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DiAlessandra Zarone

Piante astringenti

Le piante astringenti:

Cosa sono le piante astringenti? Vediamo di cosa si tratta.

Un astringente è una sostanza che attenua le funzioni dei tessuti.

L’astringenza è data dalla presenza di tannini, che astringono la superficie della pelle e delle mucose, formando una sottile membrana.

I tannini sono utilizzati per la coagulazione della sanguinazione capillare, per le escrezioni plasmatiche (siero) e la guarigione di ferite. Sono nello stesso tempo dei germostatici.

Quando si utlizzano:

  • Infiammazioni dell’alto tratto digestivo
  •  Diarrea a seguito di infiammazioni gastrointestinali
  •  A livello topico: lesioni aperte, emorroidi, scottature di 3° grado 

Controindicazioni:

Nella maggior parte dei casi assumere subito dopo i pasti principali. In alcuni casi di infiammazione gastrica l’utilizzo a breve termine lontano o prima dei pasti è giustificato. Non usare a lungo termine (4-6 settimane di seguito).

Alcuni esempi di rimedi naturali astringenti:

  • Acacia catechu (Acacia)
  •  Agrimonia eupatoria (Eupatoria)
  • Alchemilla vulgaris (Alchemilla)
  • Bidens spp. (Bidens)
  • Carduus benedicta (Cardo santo)
  • Quercus spp. (quercia)

 

 

Astringenti e resine:

 

Il potere astringente è dato dalla presenza di resine, gommoresine, oleo gommoresine. Le piante a resina sono generalmente antimicrobiche, stimolanti della leucocitosi locale, astringenti, rubefacenti.

 

Altri esempi:

  • Commiphora myrrha (Mirra)
  •  Propolis
  • Calendula officinalis (estratto)
  • Styrax benzoin
  •  Resine di conifere

 

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DiAlessandra Zarone

Calendula Arvensis: rimedio naturale per patologie epatiche e biliari

Calendula Arvensis: rimedio naturale per patologie epatiche e biliari:

La Calendula, Calendula arvensis è un antico  rimedio naturale:

Di questa pianta si usa le infiorescenze. Si tratta di un antico rimedio erboristico dalle proprietà cheratolitiche, cicatrizzanti di cui si usano le foglie fresche, che vengono contuse ed applicate localmente per eliminare dai piedi calli e duroni.
Il succo fresco delle infiorescenze si applica sulle scottature.
Si usa l’infuso delle infiorescenze per impacchi a scopo cicatrizzante.

Possiede un’azione generale colereticaemmenagoga, antidismenorroica.
Localmente è molto valida come antiinfiammatoria, antisetticacicatrizzante. E’ inoltre decongestionante, lenitiva ed idratante. Per uso interno contro amenorrea, irregolarità mestruale, dismenorrea. Utilizzata per le patologie epatiche e delle vie biliari. 

La Calendula, antico rimedio presso Romani ed Aztechi:

, dal momento che questo era molto costoso e più raro. I fiori, inoltre, venivano spremuti freschi per trarne un succo per tinture gialle.

Tra gli Aztechi era viva la leggenda che la Calendula fosse nata dal sangue dei guerrieri caduti nella battaglia contro Fernando Cortez.

La Calendula, fra Oriente e Occidente:

In India la Calendula adornava il tridente di Mahadeva .

Grazie al suo fiore, la calendula ha riscosso da sempre molto successo come pianta ornamentale ma nei secoli passati fu coltivata anche per la sua funzione di “barometro” naturale.

Già nel Medioevo, infatti, era stato notato che il fiore si apriva all’alba solo quando l’aria era perfettamente asciutta (e quindi probabilmente non avrebbe piovuto).

Secondo invece un’antica usanza germanica, le ragazze erano solite piantare la calendula nelle orme lasciate dall’amato: siccome la pianta ha una fioritura assai prolungata, si riteneva che così facendo l’affetto tra i due innamorati non si sarebbe mai spento.
Da tempo immemorabile detiene una grande importanza come pianta medicinale, ma è stata apprezzata dai Greci e nella cultura indiana e araba come erba medicinale e tintura anche per tessuti più delicati di seta e di lana, i capelli, gli alimenti e i cosmetici.

Calendula,”la pianta dai fiori d’oro”:

Gli scrittori greci parlavano di “una pianta dai fiori d’oro”.

Nella mitologia greca la pianta è associata a Afrodite che addolorata per la morte del giovane amante Adone pianse lacrime, che toccando terra, si trasformarono in calendule. Per questo motivo nel periodo ottocentesco il fiore veniva sempre associato a simbologie tristi originate da pene d’amore o da gelosia e inganni. 

 

La Calendula nella tradizione popolare:

Le streghe ponevano i fiori sotto la testa durante la notte per indurre sogni profetici. Fu l’emblema di Margherita d’Orléans, una calendula che girava intorno al sole con il motto: “Je ne veux suivre que lui seul”. Nei giochi di Tolosa si offriva al vincitore una calendula modellata in argento. 

Anche William Shakespeare decanta il fiore nel sonetto xxv “I favoriti dei grandi principi schiudono i loro bei petali come la calendula sotto l’occhio del sole“.

Una leggenda inglese narra che alcune ragazze, impazzite per la gelosia e l’invidia morendo furono trasformate in calendula.

Impacchi locali decongestionanti:

Una manciata di fiori di Calendula infusi nell’acqua molto calda del bagno
(oppure in decotto) esercita in effetto decongestionante, addolcente, idratante. Le mani screpolate traggono giovamento dall’immersione, per 10 minuti, nel decotto (ovviamente tiepido).

Impiego della Calendula nelle manifestazioni neoplastiche:

La Calendula è indicata per il trattamento di tutte le manifestazioni neoplastiche – cioè per la terapia dei tumori – da parte di illustri medici, quali il dott. W. Bohn, il dott. Halenser, il dott. Stäger, il docente universitario dott. H. Seel di Berlino, il dott. Flamm di Bad Wörishofen, il professore universitario F. Eckstein di Freiburg.

La Calendula in cucina:

Budino alla Calendula

Ingredienti per 4-6 persone

• 10 g di fiori di calendula
• 8 dl di panna
• 160 g di zucchero semolato
• 6 fogli di gelatina

Ponete i fogli di gelatina ad ammollare in acqua fredda.
Raccogliete la panna e lo zucchero in una piccola casseruola e portate a ebollizione. Spegnete la fiamma e poco dopo unite la gelatina. Lasciate raffreddare leggermente, quindi unite i petali di metà delle calendule e mescolate. Distribuite la preparazione in uno stampo da budino, lasciate raffreddare e passate in frigorifero per almeno 3 ore.
Trascorso questo tempo, immergete parzialmente lo stampo in acqua bollente, sformate la panna cotta su un piatto da portata e servite guarnendo con i petali rimasti e un fiore intero a piacere.

 

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