Parallelismi fra Spagyria e Floriterapia:
Oggi vorrei parlarvi dei parallelismi fra Spagyria e Floriterapia.
Il corpo, per sua costituzione, è sano e perfetto, ciò che lo rende malato, è l’influsso delle disarmonie spirituali (o delle cattive disposizioni, nel caso di affezioni ereditarie). All’interno dell’uomo, come su tutta la superficie del corpo, è riprodotto un firmamento con tutte le stelle attraverso una mimesi in perfetta concordanza con il firmamento del cielo.
Paracelso indaga in due direzioni: da una parte va alla ricerca dei segni esterni, scoprendo gli effetti individuali, sensibili e psicofisici della malattia; dall’altra procede parallelamente alla ricerca degli effetti invisibili ed insondabili presenti in quella parte uguale per tutti gli esseri animati ed inanimati, la parte eterea o come precedentemente detto il corpo astrale, che rispecchia fedelmente le leggi dell’universo. Quest’ultima parte è chiamata anche limbus, lembo dell’universo, proprio per evidenziarne i parallelismi. Gli effetti della malattia si compiono sulla parte psicofisica dell’individuo, ma l’origine proviene dal limbus, cioè dalla parte invisibile e celeste.
La terapia paracelsiana consiste nella scoperta del farmaco adeguato ai singoli mali. Paracelso fa ampio uso dell’alchimia naturale, la medicina spagirica, servendosi di preparati ad azione purgativa, revulsiva, diuretica, emetica e diaforetica.
Il medico deve essere a perfetta conoscenza delle somiglianze e delle differenze fra essenza del medicamento ed essenza della malattia poiché il potere curativo della sostanza medicinale non risiede nella sostanza stessa ma nel suo arcanum, nella parte eterea trattenuta nella sostanza stessa. La malattia quindi proviene dal limbus (dalla parte astrale del corpo) e può essere debellata solo dall’arcanum (ovvero dalla parte astrale del medicamento), poiché sono simili nella loro essenza. Proprio in questo concetto risiede il grande scacco che Paracelso attua contro la medicina tradizionale: la malattia non viene più curata attraverso i contrari ma attraverso il simile.
L’inestricabile relazione che lega microcosmo e macrocosmo fa in modo che la malattia nell’uomo sopraggiunga solo esclusivamente quando esiste uno stato di debolezza, e quindi il corpo astrale dell’uomo si ritrova in una posizione inferiore rispetto alla parte eterea del cielo; lo stato di salute invece esiste quando c’è una perfetta concordanza fra cielo sidereo macrocosmico e cielo interiore.
Per Bach la malattia è il risultato di un conflitto in cui la personalità rifiuta di obbedire ai dettami dell’anima. A nessuno di noi è dato più di quello che può realizzare, né ci viene chiesto di fare più di ciò che è in nostro potere. La malattia stessa è il simile che cura il simile, o meglio, il simile che respinge il simile. La malattia esiste per farci abbandonare alcune azioni sbagliate; questo è il modo più efficace per armonizzare la nostra personalità con la nostra anima. Così ci viene inviata la malattia per accelerare la nostra evoluzione. Per quanto essa sembri crudele dal nostro limitato punto di vista, in realtà la sua natura è benefica. E’ il metodo usato dall’Amore Paterno della nostra Anima per riportarci sulla via della comprensione. Ricordiamo inoltre che la sofferenza è in un certo senso un privilegio; infatti essa indica che la personalità ha raggiunto quello stadio di sviluppo in cui la correzione è possibile. Un individuo potrebbe essere in difetto, secondo la particolare lezione che deve imparare; su uno dei seguenti principi fondamentali:
- Potere
- Conoscenza
- Intellettuale
- Amore
- Equilibrio
- Servizio
- Saggezza
Per Bach la malattia non ha origine materiale:
La malattia non potrà mai essere curata o sradicata attraverso metodi materialisti attuali per il semplice fatto che la sua origine non è materiale. Ciò che noi conosciamo come malattia è l’effetto conclusivo, prodotto nel corpo, di forze avverse che hanno agito a lungo e in profondità. Per riuscire a comprendere la natura della malattia occorre riconoscere alcune verità fondamentali. La prima è che l’uomo ha un suo Spirito che è il suo vero Io, un essere Divino, potente, generato dal Creatore di tutte le cose.
Il corpo nonostante sia il tempio terreno di quello Spirito, non è che un suo tenue riflesso. Questo nostro Spirito, il Divino che risiede in noi, stabilisce il percorso che nostre vite devono compiere. Siamo quaggiù al fine di acquisire tutte le conoscenze e tutte le esperienze che ci è dato fare attraverso l’esistenza terrena, di sviluppare le virtù che ci mancano e di eliminare tutto quello che in noi è sbagliato. Non si deve però combattere direttamente l’errore, ma esercitare invece molto la virtù opposta, affinché esso sia eliminato dalla nostre indole. Paracelso e Hahnemann ci insegnarono a non prestare troppa attenzione ai dettagli della malattia ma di curare la personalità, l’uomo interiore, comprendendo che se la nostra natura spirituale e mentale è in armonia, la malattia scompare. Questo insegnamento costituisce il grande fondamento del loro edificio la cui costruzione deve continuare.
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