni cutanee.

Clematis in cucina:

Malgrado questo i teneri getti sono comunemente utilizzati lessati e cucinati in vario modo ; questo è possibile perché in primavera, periodo in cui sono raccolti, le sostanze tossiche sono presenti in quantità minima ma è opportuno non farne un uso esagerato.

a Vitalba necessita sempre di una bollitura per allontanare la potenziale velenosità di tutti gli esponenti della famiglia delle ranuncolacee. Bollitela con poca acqua e lasciatela scolare nello scolapasta.

L’impiego più classico, ed anche il più gustoso, è quello di succedanei degli spinaci. Soffriggete in una padella un poco d’olio dal gusto deciso e un paio di grossi spicchi d’aglio solo schiacciati. Passate poi la Vitalba lessata, aggiungete a piacere un poco di peperoncino in polvere, e prima di servire spolverate con formaggio non troppo stagionato e ancora dolce.

Una variante può prevedere l’impiego di sottili fette di una buona toma stagionata, e quindi saporita, ma dolce, da disporre sulla vitalba a cottura ultimata. Spegnete il fornello e mettete sulla padella un coperchio a tenuta; lasciate fondere il formaggio che dovrà ricoprire interamente la verdura e servite.

Per un condimento particolare per la pasta operate come segue: raccogliete cime di ortiche, getti di vitalba e foglie giovani di malva in pari quantità. Lessate il tutto e fate ben scolare premendo la massa sul fondo del colino. Dopo aver fatto soffriggere un po’ d’aglio aggiungete e fate saltare la parte terminale del prosciutto che più non riuscite ad affettare passato nel tritacarne, quando è ben rosolato, aggiungete la verdura lessata finemente triturata a mano. Portate a cottura aggiungendo un poco di brodo e, se volete, insaporite con un bicchiere di vino bianco.

Medicina popolare:

La medicina popolare la utilizzava come diuretico ma, vista la sua tossicità, è bene sostituirla con altre piante con lo stesso effetto ma innocue; per uso esterno le parti verdi della pianta, raccolte in primavera, triturate e introdotte nelle narici sarebbero un valido rimedio contro le emicranie ostinate; i rami flessibili vengono usati nella costruzione di cesti . Nel linguaggio dei fiori ha evocato vari simboli tra cui l’intelligenza limpida e onesta.
Simili alla Vitalba e con le medesime caratteristiche sono la C. flammula L., con foglie bipennate, e C. viticella L. , con fiori violetti e frutti con coda non piumosa. “Quel che sembrami potersi asserire si è, che dal procurarsi i vagabondi e gli accattoni col succo di sue foglie fresche alcune piaghe in varie parti del corpo, e massime nelle gambe, per eccitar compassione presso i creduli cristianelli, trasse il nome di Erba de’ pezzenti.

L’essenza floreale è adatta per :

  • Perdita di Coscienza
  • Lipotimia 
  • Stordimento
  • Malattie Neurologiche con perdita di sensibilità
  • Riabilitazione

 

La Clematis come rimedio dei fiori di Bach è indicata per quelle persone che hanno un carattere sognatore, che si distraggono facilmente e che quasi non vivono nel mondo reale perchè il loro mondo è pieno di fantasticherie e futuri ipotetici e vivono la vita reale molto marginalmente. Si tratta in pratica di persone scollegate dalla quotidianità che vivono in un mondo tutto loro, quasi virtuale. Sono potenzialmente molto creative se solo fossero più ancorate alla realtà e non vivessero nella fantasia.

Sono persone che si disinteressano del presente e la vita è incentrata su ciò che potrebbe essere, sognando successi futuri che però non arrivano perchè mancano di senso pratico. Sono inoltre persone disordinate, dispersive, inconcludenti e questo loro stato mentale le porta ad essere apatici, pigri e con scarse emozioni.

Le persone Clematis sono disordinate, soggette ad incidenti ed infortuni e fanno cadere spesso le cose perchè molto distratte e quindi maldestre; parlare con loro è sconfortante perchè fanno le domande ma non ascoltano le risposte; appaiono spesso sonnolenti, distaccati, sbadati.

Desideri un consulto floreale per approfondire le tematiche trattate? Prenota il tuo consulto nel nostro studio oppure on line.

DiAlessandra Zarone

Naturopatia Desio: Farfaraccio_ Rimedio naturale per la tosse e non solo

Naturopatia Desio: Farfaraccio_ Rimedio naturale per la tosse e non solo 

ll Farfaraccio bianco, è un rimedio naturale per la tosse e non solo.

nome scientifico Petasites albus (L.) Gaertn., 1791) è una pianta erbacea, rustica con numerosi capolini bianchi, appartenente alla famiglia delle Asteraceae.

petasites

Farfaraccio nell’antichità:

Sembra che sia stato Dioscoride Pedanio (Anazarbe in Cilicia, 40 circa – 90 circa), medico, botanico e farmacista greco antico che esercitò a Roma ai tempi dell’imperatore Nerone, a nominare per primo queste piante col nome di Petasites riferendosi alle grandi foglie simili al petàsos un cappello a grandi falde usato dai viaggiatori del suo tempo.Dioscorides01

Nome ripreso più volte in tempi moderni da vari botanici (Tournefort, Adanson o Gaertner) e comunque consolidato, come genere, da Linneo nel 1735 e collocato nelle “Corimbifere”.

Etimologia:

Il nome specifico (albus) fa riferimento alla colorazione dei fiori.Il binomio scientifico attualmente accettato (Petasites albus) è stato proposto da Carl von Linné (Rashult, 23 maggio 1707 –Uppsala, 10 gennaio 1778), biologo e scrittore svedese, e da Joseph Gaertner (Calw, 12 marzo 1732 – Tubinga, 14 luglio 1791), botanico tedesco, in una pubblicazione del 1791. In lingua tedesca questa pianta si chiama Weiße Pestwurz; in francese si chiama Pétasite blanc; in inglese si chiama White Butterbur.

540_Petasites_spurius
Con grande rizoma strisciante, è alta fino ad un metro. Le foglie sono grandi, rotonde o cuoriformi. I capolini di colore biancastro, hanno fiori tubulosi riuniti in una spiga apicale. Fiorisce in primavera. Comune lungo i ruscelli, i corsi d’acqua e i prati umidi. Vengono usati i piccioli delle foglie più grandi, carnosi e la raccolta può essere effettuata largamente purché si rispetti il fusto e si lascino le foglie apicali.

Petasites_hybridus_Etelänruttojuuri_naturopatia como

Cosa contiene:

Sono presenti nelle foglie inulina, un glucoside, resine, colina, olio essenziale, sali.

Rimedio naturale per tosse, mestruazioni, ferite, ulcere:

Nella medicina popolare queste piante vengono usate per le loro proprietà vulnerarie (guarisce le ferite), sedative (calma stati nervosi o dolorosi in eccesso), bechiche (azione calmante della tosse) ed emmenagoghe (regola il flusso mestruale). Le foglie hanno la proprietà di calmare la tosse, mentre invece appena raccolte vengono applicate sulle ulcere per ottenere una rapida cicatrizzazione.

Utilizzi alimentari:

L’uso alimentare è limitato ai carnosi piccioli delle foglie che, dopo cotti, vengono mangiati come asparagi, conditi con olio e aceto. Sono ottimi anche tagliati a pezzi non eccessivamente grandi per la preparazione di minestroni di verdura.

Vuoi approfondire le tematiche trattate? contattami qui per una consulenza naturopatica.

DiAlessandra Zarone

Naturopatia Desio: Achillea_ rimedio naturale per regolarizzare il ciclo mestruale ed attenuare i fastidi della menopausa

 Achillea_ rimedio naturale per regolarizzare il ciclo mestruale ed attenuare i fastidi della menopausa

Achillea, rimedio naturale per regolarizzare il ciclo mestruale ed attenuare i fastidi della menopausa,  era molto apprezzata dagli antichi greci che le diedero il nome dell’eroico Achille, che pare avesse appreso le proprietà terapeutiche dell’erba dal centauro Chirone e se ne fosse servito per medicare un compagno ferito dopo una battaglia. Il nome della specie, millefolium, fa riferimento all’aspetto piumoso delle foglie fitte e frastagliate.

Achillea nel mondo antico:

I fusti di Achillea ptarmica erano usati in Cina per consultare il Libro dei Mutamenti (I Ching): erano lanciati in aria e a seconda di come si disponevano toccando terra si interpretava il responso. Nel XVIII secolo veniva usata, mescolata a grasso, per disinfettare le ferite.

In Irlanda era usata per scacciare il malocchio e per cure di bellezza. Alcune specie di achillea entrano nella composizione del tè svizzero, altre si coltivano a scopo ornamentale. Un tempo i contadini avvolgevano i manici degli attrezzi di lavoro con gambi di achillea per averla sempre a portata di mano nel caso di punture di insetti o piccole ferite durante il lavoro e per conservare il vino mettevano i semi di achillea nelle botti.

Come raccogliere e conservare Achillea:

Il momento migliore per la raccolta è il periodo della fioritura, da giugno a settembre, quando cominciano ad essiccare sia le foglie che i fiori: questi vanno raccolti proprio quando il sole è cocente e il loro potere aromatico e terapeutico è massimo.
Fare essiccare foglie e fiori all’ombra e conservare in recipienti a chiusura ermetica.

Costituenti principali:

Olio essenziale contenente camazulene, canfora, beta-pinene, cineolo, borneolo, cariofillene; lattoni esquiterpenici,il principio amaro achilleina, flavonoidi
(apigenina-7-O-glucoside, luteolina, rutina), acido caffeico e salicilico, tannini, betaine.

Proprietà terapeutiche:

Colagoghe, digestive, antispasmodiche, espettoranti, antiseborroiche, astringenti, sedative.

  • Per uso esterno viene impiegata per detergere le piccole ferite, ha un’azione benefica sugli arrossamenti e le infiammazioni cutanee ed è cicatrizzante (per tale motivo in alcune regioni viene chiamata ‘erba dei tagli’).

 

  • Amaro- tonico e antispasmodico delle vie digerenti
  • In caso di colite e nefrite
  • Per regolarizzare il ciclo mestruale ed attenuare i fastidi della menopausa
  • Come depurativo, stimolante ed emostatico
  • Per le screpolature 
  • Per le varici 
  • Per lo stomaco
  • Per le emorroidi

 

Avvertenze: non sono descritti effetti collaterali importanti dopo somministrazione di estratti di achillea, ma in seguito ad esposizione cutanea in soggetti sensibili si potrebbero sviluppare reazioni allergiche; sono frequenti le ipersensibilità crociate con altre piante che appartengono alla famiglia delle Compositae.
Un uso eccessivo e protratto potrebbe provocare maggiore sensibilità cutanea ai raggi solari.
Non sono note interazioni dell’achillea con farmaci somministrati contemporaneamente.
Non deve essere somministrata durante la gravidanza, l’allattamento e nei bambini al di sotto dei due anni.

Vuoi approfondire le tematiche trattate? contattami qui  per una consulenza naturopatica. Ricevo online tramite videochiamata whatsapp.

 

Dr. Giorgini Integratore Alimentare, Achillea Estratto Integrale Liquido Analcoolico – 200 ml

DiAlessandra Zarone

Prunus Avium_rimedio naturale

Prunus Avium_rimedio naturale

Puoi prevenire  i reumatismi con Prunus avium (L.)  1755) chiamato anche ciliegio  degli uccelli o ciliegio selvatico . E’ un albero appartenente alla famiglia delle Rosacee, originario dell’Europa (dalle Isole Britanniche fino alla Russia, passando per Francia, Penisola Iberica, Italia, Germania fino a tutto l’est in zone montuose) e in alcune zone montane fredde dell’Asia minore (presente in scarsa misura con ecotipi leggermente differenti da quelli europei). In Italia è presente naturalmente dalle zone alto collinari sino a quelle montuose, talvolta al confine della zona tipica delle latifoglie, presentando una buona resistenza al freddo. Assieme al Prunus cerasus esso è una delle due specie di ciliegio selvatico che sono all’origine delle varietà di ciliegio coltivato che produce tipologie di ciliegie che vanno dal graffione bianco piemontese, al Durone nero di Vignola.

Etimologia:

Prunus avium significa “Ciliegio degli uccelli” in Latino, una traduzione fatta da Linneo dei nomi dati dai danesi e dai tedeschi alla specie (Fugle-Kirsebær, Vogel-Kirsche, rispettivamente). In inglese, il nome Bird Cherry si riferisce al Prunus padus.
È un albero a foglia caduca alto fino a 15-20 metri; i suoi rami hanno la corteccia grigia mentre quella del fusto è rossastra, liscia, lucida e si stacca in strisce orizzontali. Le foglie, raggruppate spesso all’estremità dei rametti, sono pendule e hanno un lungo picciolo. L’infiorescenza è data da corimbi all’apice di piccoli rametti; i fiori hanno lunghi peduncoli e presentano cinque sepali, ovali e ottusi all’apice. I cinque petali, di colore bianco, sono ovali, arrotondati all’apice e ristretti a cuneo alla base. Il frutto è una drupa sferica di colore rosso chiaro con poca polpa e contiene il nocciolo oblungo. Cresce nei boschi in particolare nella zona montana.

Il Ciliegio selvatico  nell’antichità:

Plinio il Vecchio distingue tra Prunus, l’albero, e Cerasus, l’albero delle ciliegie. Plinio aveva già descritto un certo numero di coltivazioni ed alcune specie citate, Aproniana, Lutatia, Caeciliana, eccetera. Plinio le distingue per il sapore da dolce a aspro.Egli afferma che prima che il console romano Lucio Licinio Lucullo sconfiggesse Mitridate nel 74 a.C., Cerasia … non fuere in Italia, “Non vi erano ciliegie in Italia”. Secondo lui fu Lucullo ad introdurle dal Ponto e nei 120 anni trascorsi da allora il ciliegio si era espanso attraverso l’Europa fino alla Britannia.
I semi di un certo numero di specie di ciliegie sono stati tuttavia trovati in ritrovamenti archeologici dell’età del bronzo ed in siti archeologici romani in tutta Europa. Il riferimento a “dolce” e “aspro” sostiene la moderna teoria che “dolce” fosse riferito al Prunus avium; non vi sono altri candidati trovati tra le ciliegie.
Nel 1882 Alphonse de Candolle affermò che semi di Prunus avium furono ritrovati nella cultura terramare del nord Italia (1500-1100 a.C.) e in alcuni villaggi archeologici svizzeri di palafitte.

De Candolle riguardo Plinio afferma:
« Poiché questo errore è perpetuato dalla sua ripetizione incessante nella scuola classica, si deve affermare che gli alberi di ciliegio (almeno quelli di Prunus avium) esistevano in Italia prima di Lucullo, e che il famoso gourmet non ha bisogno di andare così lontano per cercare le specie dai frutti con il sapore amaro. ». De Candolle suggerisce che quello che Lucullus portò era un particolare tipo di Prunus avium del Caucaso. L’origine del P. avium è ancora una questione aperta. Le moderne ciliegie coltivate differiscono da quelle selvatiche per la dimensione del frutto più grande, 2–3 cm di diametro. Gli alberi sono spesso coltivati in terreni duri per mantenerli più piccoli e per facilitare il raccolto.

Proprietà medicamentose:

Nella pratica erboristica corrente si usano i peduncoli dei frutti ancora acerbi per le loro proprietà diuretiche, antiuriche, antigottose, aromatiche, astringenti, mentre per uso esterno vanta proprietà rinfrescanti ed antiflogistiche.
Per uso esterno, il Ciliegio è indicato per infiammazioni alle articolazioni, gli arrossamenti della pelle, la cellulite e per rassodare la cute del viso.
. I principi attivi caratterizzanti sono: sali di potassio e magnesio, polifenoli, flavonoidi, acido malico, tannini, vitamina C e vitamina A.

Vuoi approfondire le tematiche trattate? soffri di reumatismi?Posso aiutarti con una corretta alimentazione in sinergia con rimedi erboristici, contattami per una consulenza qui,basta un click.

DiAlessandra Zarone

Naturopatia Desio : Spagyria e utilizzi pratici

Naturopatia Desio : Spagyria e utilizzi pratici:

Per curare la malattia è necessario agire con la Spagyria innanzitutto sulle parti piú sottili dell’uomo.
La Spagyria afferma che vi è una unità fondamentale, un’ origine comune tra le differenti manifestazioni della natura, e considera pertanto le relazioni che intercorrono fra il microcosmo (l’uomo), il macrocosmo locale (i tre regni minerale, vegetale e animale) ed il macrocosmo (il cosmo).

 

Microcosmo e  Macrocosmo:

Al momento del concepimento, l’anima dell’uomo risuona con tutto il macrocosmo, con la posizione degli astri e con il momento presente che rimane impresso come caratteristica nell’essere.
Attraverso questa “fotografia” la persona risuonerà in sincronia con la posizione degli astri rientrando in determinati tipi di corporature, caratteri e psicologia.

Come ho espresso nel mio precendente articolo sulla  Spagyria (clicca qui) , essa svela gli occulti processi della Natura,definiti “mysteria” attraverso l’Arcanum, che Paracelso definisce un’entità leggera che “può essere trasportata dagli astri come una piuma al vento“, ossia è soggetta ai loro influssi.

Rimedi spagirici :

Mi avvalgo  spesso di rimedi spagirici per problematiche di  ansia e stress. Di seguito vi riporto un caso risolto attraverso la Spagyria. Monica mi contatta perchè soffre di ansia, stress e nervosismo. L‘analisi spagyrica fa emergere che Monica è stata concepita  nel segno acquario, con decano in Luna. Il pianeta dominante dell’Acquario è Urano, il cui simbolo grafico è di complessa interpretazione ma sembra riferirsi all’espressione di una energia potente che trasforma e rigenera il ciclo della vita.
Urano è il simbolo astrologico dei mutamenti più radicali, della forza del nuovo che irrompe e spezza l’ordine precedente, sovverte i vecchi schemi. Urano è il cielo stellato per i greci, ma la radice Ur richiama anche l’idea del fuoco e della folgore. Urano ha un’influenza simile a Saturno sul Sistema Nervoso, porta predisposizioni a disturbi spasmodici come choc, crampi, epilessia, spasmi, rotture.

Caratteristiche acquariane:

Chi è stato concepito nel segno dell’Aquario esprime ideali e cerca di creare relazioni e situazioni alle quali tutta la collettività può accedere liberamente, giovandosene. E’ caratterizzato da un forte  senso umanitario, da un idealismo un po’ ingenuo ma sincero, dal  senso di uguaglianza e fratellanza.  Si realizzano appieno attraverso l’unione con gli altri, con una sensibilità volta a recepire le differenti realtà. Sono  narcisisti e consapevoli delle proprie capacità intellettive, amano esprimersi andando alla ricerca del sensazionale, hanno il senso della drammaticità degli eventi e sanno esprimerlo sotto ogni forma di creatività. Sono sinceri, generosi, mai invidiosi, curiosi, audaci e capaci di affrontare ogni tipo di cambiamento anche se questo comporta una sfida. Tentano continuamente di superarsi, poiché sanno adattarsi ai cambi repentini, vivendo appieno la modernità.  Hanno fede nel futuro e una visione positiva del mondo, che non si lascia inquinare né dalle delusioni, né dalle altrui interferenze. Idealisti anche in amore, cercano affinità  profonde, complicità e amicizia. Più cerebrali che passionali, vivono grandi emozioni, ma guai a intaccare la loro autonomia o a interferire nei loro progetti.

Urano e Luna determinano:

Urano determina influssi sull’apparato scheletrico, milza, epifisi.
Luna determina influssi su apparato nervoso,cervello, stomaco, utero.

 

Gli elementi dominanti in lei sono :

Aria, di natura pesante e densa, umida,ciò fa sì che le sue idee si concretizzino nel mondo materiale, con molto successo.
Ha la luna in prima decade, quindi : predomina l’elemento acqua , determina in lei una natura fredda e umida, che la rende flessibile, generatrice di idee ed azioni feconde .

Analisi degli quattro elementi ippocratici:

Nell’analisi ippocratica, prevalgono Umido e Caldo, ossia Acqua + Aria: che conferiscono a Monica un temperamento sanguigno, questo però oscilla con un altro temperamento, quello Linfatico (caratterizzato da componente Umido-Freddo, Acqua).
Per tenere in equilibrio il sistema linfatico, che determina un eccesso di acqua, una tendenza al sovrappeso, alla ritenzione idrica, occorre, secondo Paracelso ed Ippocrate:

Consumare molto zafferano, anacardio, sedano, verdure fresche, anguria, radici.

 

Le suggerisco rimedi spagyrici quali:

  • Estratto spagyrico di Equiseto
  • Estratto spagyrico di Melissa
  • E 63 Alma
  • E 65  Alma

In alternativa:

  • Solunat n 5
  • Solunat n 14

 

 

Nell’arco di tre mesi, Monica ha ritrovato equilibrio, tranquillità e serenità interiore.

Perchè ulizzare rimedi spagyrici e non i tradizionali rimedi erboristici allopatici?

Perchè ogni  persona risuona in sincronia con la posizione degli astri rientrando in determinati tipi di corporature, caratteri e psicologia, questi rimedi sono appositamente in linea con la tipologia descritta.

Se ti ritrovi  nelle problematiche descritte e desideri conoscere quali sono le piante adatte a te, perchè  risuonano con i tuoi astri, la tua tipologia ed Archetipo, contattami qui (basta un click) per un consulto spagyricoippocratico .

DiAlessandra Zarone

Naturopatia Desio: Agrifoglio_ rimedio naturale

Agrifogliorimedio naturale 

L’agrifoglio è un rimedio naturale per edemi, ascessi e altre problematiche 

una pianta magica fin da prima dell’avvento del Natale cristiano, si dice che proteggesse dai demoni e portasse fortuna. I suoi primi utilizzi risalgono all’Irlanda dove anche le famiglie più povere potevano permettersi di utilizzarlo per decorare le proprie abitazioni.

pexels, download e utilizzo gratuito

Tradizioni germaniche:

I pagani (principalmente la tradizione germanica della festa di Yule), celebravano la rinascita del sole al solstizio d’inverno (analogamente ai Saturnali e al Sol Invictus dei Romani). La rinnovata ascesa del sole in cielo che iniziava al solstizio era simbolicamente inscenata come una battaglia tra la quercia estiva e, appunto, l’agrifoglio invernale.

Le rosse bacche dell’agrifoglio rappresentavano la fertilità durante la profonda oscurità invernale, una promessa di ritorno di luce e calore.
I cristiani, nel tentativo di soppiantare le festività pagane sovrapponendo a queste dei nuovi significati, posero il Natale proprio il 25 dicembre, semplicemente sovrapponendosi (e in realtà mantenendo) la precedente antica tradizione.
Visto che molti simboli della tradizione precedente, come l’agrifoglio, persistevano alla tentata cancellazione cristiana (essendo simboli non legati al cristianesimo il primo approccio provato fu l’eliminazione), la nuova religione cercò di ridefinire nel tempo il loro significato originale .

pexels, download e utilizzo gratuito

Folklore:

Nelle credenze popolari, l’Agrifoglio benefico è sempre stato temuto da streghe e spiriti maligni. Insieme al Bosso, era ritenuto uno scaccia guai molto apprezzato. Possedere l’Agrifoglio, significava avere su se stessi e sulla propria casa parte delle forze benefiche di cui era fornita la pianta. Veniva infatti appeso nelle stalle e nelle case per tenere lontani sortilegi e malattie. In l’inverno gli antichi popoli Druidi decoravano le loro abitazioni con rami di Agrifoglio provvisti di bacche, per onorare gli spiriti della foresta. D’inverno nel periodo delle feste si ornavano le chiese con fronde di Agrifoglio, che poi i contadini portavano a casa, credendo che servissero contro i fulmini e gli incantesimi. Ancora oggi, alla vigilia di Natale, viene regalato e appeso alle porte (insieme al Vischio), come augurio di bene, per propiziarsi la sorte e attirare la fortuna. L’usanza di utilizzare l’Agrifoglio come decorazione natalizia nacque da una superstizione secondo la quale i folletti delle case amavano architettare scherzi durante le feste di Natale. Per difendersi da tali scherzi si appendevano ramoscelli di Edera e Agrifoglio sulle porte, sui camini e alle travi delle case. La pianta, nel linguaggio simbolico, rappresenta dunque la difesa, la precauzione, la previdenza e la resistenza. Secondo un’antica leggenda l’Agrifoglio sarebbe nato dalle orme di Cristo. Le sue foglie spinose e le bacche scarlatte come gocce di sangue furono considerate simbolo della passione del Salvatore. Per questa ragione la pianta di Agrifoglio è chiamata anche “Spina di Cristo” (Christ’s Thorn). Il Mattioli scriveva che le fronde spinose dell’Agrifoglio proteggevano la carne salata dai topi e da altri roditori: per questo motivo la pianta era anche detta Pungitopo maggiore.

Considerata dalla tradizione magica pianta di genere maschile perché collegata all’elemento fuoco e al pianeta Marte. Per questo motivo, se era portata addosso, la pianta avrebbe donato fortuna soprattutto agli uomini (il corrispondente femminile è l’Edera). Le si attribuivano protezione, sogni magici e il potere contro il fulmine. Era considerata la pianta protettiva per eccellenza, capace di difendere e proteggere dai fulmini, dai veleni, dagli spiriti cattivi e dagli stregoni malvagi se veniva piantato intorno alla casa. Se invece si lanciava l’Agrifoglio contro una bestia feroce, questo aveva la facoltà di calmarla immediatamente, anche se l’animale non veniva colpito.

 

Medicina popolare:

L’acqua di Agrifoglio (infuso o distillato) era spruzzata sui neonati in segno di protezione. Un antico rito magico per realizzare un desiderio, consisteva nel raccogliere, dopo la mezzanotte di un venerdì, nove foglie di Agrifoglio nel più completo silenzio, scegliendo una pianta non troppo spinosa. Si dovevano poi avvolgere le foglie in un panno bianco e annodare per nove volte le due estremità del panno.

La medicina popolare attribuisce alla pianta proprietà sudorifere e antireumatiche. Era utilizzata dalle popolazioni rurali per le malattie cutanee, come espettorante nella tosse, nel catarro cronico dei bronchi, nelle coliche, nelle gastralgie, nell’itterizia e nel vaiolo. Non sempre però l’uso dell’Agrifoglio era privo di effetti collaterali, perché anche le parti verdi della pianta possono presentare una certa tossicità. L’infuso di foglie venne usato nelle febbri intermittenti e nelle forme reumatiche per le sue proprietà febbrifughe e toniche. Per uso esterno l’Agrifoglio veniva utilizzato come risolvente applicando le foglie fresche contuse sui “tumori bianchi”, negli edemi, nella pleurite, negli ingorghi e nelle ostruzioni ghiandolari. Le popolazioni della Foresta Nera bevevano l’infusione delle foglie secche di Agrifoglio come succedaneo del tè; in modo analogo quest’ultima abitudine richiama quella dell’uso del maté, che è una specie di Agrifoglio sudamericano.

pexels, download e utilizzo gratuito

Agrifoglio e usi mondiali:

In India le foglie sono considerate emollienti e diuretiche, le bacche purgative, emetiche e diuretiche. Presso le popolazioni indiane del Nord America una tisana ricavata dalla cenere delle foglie era usata per curare la tosse convulsa.

Agrifoglio negli antichi erbari:

Le foglie fresche triturate erano impiegate come risolutivo: se ne facevano dei cataplasmi nei rigonfiamenti ghiandolari, negli edemi, negli ascessi. Mattioli invece asserisce che il decotto di corteccia e radici possiede azione risolvente sugli indurimenti e guarisce le lussazioni: “Vale la decottione delle radici per mollificare le giunture indurite per diflogagione: imperoché risolve e mollifica le durezze, e l’enfiagioni, e restaura le rotture dell’ossa.” Il celebre Paracelso prescriveva il decotto di foglie per la cura dei reumatismi e delle forme artritiche. Alla fine del ’700 il Durante apprese da un empirico il loro valido uso contro le febbri intermittenti, proprietà questa che fu confermata più tardi da diversi Autori. Tra la fine del XVII e l’inizio del XIX secolo, le foglie ebbero reputazione tra i migliori febbrifughi, considerate efficaci quanto quelle della china nelle febbri intermittenti; vennero prescritte anche nel reumatismo e nella gotta. Le bacche hanno proprietà purgative ed emetiche in dosi medicinali, ma essendo velenose se ne sconsiglia vivamente l’uso.

 Vuoi approfondire le tematiche affrontate? contattami per una consulenza.

DiAlessandra Zarone

Depurazione epatica

Depurazione epatica

Angela, una ragazza molto tormentata, mi contatta per risolvere disagi connessi a problemi gastro intestinali e depurazione epatica.

Il suo messaggio psicosomatico è connesso a una non metabolizzazione di eventi risalenti all’infanzia e alla attuale sua  vita di giovane donna impiegata.Tali eventi  che hanno scatenato fortissimi attacchi di rabbia, con conseguente somatizzazione a livello di stomaco, intestino e fegato.

Le suggerisco l’assunzione di integratori spagyrici quali:

  • Orovita Melissa:
  • Solunat nr 8
  • Solunat nr 16,
  • Solunat nr 19

 

 

A ciò suggerisco di abbinare una tisana per la sua atonia digestiva, composta da Angelica radici semi, finocchio semi, cardamomo frutti in proporzioni uguali.
Le suggerisco l’assunzione di  fiori Himalayani, fiori di Bach e Australiani.

Alimentazione consigliatale:

Colazione:

Latte di mandorle, latte di riso,miele biologico, cereali integrali,miele di castagno, fichi d’india, litchi, giuggiole, lime, the verde , non zuccherare le bevande, se possibile, evitare zucchero bianco e sostituire con zucchero Panela oppure succo d’acero, oppure miele grezzo biologico.

A metà mattina: 1 banana oppure 5-6 mandorle

Pranzo/cena:

Cereali integrali, verdura cotta e cruda di stagione, evitare totalmente le insalate miste a base di tonno, uova, formaggi mais ecc perché creano fermentazione, integrare con con pesce azzurro ( tre volte settimana) e carni magre ( 1- 2 volte a settimana), eliminare le carni grasse, i cereali raffinati, prediligere riso integrale e pasta integrale. Evitare la frutta dopo i pasti. Limitare gli insaccati e i formaggi grassi, le carni grasse. Uova, ortaggi, frutta secca in piccole quantità.

No a : cavoli e zucca, ceci, fave, piselli, fagioli, lenticchie.

Sì’ a: avocado, carote, asparagi. Condire con olio di oliva, limone, evitare salse preconfezionate, cibi fritti.

Scegliere un pasto con le seguenti opzioni:

cereali + verdura

pesce/carne + verdura

uova + verdura

Formaggio magro + verdura

A merenda: centrifugati di fragole, kiwi, more, mirtilli.

 

 

Angela ha risolto le sue problematiche in tre mesi, ora è serena e si sente rinnovata nel corpo e nello spirito.

Se ti ritrovi nelle problematiche descritte e desideri affrontarle evitando inutili perdite di tempo con il “fai da te”, prenota qui una consulenza naturopatica ,basta un click.

DiAlessandra Zarone

Ginepro_ rimedio naturale per nevralgie e dolori reumatici

 Ginepro_rimedio naturale per nevralgie e dolori reumatici 

Ginepro, Juniperus communis, è un rimedio naturale per nevralgie, dolori reumatici :

Ha proprietà aperitive e diuretiche. Di questa pianta si usa il galbulo. Si prepara un macerato alcolico lasciando i galbuli in vino o alcool. Nella tintura usata esternamente, questi composti conferiscono parte del suo potere antinfiammatorio in caso di nevralgie o dolori reumatici. L’altra componente viene assegnata al pinene, che è stato scoperto inibire in vitro la sintesi di alcune citochine infiammatorie a livello delle cellule della cartilagine umana o condrociti. Preparati di ginepro sono buoni balsamici polmonari, facilitano l’eliminazione dell’acido urico e di liquidi in eccesso, aiutano in caso di digestione lentainfiammazioni del tratto uro-genitale.

Origini celtiche:

Sembra che il nome del genere derivi da due vocaboli celtici gen = cespuglio e prus = aspro, con probabile allusione alle foglie pungenti e all’asprezza delle “bacche”.
Esse impiegano due anni per raggiungere la completa maturazione tanto che si possono vedere, contemporaneamente sulla pianta, sia quelle bluastre ormai mature che quelle verdi che matureranno l’anno successivo.
Le bacche erano utilizzate nella produzione di liquori e come aromatizzanti nella preparazione di molte ricette tipiche, dalla Lapponia alla Sicilia.
Il loro sapore dipende sia dal luogo sia dal periodo di raccolta, le migliori sono quelle mediterranee raccolte in autunno, ma anche dalla loro freschezza e spesso quelle essiccate sono insipide ed inservibili.

Ginepro e tradizione antica:

Un macerato di bacche essiccate, nell’acqua del bagno, è un ottimo rimedio nelle affezioni reumatiche . Anticamente si credeva di poter tenere lontana con esso la peste e gli spiriti maligni tanto che, ancora verso la metà del XVIII secolo, a Velletri furono bruciati quaranta sacchi di bacche per difendere la popolazione dal flagello. Nelle zone alpine i viandanti infilavano un ramo di ginepro nel cappello per non piagarsi i piedi. Secondo la tradizione la croce di Cristo fu costruita con il suo legno aromatico che viene bruciato, come incenso, nelle sere di Natale, S. Silvestro ed Epifania. “Dalle coccole peste e fermentate nell’acqua si ottiene una bevanda spiritosa, salubre e di pochissima spesa. Chiamasi perciò il Vino de’ poveri. Dessa è tanto più grata, quanto è più vecchia. Infuse nell’acquavite danno un eccellente rosolio stomacale, e distillandole un olio essenziale.”

Ginepro non deve essere usato in caso di:

  • Infiammazione delle alte vie urinarie
  • Gravidanza ed allattamento 
  • Insufficienza renale grave

 

Vuoi approfondire le tematiche trattate? prenota  qui una consulenza naturopatica. Basta un click .

DiAlessandra Zarone

Riequilibrio femminile e Ayurveda

Riequilibrio femminile e Ayurveda

Nei testi antichi di medicina ayurvedica, i fibromi sono connessi al termine  mamsarbuda, che  significa “crescita nei muscoli e tessuto connettivo”. Il fibroma è la crescita del tessuto connettivo dell’utero.

I fibromi uterini sono considerati  un disordine kapha da accumulo, ma spesso coinvolgono pitta e anche spostamenti di vata, nel qual caso il paziente può essere considerato come pre-canceroso. Pertanto, il trattamento deve essere profondo per bilanciare il tri-dosha e deve essere sufficientemente sostenuto nel tempo per sradicare il lento kapha. I fibromi possono essere sciolti con la giusta alimentazione e i cambiamenti dello stile di vita .

I sintomi :

  • Disagio addominale
  • Dolori alla schiena
  • Minzione frequente
  • Dolore durante il ciclo mestruale
  • Movimenti intestinali
  • Dolore durante i rapporti sessuali

Le cause:

  • Obesità
  • Alterazione dei geni
  • Aumento del livello di ormoni come estrogeni e progesterone

I dati della scienza medica:

Al giorno d’oggi un numero di donne soffre a causa della formazione di fibromi uterini. I fibromi sono tumori non maligni dell’utero, che colpiscono circa il 20% della popolazione femminile di età superiore ai 35. I fibromi possono variare di dimensioni, forma, posizione e numero, alcuni causando sintomi quali pressione e allargamento uterino, mentre altri sono piccoli.
I fibromi uterini sono composti da fibre muscolari dense disposte in strati circolari, e incapsulati in uno strato di muscolatura liscia, possono essere situati all’interno dell’utero (intrauterino), nella parete dell’utero (miometrio), o all’esterno dell’utero (extrauterino). I fibromi intrauterini possono inibire la fertilità. I fibromi miometriali possono causare pressione sugli organi adiacenti, e in alcuni casi, possono influenzare la funzione renale facendo pressione sugli ureteri. I fibromi extrauterini si trovano sotto la membrana sierosa dell’utero, e possono essere sopra o vicino alle tube di Falloppio e possono influenzare la fertilità.
Sebbene le cause specifiche dei fibromi rimangono incerte, è noto che essi dipendono dalla eccessiva produzione di estrogeni. La mancanza di movimento, l’assunzione di cibo in eccesso, una bassa funzionalità tiroidea possono contribuire alla fibromialgia, così come stress e tristezza associati a problemi di maternità.
I sintomi più importanti di fibromi uterini sono:
Menorragia, sensazione di pressione addominale e congestione pelvica, frequenza urinaria, allargamento addominale, mal di schiena, e dismenorrea.

I fattori di rischio principali dei fibromi comprendono:

  • Il consumo regolare di caffè
  • L’obesità,
  • L’uso di contraccettivi orali.

Il rischio di fibromi diminuisce con ripetute gravidanze.

Trattamenti ayurvedici:

 

Il trattamento primario dei fibromi consiste nel   controllare le emorragie, tonificare l’utero e abbassare il relativo eccesso di estrogeni.
Sebbene i fibromi abbiano un’ eziologia distinta, sono spesso legati a una stagnazione pelvica sottostante e rappresentano un accumulo di rifiuti e tossine.

Bisogna ridurre le tossine epatiche, decongestionare la pelvi, assumere rimedi che aumentino la circolazione sanguigna dell’utero, assumere analgesici utilizzati per il trattamento della dismenorrea.

 

Impacchi di olio di ricino infuso con Pokeroot (Phytolacca decandra) tintura, il 20% v / v. L’olio medicato viene strofinato sull’intera zona uterina prima di andare a letto. Tale rimedio contiene il complesso B, vitamina E, vitamina C, bioflavonoidi, ferro e inositolo che liberano l’eccesso di estrogeni dal fegato.

   Se vuoi conoscere quali sono i rimedi erboristici e la dieta adatti a te, prenota una consulenza ayurvedica.

DiAlessandra Zarone

Parallelismi fra Spagyria e Floriterapia

Parallelismi fra Spagyria e Floriterapia:

Oggi vorrei parlarvi dei parallelismi fra Spagyria e Floriterapia.
Il corpo, per sua costituzione, è sano e perfetto, ciò che lo rende malato, è l’influsso delle disarmonie spirituali (o delle cattive disposizioni, nel caso di affezioni ereditarie). All’interno dell’uomo, come su tutta la superficie del corpo, è riprodotto un firmamento con tutte le stelle attraverso una mimesi in perfetta concordanza con il firmamento del cielo.

Paracelso indaga in due direzioni: da una parte va alla ricerca dei segni esterni, scoprendo gli effetti individuali, sensibili e psicofisici della malattia; dall’altra procede parallelamente alla ricerca degli effetti invisibili ed insondabili presenti in quella parte uguale per tutti gli esseri animati ed inanimati, la parte eterea o come precedentemente detto il corpo astrale, che rispecchia fedelmente le leggi dell’universo. Quest’ultima parte è chiamata anche limbus, lembo dell’universo, proprio per evidenziarne i parallelismi. Gli effetti della malattia si compiono sulla parte psicofisica dell’individuo, ma l’origine proviene dal limbus, cioè dalla parte invisibile e celeste.

La terapia paracelsiana consiste nella scoperta del farmaco adeguato ai singoli mali. Paracelso fa ampio uso dell’alchimia naturale, la medicina spagirica, servendosi di preparati ad azione purgativa, revulsiva, diuretica, emetica e diaforetica.
Il medico deve essere a perfetta conoscenza delle somiglianze e delle differenze fra essenza del medicamento ed essenza della malattia poiché il potere curativo della sostanza medicinale non risiede nella sostanza stessa ma nel suo arcanum, nella parte eterea trattenuta nella sostanza stessa. La malattia quindi proviene dal limbus (dalla parte astrale del corpo) e può essere debellata solo dall’arcanum (ovvero dalla parte astrale del medicamento), poiché sono simili nella loro essenza. Proprio in questo concetto risiede il grande scacco che Paracelso attua contro la medicina tradizionale: la malattia non viene più curata attraverso i contrari ma attraverso il simile.

L’inestricabile relazione che lega microcosmo e macrocosmo fa in modo che la malattia nell’uomo sopraggiunga solo esclusivamente quando esiste uno stato di debolezza, e quindi il corpo astrale dell’uomo si ritrova in una posizione inferiore rispetto alla parte eterea del cielo; lo stato di salute invece esiste quando c’è una perfetta concordanza fra cielo sidereo macrocosmico e cielo interiore.

Per Bach la malattia è il risultato di un conflitto in cui la personalità rifiuta di obbedire ai dettami dell’anima. A nessuno di noi è dato più di quello che può realizzare, né ci viene chiesto di fare più di ciò che è in nostro potere. La malattia stessa è il simile che cura il simile, o meglio, il simile che respinge il simile. La malattia esiste per farci abbandonare alcune azioni sbagliate; questo è il modo più efficace per armonizzare la nostra personalità con la nostra anima. Così ci viene inviata la malattia per accelerare la nostra evoluzione. Per quanto essa sembri crudele dal nostro limitato punto di vista, in realtà la sua natura è benefica. E’ il metodo usato dall’Amore Paterno della nostra Anima per riportarci sulla via della comprensione. Ricordiamo inoltre che la sofferenza è in un certo senso un privilegio; infatti essa indica che la personalità ha raggiunto quello stadio di sviluppo in cui la correzione è possibile. Un individuo potrebbe essere in difetto, secondo la particolare lezione che deve imparare; su uno dei seguenti principi fondamentali:

  • Potere
  • Conoscenza
  • Intellettuale
  • Amore
  • Equilibrio
  • Servizio
  • Saggezza

Per Bach la malattia non ha origine materiale:

La malattia non potrà mai essere curata o sradicata attraverso metodi materialisti attuali per il semplice fatto che la sua origine non è materiale. Ciò che noi conosciamo come malattia è l’effetto conclusivo, prodotto nel corpo, di forze avverse che hanno agito a lungo e in profondità. Per riuscire a comprendere la natura della malattia occorre riconoscere alcune verità fondamentali. La prima è che l’uomo ha un suo Spirito che è il suo vero Io, un essere Divino, potente, generato dal Creatore di tutte le cose.

Il corpo nonostante sia il tempio terreno di quello Spirito, non è che un suo tenue riflesso. Questo nostro Spirito, il Divino che risiede in noi, stabilisce il percorso che nostre vite devono compiere. Siamo quaggiù al fine di acquisire tutte le conoscenze e tutte le esperienze che ci è dato fare attraverso l’esistenza terrena, di sviluppare le virtù che ci mancano e di eliminare tutto quello che in noi è sbagliato. Non si deve però combattere direttamente l’errore, ma esercitare invece molto la virtù opposta, affinché esso sia eliminato dalla nostre indole. Paracelso e Hahnemann ci insegnarono a non prestare troppa attenzione ai dettagli della malattia ma di curare la personalità, l’uomo interiore, comprendendo che se la nostra natura spirituale e mentale è in armonia, la malattia scompare. Questo insegnamento costituisce il grande fondamento del loro edificio la cui costruzione deve continuare.

Se desideri approfondire queste tematiche, sono disponibile per una consulenza. Prenota qui.

DiAlessandra Zarone

Abete Bianco: rimedio naturale per infiammazioni alle articolazioni

Abete Bianco: rimedio naturale per  infiammazioni alle articolazioni

L’Abete Bianco è un rimedio naturale per  l’osteoporosi.Infatti,tra le proprietà dell’Abete  Bianco vi è  quella di fissare il calcio nelle ossa, stimolare l’ accrescimento staturo-ponderale e l’ eritropoiesi. E’ indicato soprattutto in età pediatrica. Indicato anche per :
Organotropismo
Scheletro
Tessuto linfatico
Midollo osseo
osteoblasti, eritroblasti.

 

Proprietà dell’Abete Bianco:

 

  • Rimineralizzante
  • Favorente la crescita 
  • Stimolante l’ appetito 
  • Eritropoietica

Quando assumere Abete bianco:

  • Infezioni recidivanti vie aeree (rinofaringiti, tonsilliti, otiti, bronchiti).
  • Ritardo nel consolidamento delle fratture
  • Inappetenza
  • Osteoporosi 
  •  Carie dentaria
  •  Gengivostomatite

Un pò di storia:

Per gli antichi Greci l’abete bianco era sacro ad Artemide, dea della Luna e protettrice delle nascite.
Il profondo rapporto che le popolazioni dell’Europa celtica hanno con l’abete è dovuto al fatto che le conifere (sempreverdi) sono associate all’idea dell’immortalità, concetto base di genti magiche e guerriere che credono nel perenne flusso vitale che permea di sÈ ogni manifestazione sensibile.

Simbolo dell’unione tra uomini e piante, l’abete è posto a guardia del solstizio d’inverno, giorno in cui si rinnova l’anno, albero della fertilità e della nascita.

Nelle tradizioni nordiche è legato alla Luna e alla dea, simbolo di promessa di vita e fertilità future, di rinnovamento non sottostando al ciclo stagionale di morte e rinascita come le piante a foglia decidua.

I Celti delle Orkney, in Scozia, accolgono ancora i neonati con torce d’abete, “segnano”, dopo il parto, mamma e bambino girando, con una torcia accesa, tre volte attorno al letto.

 

Tradizione floklorica:

Quest’albero è così correlato al mondo invisibile che è spesso utilizzato come un canale per trasmettere messaggi alle divinità. Tale usanza è legata alla tradizione che narra come nella foresta di Broceliade, in Bretagna, crescesse, presso una sorgente, un abete chiamato albero di Barenton, in grado di incanalare un potenziale magico importante. Su quest’albero, secondo la leggenda, era solito arrampicarsi Merlino e le persone di religione celtica lo utilizzavano come tramite per inviare messaggi agli dei, forse perchè dalla sua resina si otteneva un incenso da bruciare nel corso delle cerimonie.

Presso Glanudim, in Provenza, è stato trovato un altare su cui è incisa una conifera, invece delle normali dediche, ed esempi di questo tipo si sono rinvenuti anche nei Pirenei francesi, con numerosi altari dedicati al culto degli alberi.
Altro esempio è l’ara romano-britannica di Newcastle-on-Tyne, dedicata alle Madri, con inciso un triangolo che racchiude una pigna d’abete.
L’abete è l’albero di Natale odierno, di tradizione germanico-scandinava.

Il costume pagano di recarsi nel bosco, nel periodo del solstizio invernale e tagliare un abete rosso per decorarlo con ghirlande, candele e uova dipinte, sotto cui si dava il via a banchetti ed eccessi di ogni genere, non era ben visto dal Cristianesimo e solo alla fine del XIX secolo fu introdotto in Francia e poi negli altri Paesi europei.

Il folklore, soprattutto quello germanico, riteneva che il “Genio della Foresta” abitasse nel tronco di un vecchio e maestoso abete e pertanto si tendeva a non abbattere alberi di una certa dimensione, che erano rispettati.
Nel Medioevo, le donne erano battute con rami d’abete per stimolare la fecondità e in Savoia era considerato neutralizzatore di negatività e malocchio e protettore dai fulmini.

 

Utilizzi antichi e  moderni:

Nel Rinascimento gli abeti sono molto conosciuti e apprezzati come piante medicinali. La scorza e le foglie sono ritenute disseccative. La polvere delle foglie bevuta con vino rosso o con acqua ferrata (al peso di una dramma) restringe i flussi e la dissenteria, bevuta con uova fresche, ferma la “scolation delle reni”.
Ne trattano molti autori, oltre al citato Durante, troviamo Ruel (1474-1537), Fuchs (1501-1566) e Mattioli. Anche esternamente svariati sono gli impieghi terapeutici dell’abete e dell’olio d’avezzo, così sedersi su una tavola calda d’abete giova al “tenesmo e all’uscita del budello”; il lacrimo modifica la matrice se impiegato come fomento, giova alle fratture, al prurito dei genitali, alle otiti, chiude le ferite “massime quelle della testa, purchè non sia la membrana scoperta”, consolida le fratture, mitiga i dolori della podagra, della sciatica e dei dolori artritici, scioglie le cicatrici. La resina, di questa come di altre conifere, era applicata localmente per trattare il catarro, per la cura delle ferite, contusioni, ecchimosi, ascessi, distorsioni e fratture. La resina mescolata con foglie fresche d’ortica, ridotte in poltiglia, era applicata sulle piaghe. Si scioglieva del sego con della resina e dello zucchero, l’unguento, così preparato, era spalmato sulle mani e sui piedi screpolati.

I rami più flessibili erano usati per allestire ghirlande in occasione di feste particolari.
I rametti erano (e in alcune aree lo sono ancora) usati per decorare le tombe, il due novembre.
La resina, che prende il nome di “pece di Borgogna” (conosciuta anche come “pece dei Vosgi” e “pece bianca”) è simile alla resina di pino, ma se ne distingue per una maggiore purezza e per una quantità minore di terpeni. Alla droga sono riconosciute proprietà rubefacenti. Preparazioni a base di pece di Borgogna sono impiegate esternamente per il trattamento dei geloni e per lenire i dolori articolari e muscolari.
Dell’abete bianco si impiegano le foglie, la resina e le gemme.

Le foglie si raccolgono in estate e si asciugano rapidamente all’ombra. Gli “aghi” di abete contengono piceina, olio essenziale, vitamina A, vitamina C. Alla droga sono riconosciute proprietà balsamiche, antisettiche e antireumatiche. Preparazioni di foglie di abete bianco sono impiegate nel trattamento delle affezioni dell’apparato respiratorio e per lenire i dolori articolari e muscolari.

Dalla resina di abete bianco, che scola dalle incisioni fatte sul tronco, si ricava la “trementina di Strasburgo” (nota anche come “trementina d’Alsazia”, “trementina dei Vosgi” e “trementina cedrina”). La trementina d’Alsazia è un liquido di consistenza sciropposa dal gradevole odore di trementina, ma che ricorda anche quello della melissa e del cedro. Contiene principalmente olio essenziale (a sua volta costituito da fellandrene, cadinene, acetato di pinene, limonene, ecc.), acidi resinosi, in particolare acido abietinico, sostanze amare. Alla trementina di Alsazia è riconosciuta la proprietà di espellere i calcoli epatici.
La resina è dispersa in acqua calda e con i vapori si eseguono fomenti contro la bronchite. Per lo stesso scopo è impiegata anche la resina dell’abete rosso.
Le gemme sono raccolte in marzo, contengono resina, olio essenziale (particolarmente ricco di pinene e limonene).
Alle gemme resinose sono riconosciute proprietà balsamiche, bechiche, stimolanti, diaforetiche, diuretiche.
Preparati di gemme sono impiegati per il trattamento della tosse, delle affezioni catarrali dell’apparato respiratorio e per tonificare e attivare la circolazione.

Se vuoi approfondire le tematiche trattate, prenota una consulenza naturopatica qui

DiAlessandra Zarone

Naturopatia Desio: Uncaria Tomentosa e sistema immunitario

 Naturopatia Desio: Uncaria Tomentosa e sistema immunitario:

 

Uncaria Tomentosa rientra nei rimedi per il sistema immunitario, poichè  agisce sui globuli bianchi dotati di attività fagocitaria. I globuli bianchi rappresentano la prima linea di difesa dell’organismo contro gli agenti estranei.
Essi svolgono le loro funzioni nel tessuto connettivo, nel quale migrano grazie alle proprietà ameboidi (spingono delle porzioni del citoplasma cellulare verso l’esterno, come dei falsi piedi), dopo aver attraversato la parete dei vasi sanguigni. Il sangue circolante rappresenta infatti il loro mezzo di trasporto dagli organi dove sono prodotti al tessuto connettivo, dove svolgono la loro funzione e muoiono.

Il termine immunità deriva dal latino, e significa “protezione“. Il sistema immunitario è quindi un apparato protettivo, che difende l’uomo dalla nascita in poi.
Il suo compito principale è quello di proteggere il nostro corpo da agenti infettivi, come virus, batteri e parassiti, capaci di superare barriere cutanee e mucose. Esso è in grado inoltre di identificare la eventuale presenza di cellule, appartenenti all’organismo, ma deviate dalla norma (cellule tumorali), e di eliminarle.

Il medicamento degli indigeni delle foreste amazzoniche :

Esistono due specie di Uncaria, la tomentosa e la guianensis, molto simili tra loro, vengono usate, senza distinzione, come medicamento dagli indigeni della foresta da oltre 2000 anni.

Quando utilizzare Uncaria:

Secondo i curanderos peruviani questa pianta può essere utilizzata per curare ferite profonde, dolori alle ossa, problemi renali, patologie degenerative, per ristabilire le donne dopo il parto e come contraccettivo.In particolare, per i brasiliani, l’unghia di gatto è un rimedio popolare contro il cancro, soprattutto delle vie urinarie.

Studi condotti sull’Uncaria hanno evidenziato la sua utilità in caso di dolori di origine infiammatoria acuta e cronica (osteoarticolari,viscerali e mestruali, gengiviti, emorroidi), di disturbi gastrointestinali, di ulcere gastroduodenali e nelle malattie da raffreddamento e virali (faringiti, laringiti, influenza).

La parte dell’Uncaria che viene usata come droga è la corteccia .

In alcuni studi è stato inoltre evidenziato che il contenuto alcaloideo varia nella pianta, sia qualitativamente che quantitativamente, in funzione delle fluttuazioni stagionali.
Da quanto detto emerge l’importanza della standardizzazione di qualsiasi prodotto derivato dall’ Uncaria, se se ne vogliono sfruttare in particolare alcune proprietà.
L’interesse dei ricercatori si è focalizzato negli ultimi venti anni sugli alcaloidi pentaciclici ossindolici contenuti nel genere, di cui è stata evidenziata la potente azione immunostimolante.
La frazione glicosidica, in particolare i glicosidi dell’acido quinovico, mostra invece importanti proprietà antiinfiammatorie ed antivirali. La stimolazione aspecifica del sistema immunitario si traduce in un sostanziale aumento dell’ attività fagocitaria dei macrofagi del sistema reticoloendoteliale e dei granulociti neutrofili e in un aumento della reattività delle cellule immunitarie nei confronti di antigeni diversi (virus, batteri ecc.). La pianta è stata ed è tuttora usata come terapia adiuvante nelle forme classiche di terapia antineoplastica (chemio e raggi gamma).

In pazienti sottoposti a chemioterapia, il trattamento con preparati di Uncaria tomentosa, titolati nel contenuto di alcaloidi ossindolici, ha ridotto il numero di pancitopenie (tipico effetto collaterale della chemioterapia), determinando una minor incidenza di infezioni da compromissione del sistema immunitario. In pazienti con AIDS è stata notata una generale trasformazione positiva del decorso della malattia, traducibile in un aumento delle cellule Natural Killer e dei linfociti T4 ed un miglioramento delle infezioni opportunistiche.
Vuoi rinforzare il tuo sistema immunitario? contattami per una consulenza erboristica associata ad una corretta alimentazione.

DiAlessandra Zarone

Naturopatia Desio: Carota

Naturopatia Desio: Carota:

La carota, nella tradizione araba ha evocato il simbolo della Bontà. Favorisce l’alito fresco e la salute della bocca.

Le proprietà curative:

E’ un ottimo, cicatrizzante, diuretico, evacuante, lassativo e depurativo. Di questa pianta si usa l’infiorescenza, radice e foglie.

Il decotto di fiori essiccati si utilizza con il clistere ed ha un doppio scopo lassativo e rinfrescante intestinale. Il decotto della radice si beve a scopo diuretico.

Un impiastro di foglie e radici si applica su ferite e ustioni.

La carota è coltivata per il fittone radicale di colore bianco nelle varietà da foraggio ed arancio nelle varietà da ortaggio (cristalli di caroteni nei cromoplasti delle cellule parenchimatiche). La carota è ricca di vitamina A (Betacarotene), B, C, PP, D ed E, nonché di sali minerali e zuccheri semplici come il glucosio. Per questo motivo il suo consumo favorisce un aumento delle difese dell’organismo contro le malattie infettive.


La carota è molto usata in cosmesi perché antiossidante e ricca di betacarotene, perciò stimola l’abbronzatura prevenendo la formazione di rughe e curando la pelle secca e le sue impurità; la sua polpa è un ottimo antinfiammatorio molto adatto a curare piaghe, sfoghi cutanei e screpolature della pelle.

La carota cura i polmoni:

È molto indicata per la cura delle affezioni polmonari e nelle dermatosi; quale gastro-protettore delle pareti dello stomaco è un ottimo antiulcera.

Rimedio anti invecchiamento:

Fra le altre molteplici proprietà curative, la carota ha quelle di prevenire l’invecchiamento della pelle, facilitala secrezione del latte nelle puerpere, tonifica il fegato, regola il colesterolo. Altri benefici riconosciuti sono la facilitazione della diuresi, la tonificazione dei reni, l’innalzamento della emoglobina, la regolazione delle funzioni intestinali. Infine, favorisce la vista portando sollievo ad occhi stanchi ed arrossati ed è indicato nella prevenzione della cataratta e del glaucoma.

Essenza floreale di Carota:

Calma il sistema riproduttivo . E’ Utile per gli occhi, la colonna vertebrale e rafforza il sistema immunitario. Purifica le energie della  colonna, del sacro e del cranio. Aiuta le persone molto mentali, che si preoccupano oltre il dovuto o si lasciano coinvolgere troppo dall’ego. L’essenza  consente di riconnettersi al proprio divino sè.

Se desideri approfondire le tematiche trattate, contattami per una consulenza via skype.

DiAlessandra Zarone

Naturopatia Desio: Frassino_ il padre degli alberi

Naturopatia Desio: Frassino_ il padre degli alberi:

Il Frassino, padre degli alberi era considerato un albero sacro presso i Celti. Era simbolo di spiritualità, rinnovamento e risurrezione, capace di donare alte percezioni e curare le malattie infantili. Era associato alla divinità nordica Yggdrasil , ad  Urano e Marte.

Leggende mitologiche:

L’immagine più grandiosa del mitico Albero del mondo, dell’Asse del mondo che s’innalza fino al cielo e giunge negli inferi sostenendo e rigenerando l’universo, è quella del frassino Yggdrasill descritto nell‘Edda di Snorri Sturluson, un testo che, pur risalendo all’inizio del XIII secolo, riflette tradizioni antichissime ed è un riassunto in
prosa della mitologia nordica.

Yggdrasill «è fra tutti gli alberi il maggiore e il migliore; i suoi rami sovrastano il cielo». È sorretto da tre possenti radici che si spingono in diverse direzioni. La prima arriva nella terra degli Asi, degli dei celesti: sotto di essa vi sono una fonte e una bella sala dove risiedono tre fanciulle, le Nome, che «danno agli uomini la vita» determinandone
il destino, e si prendono cura dell’albero perché non secchi né marcisca, attingendo ogni giorno alla fonte l’acqua sacra e pura con la quale, mescolata all’argilla che si trova nelle vicinanze. L’albero è fonte della saggezza cosmica, tant’è vero che Odino apprende i misteri della vita universale, rappresentati dalle rare, re stando appeso per nove notti senza cibo né bevanda su Yggdrasill e superando tre prove iniziatiche.

La tradizione medievale:

Nella Descriptio insularum aquilonis di Adam (XI secolo D.C.), canonico e magister scholarum di Brema, viene ricordato un tempio di Uppsala, nella Svezia pagana:
«In questo tempio, completamente rivestito d’oro, si venerano le statue delle Tre Divinità :Thor, Odino e Freyr. Nei pressi si leva un enorme albero che allarga i suoi rami ed è verde d’inverno come d’estate.Nessuno sa di che specie d’albero si tratti.

Frassino e alfabeto Ogham:

Nell’alfabeto arboreo celtico Ogham il frassino era il terzo albero della serie e designava il mese che precedeva l’equinozio di primavera. Per questo motivo, fino a un secolo fa, in Francia si usava accendere il fuoco nuovo con il suo legno chiedendogli di far scendere le prime piogge di primavera affinché rianimassero la vegetazione dopo il
lungo inverno.

Proprietà curative:

Ippocrate e Teofrasto lo consideravano diuretico, Dioscoride e Plinio sostenevano
che può guarire i morsi di vipera, confermato nel rinascimento dal Mattioli.
Nel 1712 si scoprono le proprietà febbrifughe della corteccia e nel 1939 quelle contro il reumatismo e la gotta.

 

  • Il decotto delle giovani radici raccolte in primavera o in autunno ha proprietà antidropica.
  • Il decotto della polvere ottenuta dalla corteccia dei giovani rami di 3-4 anni raccolta alla ripresa vegetativa e fatta essiccare all’ombra, ha proprietà toniche, eupeptiche, antidiarroiche e febbrifughe; per uso esterno viene utilizzato come cataplasma dalle proprietà astringenti.
  • L’infuso delle foglie raccolte a fine primavera-inizio estate ed essiccate al sole, viene utilizzato come emolliente.
  • L’infuso di frutti raccolti d’estate è diuretico, lassativo, sudorifero, antireumatico, con proprietà curative della gotta per l’eliminazione degli acidi urici e nella cura delle cistiti.

 

  • Il decotto di manna, ricavata dal succo zuccherino che sgorga dalle lesioni della corteccia e che si rapprende rapidamente a contatto dell’aria, raccolto in estate, è un blando purgante, ha anche proprietà bechiche e anticatarrali; può essere usato come collirio nelle congestioni oculari; pezzetti di manna sciolti in bocca lentamente hanno proprietà espettoranti.
  • Per approfondire queste tematiche,prenota una consulenza naturopatica.
DiAlessandra Zarone

Piante astringenti

Le piante astringenti:

Cosa sono le piante astringenti? Vediamo di cosa si tratta.

Un astringente è una sostanza che attenua le funzioni dei tessuti.

L’astringenza è data dalla presenza di tannini, che astringono la superficie della pelle e delle mucose, formando una sottile membrana.

I tannini sono utilizzati per la coagulazione della sanguinazione capillare, per le escrezioni plasmatiche (siero) e la guarigione di ferite. Sono nello stesso tempo dei germostatici.

Quando si utlizzano:

  • Infiammazioni dell’alto tratto digestivo
  •  Diarrea a seguito di infiammazioni gastrointestinali
  •  A livello topico: lesioni aperte, emorroidi, scottature di 3° grado 

Controindicazioni:

Nella maggior parte dei casi assumere subito dopo i pasti principali. In alcuni casi di infiammazione gastrica l’utilizzo a breve termine lontano o prima dei pasti è giustificato. Non usare a lungo termine (4-6 settimane di seguito).

Alcuni esempi di rimedi naturali astringenti:

  • Acacia catechu (Acacia)
  •  Agrimonia eupatoria (Eupatoria)
  • Alchemilla vulgaris (Alchemilla)
  • Bidens spp. (Bidens)
  • Carduus benedicta (Cardo santo)
  • Quercus spp. (quercia)

 

 

Astringenti e resine:

 

Il potere astringente è dato dalla presenza di resine, gommoresine, oleo gommoresine. Le piante a resina sono generalmente antimicrobiche, stimolanti della leucocitosi locale, astringenti, rubefacenti.

 

Altri esempi:

  • Commiphora myrrha (Mirra)
  •  Propolis
  • Calendula officinalis (estratto)
  • Styrax benzoin
  •  Resine di conifere

 

Puoi affrontare le problematiche descritte con rimedi naturali adatti a te, prenota    una consulenza naturopatica.

DiAlessandra Zarone

Il potere curativo delle piante amare

Piante amare:

Oggi vi parlerò delle piante amare, definite così in quanto:

Aumentano la secrezione gastrica (prima dei pasti) e tonificano il sistema digestivo. Una parte sono anche ottimi epatici.

 

Il meccanismo d’azione degli amari provoca:

  • Stimolazione dei recettori per l’amaro sulla lingua .
  • Stimolazione del vago, rilascio di gastrina, stimolazione secrezioni gastriche e salivari, che a loro volta stimolano.
  • Secrezioni da parte del pancreas, cistifellea, duodeno, ecc.
  • Riducono infezioni enteriche e dispepsia.
  • Riducono la fermentazione, specialmente durante le febbri quando il tratto gastrointestinale è meno attivo a causa della ridotta perfusione ematica.
  • Riducono l’iperattività ad allergeni ed antigeni.
  • Aumentano il flusso di bile.
  • Aiutano a regolare le secrezioni di insulina/glucagone
  • Stimolano l’appetito contribuiscono alla rigenerazione delle pareti intestinali.
  • Promuovono l’assorbimento di grassi e vitamine A, D, E, K.
  • Promuovono una leggera leucocitosi.
  • Riducono la temperatura corporea (aumentano il flusso ematico al fegato).

 

Sono adatte per:

Anoressia e cattiva digestione
• Disturbi epatici e biliari (azione coleretica)
Disturbi della glicemia
Gastrite cronica e ulcera gastrica
Intolleranze alimentari e allergie
• Condizioni di debilitazione associate ai disturbi sopra elencati
Condizioni febbrili
Ittero

 

Le piante amare possono risultare utili anche in casi di disturbi non direttamente gastrointestinali:

 

emicranie e cefalee
problemi infiammatori, soprattutto cutanei
• condizioni di ipersensibilità ed allergia

Controindicazioni:

• Ulcera duodenale
• Condizioni descritte come ‘caldo-fredde’ nelle medicine tradizionali

 

Alcuni esempi di rimedi  amari:

• Puri: trifoglio, genziana, centaurea, ruta, curcuma, assenzio
• con mucolasi: tussilago, canapa
• con astringente: asclepia

 

 

Quale problematica  stai incontrando? per poterti aiutare contattami per una consulenza naturopatica.