L’antica via della guarigione

DiAlessandra Zarone

L’antica via della guarigione

L’antica via della guarigione

La medicina egiziana  conosceva l’antica via della guarigione. Essa è racchiusa in diversi manoscritti di papiro relativi alla dodicesima dinastia, 2000 a.C. In questi scritti si afferma che era dovere dei faraoni mantenere la salute dei sudditi. Dall’antico scrittore Manetone, apprendiamo che il re Athotis della prima dinastia dei Thinites praticò la guarigione e scrisse opere di Anatomia. Tutti i grandi centri medici si trovavano nei capoluoghi lungo il Nilo, i santuari erano depositi di medicine, e in essi erano conservate liste di malattie e delle loro relative cure: quarantadue erano i libri ermetici conservati nel tempio di Ermopoli, di cui sei erano testi medici, contenenti formule e rimedi. Sulle pareti dei santuari sono state trovate iscrizioni e tavolette, allo scopo di commemorare  guarigioni miracolose, insieme a   statue e stele erette da ex pazienti,  riconoscenti per le cure ricevute dalla divinità . I metodi di guarigione nei giorni antichi consistevano in riti religiosi, cerimonie e formule speciali. Il tema della guarigione si concentrava intorno all’idea di espellere le azioni invisibili e malevoli che avevano causato le malattie.

 

Appelli agli dèi per ottenere  la cura della malattia erano fatti oralmente o per iscritto. Il prete / medico faceva l’esame e formulava una diagnosi, attraverso un cerimoniale. Il paziente formulava una dichiarazione sul problema, come ad esempio “Io (nome del paziente), sono un malato (con la denominazione della malattia o del problema)”. Il trattamento consisteva in incantesimi, preghiere e  qualche rimedio vegetale. Tutto ciò  aveva un significato simbolico che serviva a “colpire”la mente del paziente. Gli egiziani presumevano che il corpo fosse diviso in 36 parti, ognuna delle quali era sotto l’influenza di un certo dio:” Non c’è arto senza dio “(Papiro di Leida ) e invocavano questi di guarire le malattie degli arti.

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La medicina greca

Dopo la caduta dell’Impero Romano nel V secolo, la maggior parte delle opere dei medici greci era andata perduta .

Nel XIV e nel XV secolo, tuttavia, gli europei occidentali hanno cominciato a riscoprire i testi scientifici e medici greci. Ciò è dovuto in parte alla scoperta di magazzini arabi di apprendimento, ubicati in Spagna e altrove durante le Crociate, così come all’immigrazione in Italia da parte di studiosi bizantini, in seguito alla caduta di Costantinopoli nel 1453.

A partire dalla fine del XI secolo, si nota l’arricchimento graduale dell’armadietto del medico bizantino con piante farmacologiche, come galanga, zedoaria e sandalo originarie di luoghi lontani come l’Himalaya e l’isola di Java. Ciò suggerisce che la medicina bizantina era estremamente dinamica e aperta all’influenza esterna.

Gli antichi greci pensavano che ammalarsi  fosse una forma di punizione degli dèi per qualcosa che avevano o non avevano fatto. Questa mentalità rimase vera fino a quando il medico greco classico Ippocrate non spostò la visione della medicina greca antica dalla spiritualità alla logica scientifica.

Antiche vie  di guarigione

Olivo per l’acne
I greci affermano che in Grecia i primi alberi di olio crescevano quando la dea Atena piantò un seme nel terreno che subito germogliò in un bel olivo. Le donne antiche greche utilizzavano l’olio per proteggere dai danni del sole oppure schiacciavano le foglie degli ulivi per farne una maschera per la pelle. La maschera ha contribuito a curare l’acne e altre irritazioni cutanee.

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La barbabietola per l’anemia
Poiché la barbabietola ha un’elevata quantità di ferro, gli antichi greci l’ hanno usata per curare l’anemia. Consigliavano di mangiare regolarmente barbabietole e berne il succo per aumentare il numero di globuli rossi.

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Menta per emicranie
Non solo utilizzarono la menta in aromaterapia, a causa del suo aroma rilassante, ma anche per alleviare le emicranie e i dolori allo stomaco.

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Trattamenti con alcol, miele e cannella per freddo e influenza
Consumavano una bevanda alcolica chiamata “tsipouro”. Aggiungevano cannella e miele per alleviare i sintomi del freddo e dell’influenza. Questo è ancora oggi praticato in alcune famiglie.

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Fieno greco per disturbi respiratori
Utilizzavano questa erba per stimolare la digestione del loro bestiame e dei loro cavalli. Il saggio e innovativo Ippocrate aveva intuito altri usi per questa erba e ne incoraggiò l’uso per il trattamento di emorragie respiratorie, tosse e tubercolosi.

 

Finocchio per perdita di peso e dolore articolare
Il finocchio era considerato un espettorante naturale per combattere la tosse. Sotto forma di tisana a base di erbe aiutava nella perdita di peso, crampi e i dolori muscolari e articolari.

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Cumino per colica
Il Cumino era una delle spezie più popolari per cucinare e contrastare la formazione di gas .

 

Semi di lino per i gas intestinali
Utilizzati comunemente nei tempi antichi come ai giorni odierni, i semi di lino aiutavano  la digestione ed erano prescritti dai medici greci dell’antichità.

 

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Info sull'autore

Alessandra Zarone administrator

Dott.ssa Alessandra Zarone Laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne presso IULM, Milano. Diploma in Naturopatia Psicosomatica presso Riza, Milano, con una tesi dal titolo: “Dagli antichi erbari alla floriterapia: influsso greco-romano e celtico in Edward Bach, druido e medico di Myddvai”, con votazione 30 e lode. Nel Dicembre 2012 mi sono specializzata in Floriterapia conseguendo un Master in Floriterapia Psicosomatica, condotto dalla Dott.ssa Marilena Zanardi . Ciò che mi piace approfondire è la Floriterapia vibrazionale psicosomatica: "Per me è importante ritornare all'origine della Floriterapia e dell'Erboristeria, studiando approfonditamente gli antichi erbari per riapplicare con la conoscenza di oggi l'esperienza persa nei secoli, ma soprattutto mettendo in pratica il metodo di Bach, tramite solarizzazione dei fiori, nella preparazione delle mie miscele attraverso un metodo dedicato alla persona".

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