Naturopatia Desio: Frassino_ il padre degli alberi:
Il Frassino, padre degli alberi era considerato un albero sacro presso i Celti. Era simbolo di spiritualità, rinnovamento e risurrezione, capace di donare alte percezioni e curare le malattie infantili. Era associato alla divinità nordica Yggdrasil , ad Urano e Marte.
Leggende mitologiche:
L’immagine più grandiosa del mitico Albero del mondo, dell’Asse del mondo che s’innalza fino al cielo e giunge negli inferi sostenendo e rigenerando l’universo, è quella del frassino Yggdrasill descritto nell‘Edda di Snorri Sturluson, un testo che, pur risalendo all’inizio del XIII secolo, riflette tradizioni antichissime ed è un riassunto in
prosa della mitologia nordica.
Yggdrasill «è fra tutti gli alberi il maggiore e il migliore; i suoi rami sovrastano il cielo». È sorretto da tre possenti radici che si spingono in diverse direzioni. La prima arriva nella terra degli Asi, degli dei celesti: sotto di essa vi sono una fonte e una bella sala dove risiedono tre fanciulle, le Nome, che «danno agli uomini la vita» determinandone
il destino, e si prendono cura dell’albero perché non secchi né marcisca, attingendo ogni giorno alla fonte l’acqua sacra e pura con la quale, mescolata all’argilla che si trova nelle vicinanze. L’albero è fonte della saggezza cosmica, tant’è vero che Odino apprende i misteri della vita universale, rappresentati dalle rare, re stando appeso per nove notti senza cibo né bevanda su Yggdrasill e superando tre prove iniziatiche.
La tradizione medievale:
Nella Descriptio insularum aquilonis di Adam (XI secolo D.C.), canonico e magister scholarum di Brema, viene ricordato un tempio di Uppsala, nella Svezia pagana:
«In questo tempio, completamente rivestito d’oro, si venerano le statue delle Tre Divinità :Thor, Odino e Freyr. Nei pressi si leva un enorme albero che allarga i suoi rami ed è verde d’inverno come d’estate.Nessuno sa di che specie d’albero si tratti.
Frassino e alfabeto Ogham:
Nell’alfabeto arboreo celtico Ogham il frassino era il terzo albero della serie e designava il mese che precedeva l’equinozio di primavera. Per questo motivo, fino a un secolo fa, in Francia si usava accendere il fuoco nuovo con il suo legno chiedendogli di far scendere le prime piogge di primavera affinché rianimassero la vegetazione dopo il
lungo inverno.
Proprietà curative:
Ippocrate e Teofrasto lo consideravano diuretico, Dioscoride e Plinio sostenevano
che può guarire i morsi di vipera, confermato nel rinascimento dal Mattioli.
Nel 1712 si scoprono le proprietà febbrifughe della corteccia e nel 1939 quelle contro il reumatismo e la gotta.
- Il decotto delle giovani radici raccolte in primavera o in autunno ha proprietà antidropica.
- Il decotto della polvere ottenuta dalla corteccia dei giovani rami di 3-4 anni raccolta alla ripresa vegetativa e fatta essiccare all’ombra, ha proprietà toniche, eupeptiche, antidiarroiche e febbrifughe; per uso esterno viene utilizzato come cataplasma dalle proprietà astringenti.
- L’infuso delle foglie raccolte a fine primavera-inizio estate ed essiccate al sole, viene utilizzato come emolliente.
- L’infuso di frutti raccolti d’estate è diuretico, lassativo, sudorifero, antireumatico, con proprietà curative della gotta per l’eliminazione degli acidi urici e nella cura delle cistiti.
- Il decotto di manna, ricavata dal succo zuccherino che sgorga dalle lesioni della corteccia e che si rapprende rapidamente a contatto dell’aria, raccolto in estate, è un blando purgante, ha anche proprietà bechiche e anticatarrali; può essere usato come collirio nelle congestioni oculari; pezzetti di manna sciolti in bocca lentamente hanno proprietà espettoranti.
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