Le piante astringenti:
Cosa sono le piante astringenti? Vediamo di cosa si tratta.
Un astringente è una sostanza che attenua le funzioni dei tessuti.
L’astringenza è data dalla presenza di tannini, che astringono la superficie della pelle e delle mucose, formando una sottile membrana.
I tannini sono utilizzati per la coagulazione della sanguinazione capillare, per le escrezioni plasmatiche (siero) e la guarigione di ferite. Sono nello stesso tempo dei germostatici.
Quando si utlizzano:
- Infiammazioni dell’alto tratto digestivo
 - Diarrea a seguito di infiammazioni gastrointestinali
 - A livello topico: lesioni aperte, emorroidi, scottature di 3° grado
 
Controindicazioni:
- Costipazione
 - Anemia sideropenica
 - Malnutrizione
 
Nella maggior parte dei casi assumere subito dopo i pasti principali. In alcuni casi di infiammazione gastrica l’utilizzo a breve termine lontano o prima dei pasti è giustificato. Non usare a lungo termine (4-6 settimane di seguito).
Alcuni esempi di rimedi naturali astringenti:
- Acacia catechu (Acacia)
 - Agrimonia eupatoria (Eupatoria)
 - Alchemilla vulgaris (Alchemilla)
 - Bidens spp. (Bidens)
 - Carduus benedicta (Cardo santo)
 - Quercus spp. (quercia)
 
Astringenti e resine:
Il potere astringente è dato dalla presenza di resine, gommoresine, oleo gommoresine. Le piante a resina sono generalmente antimicrobiche, stimolanti della leucocitosi locale, astringenti, rubefacenti.
Altri esempi:
- Commiphora myrrha (Mirra)
 - Propolis
 - Calendula officinalis (estratto)
 - Styrax benzoin
 - Resine di conifere
 
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